XI

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Si erano dati appuntamento, verso ora di pranzo, fuori al negozio, ma non davanti all'ingresso sotto gli occhi tutti; Axl l'attendeva dietro al fabbricato di fronte all'ingresso merci.

Spense la sigaretta in terra e sbottonò la giacca cercando di disperdere il calore anomalo di un ottobre che pareva non aver intenzione di abbracciare le temperature autunnali, se non durante le ore notturne quando l'aria fredda si insinuava tra la pelle e i vestiti. Sollevò la testa e guardò il cielo sereno. Avrebbe potuto raggiungere il ristorante anche a piedi, passando per le vie secondarie, o magari no. Avrebbe chiesto di lasciargli guidare l'auto, sempre se ne aveva una.

- Hey-

La voce di Haley lo riscosse dai suoi pensieri e voltò la testa nella sua direzione, sorridendole. L'abbracciò e lei depose un bacio sulla sua guancia coperta da un leggero velo di barba.

- Non sai cosa ho dovuto dire, che scusa ho dovuto inventare per venire a pranzo con te- gli disse liberandosi del suo abbraccio; Axl inarcò le sopracciglia e scosse la testa divertito.

- Non mi dire... il fidanzato è geloso?-

- Il fidanzato non approva, e poi fidanzato è una parola un po' troppo grande- rispose lei stringendosi la giacca e sollevando le spalle fino a far scomparire dentro il collo del Jeans il mento e le labbra. Sollevò gli occhi nei suoi e si liberò del colletto, umettando le labbra che Axl non riuscì a non guardare.

- Scusa per ieri. Mi sono comportata come una vera pazza scatenata - gli disse arrossendo lievemente e deviando lo sguardo dal volto ai lunghi capelli biondo-ramati che scendevano lisci sulle spalle.

- Effettivamente sei stata una vera stronza. Se fossi stata un uomo, saresti ancora riversa in terra, in una pozza di sangue- ridacchiò lui incamminandosi per poi bloccarsi e guardarla con la fronte aggrottata. - Hai una macchina? Non mi sposto mai a piedi, da solo -

Haley gli afferrò il braccio e Axl si bloccò, voltandosi a guardarla con una punta di curiosità nell'espressione. - Ehm, no. La macchina è di Robert. Ci tocca camminare - in risposta lui scostò i capelli dal viso e prese una lunga boccata di aria, sollevano il mento; era nervoso e Haley lo capì all'istante.

- Axl, posso chiedere una cosa? - e fu più una domanda retorica che una vera e propria richiesta - Chi sei?-

Lui la guardò stranito e aggrottò la fronte infilando le mani nelle tasche dei jeans - Che vuol dire " Chi sono"? Conosci meglio me che quel cretino del tuo ragazzo-

Scoppiò a ridere e scosse il capo prima di tornare seria, o quasi - So chi sei, o meglio, so chi è William; voglio sapere chi è Axl Rose. Non sei veramente chi si dice in giro? Vero?-

- E cosa si dice di me, sentiamo- rispose cercando di mascherare il sorriso che premeva per spuntare dalle labbra. La osservò per un attimo cambiare espressione, come se cercasse di leggere al di là delle righe ciò che lui voleva tenerle nascosto. Si voltò da sopra la spalla quando un gruppetto di giovani gli passò accanto, sghignazzando. Uno dei tre lo riconobbe e, sgranando gli occhi, si fermò per complimentarsi della band, della sua personalità esplosiva e della musica che facevano e che stava dando una nuova ninfa vitale al Rock.

Con la coda dell'occhio osservò Haley restare in silenzio al loro scambio di battute e la vide stringersi nelle spalle spostando lo sguardo dall'uno all'altro, rimanendo però in disparte per tutto il tempo finché i tre sconosciuti non se andarono.

- Intendevo questo - indicò i tre che si allontanavano euforici - Cosa mi sono persa?-

- Veramente non sai nulla di me e della band? Ma dove cazzo hai vissuta fino a ora, scusa? -

- Lafayette, forse?- lo canzonò lei prima di guardare il quadrante dell'orologio e sospirare. - Mi spiace Bill, si è fatto tardi e tra mezz'ora devo rientrare-

Axl non era ancora pronto a lasciarla andare, non ora che l'aveva ritrovata. Umettò le labbra e si accigliò pensando a come poterla avere con sé, quella sera, ma non per portarsela a letto; quello era fuori questione. Voleva solo parlare con lei e scoprire quanto era rimasto della ragazzina che era stata e che lui conosceva.

- A che ora finisci?- le chiese a bruciapelo.

- Alle quattro e...- non le diede tempo di terminare la frase che prese nuovamente la parola, impartendo comandi come era solito fare, come era nella sua natura.

- Verrò a prenderti qui alle quattro, allora. E trova una scusa per lasciare a casa il fidanzato-

- Non puoi farlo, Bill. Ok? -

Axl aggrottò le sopracciglia e tentò di prendere la parola, ma Haley lo zittì con il solo sguardo, lasciandolo frastornato e senza parole.

- Ora mi ascolti, Axl Rose - gli disse poggiando il palmo contro il suo petto coperto dalla giacca di jeans, come a voler mettere ulteriore distanza tra loro. - Non sono più disposta ad essere il tuo giocattolino, il tuo passatempo da prendere e gettare via quando ha fatto suo tempo. So io quel che ho passato in quella città quando te ne sei andato, e non mi riferisco a quando sei venuto qui, a Los Angeles. Quindi, rispetta i miei spazi, Bill e lasciami stare. Ora ho una vita, un ragazzo che sto conoscendo pian piano e mi basta così; sono felice- si zittì e lo guardò negli occhi, lasciando che il silenzio tra loro li fagocitasse.

- Ti passo a prendere alle quattro, Haley - le sorrise e si voltò incamminandosi chinando la testa e sorridendo.

- Axl! Axl Rose!-

Non si voltò, ma sollevò un braccio in risposta.

- Non scomodarti a venire!-

Don't Damn meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora