Sottostare alle regole

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«Cosa?! Il padre di Ryan ti ha minacciato??», disse a voce alta Ashlee.

«Shhh! Ash! Abbassa la voce, vuoi che ti sentano i miei?», eravamo a casa mia, due giorni dopo il ricevimento a casa di Ryan. L'avevo perso per sempre, era inutile lottare contro il signor Wieth, avrebbe fatto perdere il posto di lavoro a mio padre ed io non lo potevo permettere.. «devo stare il più lontano possibile da Ryan. Nessuno ci deve vedere parlare o stare troppo vicini. Lui sta con Stacy, si sposeranno, si amano, avranno dei bambini insieme nella loro vita perfetta. Come ho pensato di farne parte?».

«Lui non ama Stacy!», mi interruppe Ash, io la guardai confusa.

«E allora perché la sta sposando? È ovvio che si amano, se così non fosse si ribellerebbe..», lui un girono me lo disse, non sarebbe mai stato sotto le regole di suo padre quindi questa doveva essere una sua decisione, o per lo meno aveva accettato di stare con Stacy perché aveva capito che poi non era così male in fondo..

«Tu andresti contro il signor Wieth? L'hai detto tu che non vuoi essere coinvolta..», Ashlee sapeva sempre come ritorcermi i miei discorsi contro..

«Si, ma nel mio caso è diverso.. lui mi sta ricattando».

«Magari sta ricattando anche Ryan..», quella frase sembrava più un'affermazione che una supposizione. Il padre lo stava ricattando? Era capace anche di questo? Stavo per domandarle che cosa sapesse ma mia madre entrò in camera, interrompendoci.

«Tesoro, è tardi. Tua madre ha chiamato per chiedere dove fossi», disse ad Ash. Lei si alzò dal letto ed iniziò a raccogliere la sua roba velocemente, indossò le scarpe e prese lo zaino con i libri di scuola.

«Ci sentiamo Meg», mi diede un veloce bacio sulla guancia per poi andare verso la porta.

«Si, dobbiamo finire il discorso!», lei mi guardò come una che aveva detto troppo, sapeva qualcosa ne ero certa, era praticamente scappata da camera mia senza dire altro.
Mia madre la accompagnò alla porta mentre io rimasi in camera, ora mi aveva messo più dubbi, avevo ancora più domande nella mia testa ma dovevo farle cessare.
Dovevo stare lontana da Ryan.

-

«Allora c'è li hai?», mi chiese un ragazzo del quinto anno, gli passai i fogli.

«Ecco. Fanno venti dollari», eravamo nel sottoscala durante le lezioni, i corridoi erano vuoti.

«Ragazzina, avevamo detto dieci».

«No ma che dici! Sono venti. Mi sono dovuta studiare tutto il tuo dannato libro quindi ho dovuto fare più lavoro».

«Non è un problema mio. Tieni», mi diede i dieci euro e sparì girando l'angolo del corridoio. Che cavolo! Cercavano sempre di abbassare i prezzi e questa volta c'era riuscito.
Avevo messo su una attività, per tenermi impegnata, oltre alle lezioni come tutor, mi proponevo per fare i compiti degli altri studenti facendomi pagare. Avevo inventato una applicazione top secret alla quale solo studenti potevano accedervi, mi dicevano un luogo della scuola ed un orario dove ci saremmo incontrati per discutere sul compito che dovevano fare.
Di solito erano quegli stupidi giocatori di football che chiedevano il mio aiuto per eccellere in una materia e passare alle semifinali. Stavolta invece era uno dei bulletti dell'ultimo anno, Parker, sapevo che non dovevo fidarmi di lui ma comunque era un cliente e se non avessi fatto quel compito sarebbe andato a denunciarmi agli insegnanti.
In quella settimana avevo evitato completamente Ryan, non lo guardavo nemmeno quando passavamo nello stesso corridoio. Ashlee non aveva voluto più dirmi niente ma era stato meglio così. Lui era come sparito per me, era tornato tutto come prima di incontrarci, prima di conoscerci e di stare insieme. Ero tornata la vecchia me. La me 2.0, ora pensavo a studiare per il mio futuro ed alla mia attività.

*nuova richiesta*

Mi arrivò una notifica sul cellulare, dovevamo incontrarci in giardino in quel preciso istante, era perfetto, la mia ora buca si era riempita in poco tempo.
Andai nel retro della scuola, uscii dalla porta antincendio e mi ritrovai in giardino, non c'era nessuno, probabilmente doveva ancora uscire dalla sua classe. Mi sedetti nelle scalinate ed aspettai. Poco dopo sentii la porta aprirsi, mi alzai e mi sistemai, non so perché ogni volta ci tenessi a fare bella figura davanti agli altri studenti, forse volevo far notare che ero una persona rispettabile.
Ma appena vidi la figura che si presentò davanti a me, cambiai subito espressione, il sorriso sul mio volto scomparve.

«Che ci fai tu qui?», mi guardai intorno, controllai che non ci fosse nessuno nei paraggi, «io me ne vado», dissi, feci per andarmene ma mi trattenne per il braccio.

«Quindi ci sei tu dietro tutto questo. Impressionante. Non ti facevo così ribelle..», guardai quei suoi occhi penetranti incrociati ai miei, un sorrisetto apparve sul suo volto mentre io ero sempre più infuriata.

«Melanie lasciami il braccio», dissi cercando di rimanere calma. Ora per me era finita, lei era l'ultima persona che doveva sapere dei miei affari, sicuramente avrebbe fatto la spia solo per vedermi cadere. Perché poi, se era una delle più brave a scuola, aveva chiesto di incontrarmi per dei compiti?

«Volevo solo scoprire chi c'era dietro tutta questa farsa. Pensavo fossero quei bambocci della sala video ed invece.. con mia grande sorpresa sei tu», era come se mi avesse letto nel pensiero, forse nella mia espressione riusciva a capire il mio stupore, «di certo non mi serviva aiuto per i compiti, se è questo a cui stavi pensando», mi lasciò il braccio e si allontanò di poco da me, «sono stupita. Non mi sarei mai immaginata che fossi così coraggiosa. In altre circostanze, saremmo potute diventare amiche», ma si era drogata? Era l'unica spiegazione logica. Non mi aveva ancora minacciato, mi stava facendo dei complimenti e addirittura mi diceva che saremmo potute diventare amiche? Si, si era drogata.

«Melanie ma che vuoi?», tagliai corto, se doveva dirmi qualcosa era inutile girarci intorno, «perché sei qui?».

«Vorrei che tu facessi una cosa per me. E poi io ne farò una per te», la guardai confusa, perché avrei dovuto accettare un patto con una vipera? Mi avrebbe solo avvelenata.

«Che cosa vorresti fare per me che mi convinca a fare qualcosa per te?», le chiesi dubbiosa è molto scettica, lei sorrise.

«Beh, io farò annullare il matrimonio», disse come se mi stesse dicendo che mi andava a comprare un panino alla mortadella. Io la guardai sempre più stupida, era incredibile come sembrasse così sicura delle sue parole.

«E perché dovresti farlo?», le chiesi.

«Non posso permetterlo..», si lasciò scappare, quasi sottovoce, «Stacy non è felice. Ed io ci tengo alla sua felicità», si corresse, wow, Melanie si preoccupava di qualcuno al di fuori di sé stessa? Stavo assistendo ad un miracolo, «e nemmeno Ryan lo è», aggiunse. Perché me lo continuavano a dire? Perché non erano felici insieme? Da fuori lo sembravano, erano la coppia perfetta. Eppure anche Melanie si era accorta che qualcosa non andava tra loro.
Ma chi ero io per mettermi in mezzo? Se lo avessi fatto, il padre di Ryan me l'avrebbe fatta pagare.. non potevo mettere a rischio la mia famiglia per questo..
Magari erano tutte menzogne, magari Ryan voleva proprio sposarsi con lei, se tutto questo mio sforzo fosse inutile, se l'allearmi con Melanie fosse solo uno dei suoi giochetti, avrei soltanto fatto perdere il lavoro a mio padre.
E per cosa?

«No. Non posso accettare».







#Spazioautrice:
Aregà 🤘🏻
Ho cambiato copertina! Non vi allarmate è sempre lui (il libro) ma ho pensato di dargli un altro aspetto, con tanto di frase ecc.
Che ne dite? 🤞🏻

Dovrete aspettare fino a lunedì per un nuovo aggiornamento 😱 riuscirete a resistere? 😏😈

Fidati di me, mi disse (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora