VII

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- Allora, me lo dici il tuo nome?- le chiese, inforcando nuovamente gli occhiali da sole e sollevando il cappuccio sulla testa, per proteggersi da eventuali e furtive occhiate curiose della gente che camminava per strada.

- Ci hanno fatto andare via senza nemmeno una vera e propria deposizione o, che ne so, una notte in gabbia...-

- Fammi capire un po', preferivi rimanere in quel luogo, magari veramente dietro le sbarre anziché uscire solo con quattro brevi parole?- le disse guardando il profilo della ragazza, che ancora si ostinava a tenergli segreto il nome mentre si abbottonava la giacca di jeans imbottita fin sotto al collo liberando la folta chioma rossa sulla schiena.

- Mi hai quasi investita, William- gli rispose secca, e quello sguardo gli solleticò ancora una volta la memoria, senza però venirne a capo con un ricordo concreto. Era frustrante non ricordare un viso ma sapere che c'entrava qualcosa con lui e il suo passato. Forse avevano solo fatto del sesso anni prima, quando viveva a Lafayette, forse l'aveva vista a qualche festa... ma dove di preciso non sapeva dirlo.

- Perché diavolo tu conosci il mio nome e io continuo a non sapere un bel cazzo di nulla sul tuo conto?- le chiese e guardò poi l'orologio sperando che qualcuno arrivasse prima possibile, per portarlo via da quel posto.

La sconosciuta accennò un sorrisino vagando con lo sguardo sul suo viso ben nascosto. - Oh, Bill, così mi ferisci...- disse e si incamminò verso la fermata dei pullman a qualche centinaia di metri da dove erano.

Axl sollevò la testa e sbuffò. Quella ragazza aveva la capacità di mandarlo fuori dai gangheri persino sfoderando un sorriso che più innocente non si poteva, perché, risalendo con gli occhi lungo quel volto, si poteva scorgere la scintilla paracula che le illuminava lo sguardo chiaro.

La seguì, alla fine, incurante del fatto che qualcuno lo avrebbe potuto attendere anche per parecchio tempo, davanti a quella stazione di polizia, prima di capire che di Axl non c'era traccia. Le si parò accanto, sfiorandole il braccio con il suo e sorridendo di rimando mentre procedevano a passo spedito verso la fermata.

- Che fai? Non avevi qualcuno che veniva a prenderti?- gli domandò tornando a guardare avanti.

- Io e te dobbiamo parlare perché è evidente che ci conosciamo e non penso sia per una scopata al volo o per un incontro in qualche backstage. Tu conosci il mio vero nome, quello che avevo quando ancora vivevo a Lafayette, dunque, penso sia il caso di darmi delle spiegazioni -

La giovane lo guardò, accigliandosi e arrivata davanti alla fermata gli si parò davanti, stringendosi nelle spalle. Lo osservò e si morse il labbro quasi combattuta sul da farsi. Axl si portò una sigaretta alle labbra e fece scattare l'accendino davanti al viso, ispirando il fumo a pieni polmoni.

- So dove lavori, dolcezza. Se non me lo dirai ora, mi troverai domani ad attenderti davanti al negozio di musica. E so essere molto insistente quando voglio-

L'autobus arrivò alle loro spalle, fermandosi il tempo necessario per far scendere i passeggeri e salire quelli in attesa, di fronte alle porte. La giovane si voltò da sopra la spalla sbirciando la gente che, in fila indiana, attendeva il proprio turno. Gli sorrise e si voltò salendo rapida sulla vettura, ancora per poco ferma al margine della strada. Guardò Axl reggendosi alle due colonne e accennò un altro sorriso, che questa volta contagiò lo sguardo in quel momento ridente.

-Mi chiamo Haley, Haley Smith, e vengo da Lafayette -

Le porte si chiusero e Axl rimase letteralmente congelato sul posto, mentre la guardava al di là del grande vetro del portellone incapace di far nulla che non fosse fissarla con la sigaretta mezz'aria che bruciava tabacco e le labbra schiuse.

Don't Damn meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora