II

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Lucy si fiondò giù per le scale, pregando che non fosse già salito in auto e, scendendo gli ultimi due gradini si precipitò verso l'uscita dello stabile, bloccandosi non appena ebbe messo piede fuori. Guardò prima a destra e poi a sinistra, e una cinquantina di metri circa da dove si trovava, vide Izzy di spalle, in sella alla sua moto mentre con un rombo avviava il motore.

- Izzy!- lo chiamò a gran voce incamminandosi e il giovane si voltò da sopra la spalla, mantenendo la moto in equilibrio tra le gambe.

Girò la chiave in senso antiorario e spense il motore, scrutandola serio in volto. Lucy sistemò una ciocca di capelli molesta dietro l'orecchio e si strinse nelle spalle, rendendosi conto in quel momento che aveva la giacca aperta e la pelle esposta alla fresca aria notturna.

- Ti dispiacerebbe darmi uno strappo verso casa? Sono troppo stanca per seguire gli altri in una delle loro scampagnate alcoliche- chiese accennando un sorriso e trattenendo parte del labbro inferiore tra i denti, mentre Izzy avviava di nuovo il motore che prese a borbottare sotto di lui, irrequieto.

Ricambiò il sorriso e le fece cenno di salire dietro. Lucy cercò di aggrapparsi a qualsiasi cose non fossero gli indumenti del chitarrista, ma appena diede gas si ritrovò involontariamente incollata alla sua schiena, le braccia serrate attorno ai fianchi snelli.

- Reggiti- le disse mentre svoltava per prendere la strada principale, che li avrebbe condotti lontano dal quartiere dove erano.

Schiacciò la guancia contro la giacca di pelle del ragazzo e si trovò a respirare l'odore di
cuoio misto alla fragranza che ben conosceva. Sospirò e chiuse gli occhi avvicinandosi con il busto ancor di più a lui, cercando di reprimere più brividi di freddo possibile; in quel momento sentì la schiena del giovane muoversi appena, sotto la contrazione dei muscoli dorsali. Sollevò le palpebre e vide la testa mora voltarsi di poco verso destra, il minimo indispensabile guardarsi, poi riportò lo sguardo davanti, verso la strada e decelerò.

- Va meglio?- le chiese

Lucy sorrise e si strinse ancor di più a lui
- Grazie-

Slash attese che Matt spegnesse la luce della sala prove prima di raggiungere gli altri che probabilmente erano già in strada, pronti per salire in auto per una delle destinazioni prese in considerazione in precedenza, riformulate all'arrivo delle ragazze.  Si accese una sigaretta reggendola tra le labbra mentre spostava la massa informe di ricci da davanti agli occhi.

- Chi ha avuto la brillante idea di invitarle a uscire con noi?- chiese il batterista chiudendosi alle spalle la porta e infilando le mani nelle tasche della giacca.

- Penso che si siano autoinvitate- fece spallucce il ragazzo che,incamminandosi affianco di Matt, scosse la testa ridendo.

- Ci avevi promesso pompini da favola e ora ci tocca portarci dietro le vostre consorti! Mi devi un pompino... anzi due, ricordatelo!- rispose sogghignando, ricevendo in risposta uno spintone dal collega al suo fianco.

- Io non ti devo proprio nulla! Trovati una donna che io sono etero! E poi non potevamo mica mandarle vie, no?-

- Perché no? Potevano seguire Lucy e andare tutte a bere Aranciata, Coca-Cola e acqua frizzante a casa di Izzy e noi saremmo stati degli dei- ridacchio il biondo batterista sollevando le braccia con fare plateale.

- Izzy si sarebbe sparato! Te lo immagini?- rise dietro i ricci Slash, aspirando dalla sua sigaretta una boccata di fumo che gli andò di traverso, facendolo tossire più volte.

- Oh sì, cazzo, se me lo immagino mentre serve bibite analcoliche con ombrellini di carta sopra le cannucce e discorre con le ragazze su questioni di vitale importanza come unghie, capelli, trucco e ciclo -

Don't Damn meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora