XXXII

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- Potresti rispondere a quel maledetto telefono, per favore -

- Maledetto... un fottuto maledetto figlio di una fottuta cagna...- sproloquiò Axl affondando la testa tra i capelli della ragazza che fino a qualche istante prima dormiva avvolta nel suo abbraccio.

- Rispondi, per favore - si lamentò coprendosi l'orecchio esposto con la mano.

Axl rotolò sulla schiena, staccandosi da quel corpo caldo raggomitolato contro il suo e allungò il braccio, cercando a tastoni qualcosa che assomigliasse a una cornetta. Quando la trovò la portò all'orecchio senza aprire gli occhi né schiarirsi la voce, ma lasciando liberi i pensieri che gli attraversavano la testa.

- Hai finito di rompere il cazzo, chiunque tu sia al di là di questa fottutissima cornetta?-

- Axl! Oh Dio sei vivo!-

- Cosa diavolo... lasciami dormire, Slash!- fece per riattaccare ma il ragazzo gli urlò di non chiudere la telefonata e ascoltarlo.

Si sollevò a sedere passando la mano libera sul volto ancora assonnato. Guardò l'ora attraverso il quadrante del suo orologio e imprecò ancora una volta contro il chitarrista che lo aveva svegliato.

- Si può sapere cosa vuoi? -

- Non possiamo uscire dall'Hotel, amico. Siamo letteralmente circondati dai fan! -

Si accigliò e, invitandolo a rimanere in linea, si alzò lesto dal letto senza preoccuparsi di essere completamente nudo. Raggiunse la finestra e si voltò da sopra la spalla, quando sentì la flebile voce della ragazza chiamarlo dal letto sfatto.

- Slash dice che non si può uscire dall'albergo...-

Scostò la tenda e puntò lo sguardo oltre la piscina dell'albergo dove un cospicuo gruppo di ragazzi e ragazze cercava di arrampicarsi su per il muro di recinzione. Spingevano, si aggrappavano, tiravano gli uni i vestiti e gli arti degli altri e si issavano su per i mattoni che  componevano quel muro tutt'altro che a prova di intruso, attirati da qualcosa che pareva aver innescato in loro una sorta di folle risposta: erano su di giri, eccitati e presto Axl capì il perché.

Izzy e Lucy erano fermi dall'altro lato di quel muro, oltre la piscina e parlottavano con gli uomini della security tenendo lo sguardo puntato verso l'inferno al di là della proprietà dell'hotel.

- E perché no?-

Axl tornò a guardare la giovane, che nel frattempo si era sollevata dal materasso e sedeva con la schiena appoggiata al cuscini. Aveva il lenzuolo a coprirle i seni e uno sguardo preoccupato sul bel viso ancora non completamente sveglio. Le fece cenno di raggiungerlo e lei scese scalza, in punta di piedi, infilandosi veloce una maglietta, la prima che trovò in terra.

- Guarda- le disse - e dimmi cosa succede-

Axl tornò al telefono, felice che il ragazzo fosse ancora lì nonostante il tempo passato in attesa.

- Guarda in piscina- gli disse Slash

- Sì, stiamo guardando... dici che scavalcheranno?-

- Axl! Hanno scavalcato!-
- Non ci credo! Sono dentro! Scappa Izzy!-

Parlarono all'unisono, la prima urlando il nome del ragazzo e facendogli cenno di andare alla finestra e il secondo ridendo come un pazzo al di là della cornetta.

- Vengo da te- gli disse il chitarrista un momento prima di chiudere la telefonata.

Duff e Tory furono gli ultimi ad arrivare nella stanza di Axl, scortati dalla security fin dentro la stanza perché, perfino all'interno dei corridoi dell'albergo che li ospitava, sbucavano giovani disposti a tutto pur di poterli toccare o abbracciare.

Don't Damn meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora