VI

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Per tutto il tragitto si erano beccati come due vecchie comari, lui cercando di far valere le proprie ragioni, intervallandole con esplosioni di pura rabbia, e lei senza dargliela mai vinta, ma ribattendo velenosa a ogni suo tentativo di zittirla.

- Spero che te la tolgano la patente, pirata che non sei altro- aveva borbottato, fissando fuori dal finestrino e cercando di muovere i polsi ammanettati solo, a detta degli agenti, per precauzione. Sbirciò verso la figura del ragazzo, anch'egli immobile, ma anziché avere i polsi bloccati contro il ventre, li aveva ammanettati dietro la schiena.

Doveva avere circa la sua età, su per giù ventisette o ventotto anni e aveva un bel profilo, (quel poco che era riuscita a scorgerne con attenzione, vuoi per il contesto tutt'altro che amichevole e vuoi per come era bardato dietro a occhiali e cappuccio ) che strideva con quel suo carattere esplosivo. Possedeva lunghi capelli dai caldi toni del ramato, che incorniciavano un volto pallido e aggraziato, dove spiccano la mascella squadrata, coperta da una velo di barba, una paio di labbra sottili ma ben disegnate e un naso regolare. Lo sguardo era nascosto da un paio di occhiali a goccia, forse troppo grandi per quel viso, e ne celavano sia forma che colore.

Il giovane voltò la testa verso nella sua direzione, sorprendendola mentre lo studiava da sotto le ciglia. - Cosa ti guardi, eh?-

- Niente - mentì tornando a guardare fuori, oltre il finestrino della volante che procedeva lenta nel traffico, come se dovesse passar del tempo prima di rientrare in centrale. Sospirò e appoggiò la tempia contro il vetro freddo cercando di capire cosa mai avesse di così familiare quel ragazzo sedutole accanto. Se solo fosse riuscita a guardarlo, a vedere quegli occhi... una cosa era certa, quel tipo era una testa calda.

Axl aveva bisogno di una sigaretta; in quel momento il bisogno di nicotina era talmente ingestibile da percepire i primi sintomi dell'astinenza rincorrersi e fondersi, aumentando il livello di nervosismo già fuori controllo.

- Hey! Agente!-

Quello intento a guardar fuori, squadrando il culo di ogni bella ragazza gli capitasse a tiro si voltò da sopra la spalla.

- Ho bisogno di fumare -

Sentì la ragazza al suo fianco ridacchiare e le lanciò un'occhiata tutt'altra che amichevole, che venne ricambiata con uno sfrontato sorriso a trentadue denti.

- Fumerai quando arriverai in centrale-

Axl sbuffò e si lasciò andare contro lo schienale del sedile, socchiudendo gli occhi appena sentì il cuoio supportate la nuca. Sollevò una palpebra e sbirciò la figura immobile al suo fianco. Aveva gambe tornite, non proprio magre ma neppure grasse ed erano coperte da un brutto jeans dalla tonalità marrone che sbatteva violentemente con quel suo incarnato pallido. Voltò il viso verso lei e le osservò il profilo.

L'aveva già vista! Non ricordava bene dove, ma maledizione quel viso gli tornava familiare. Incontrò il suo sguardo chiaro, e le numerose efelidi parevano illuminarlo ancor di più.

- Cosa guardi?- gli chiese, inarcando un sopracciglio.

- Nulla. Hai solo un che di familiare-

La giovane inclinò la testa di lato forse nella speranza di guardarlo meglio e gli accennò un debole sorriso. - Anche tu hai qualcosa di familiare, a dire la verità, ma non so bene cosa-

- Siamo arrivati. Andiamo, ragazzi- disse l'agente aprendo lo sportello e scortandolo verso l'ingresso della centrale di polizia. Axl si voltò da sopra la spalla e vide la su compagna di sventura seguirlo con il volto basso ma il portamento fiero.

Chi diavolo è quella ragazza, si domandò varcando l'entrata, sfilando gli occhiali da sole che appese alla collana e liberando il capo dal cappucci della maglia. Fu invitato ad accomodarsi su di una sedia in plastica, una di quelle scomode e saldate ad altre, posta accanto al un piccolo ufficio nel quale entrarono i due agenti. Accanto gli fu fatta sedere la ragazza senza nome, che si portò la testa tra le mani ancora assicurate assieme dalle manette. La guardò ancora una volta prima di sollevare la testa e fissare il soffitto. Non seppe quando tempo rimase in quella posizione, perso a guardare l'intonaco bianco sopra la sua testa ma fu riportato alla realtà in maniera brusca, strappato al suo piccolo attimo di meditazione con una semplice parola, un nome sussurrato a fior di labbra.

- Bill?-

Ruotò la testa lentamente mentre le terminazioni nervose parevano congelarsi, impedendo qualsiasi tipo di movimento e atto verbale in sé; perfino chiudere le labbra e ingoiare saliva sembrava impossibile in quel momento, figurarsi articolare un discorso, seppur breve.

- William Bailey...- disse con voce tremante la giovane sconosciuta, che in quel preciso momento lo stava fissando con occhi sgranati e le gote appena arrossate.

- No. Sono William Rose... Axl Rose. Chi sei?- le chiese lui, aggrottando le sopracciglia e guardandola serio in volto.

Breve, brevissimo capitolo ma non potevo farlo più lungo, non per quello che viene dopo

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Breve, brevissimo capitolo ma non potevo farlo più lungo, non per quello che viene dopo. Prendetelo come una breve intro al capitolo successivo.

Vi sto incasinando la testa? 😂

Axl e Sandra
Sandra e le sue serate alticce
Izzy e Lucy
Slash e Lucy
E ora... chi è questa nuova ragazza?

Vediamo se avete buon fiuto per le trame assurde 😎

Don't Damn meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora