Capitolo quarantuno

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- Che cazzo t'è preso, uh?- Axl lasciò andare il polso di Haley solo dopo che ebbe chiuso con impeto la porta della sua stanza da letto.

La ragazza si massaggiò con le dita la pelle arrossata dalla sua stretta salda, mentre continuava a fissarla in cagnesco in attesa di una risposta. Non voleva dargliela vinta, non quella volta e non dopo che anche lui aveva preso parte a quella denigratoria scenetta becera ( non che lo avesse fatto con quel fine, lui, ma il ricordo era ancora caldo nella sua mante ).

- Cosa pensavi di ottenere Hal, dopo aver innescato quella bomba? Che cazzo avevi in testa? - le puntò un dito contro il petto imprimendo quel tanto di forza da farle oscillare appena il busto all'indietro. - Mettiti in testa una cosa, Haley, perché non lo ripeterò più. Con chi scopiamo, chi frequentiamo e cosa facciamo sono fatti che riguardano solo noi. Solo noi e nessun altro e...- ma non riuscì a finire la frase che Haley era già con la mano alla porta decisa a andare via da quella casa.

Non poteva crederci, anzi non voleva crederci. La stava accusando a piede libero e stava proteggendo spudoratamente quella troia senza un briciolo di amor proprio di Sandra. Tanta era la rabbia che aveva in corpo che non era neanche capace di mandarlo a quel paese, di gridargli di andare allora dall'altra e scordarsi di lei.

Quello non era il ragazzo che conosceva, non era neanche quello che credeva aver imparato a conoscere. No. Quello era solo un grandissimo testa di cazzo con un ego smisurato, tanto grande quanto il suo...

- Aspetta, Hal-

Il suo flusso di pensieri rabbioso fu interrotto da due semplici parole pronunciate con voce morbida, calda. Star dietro a quei sbalzi d'umore avrebbe portato all'esaurimento persino uno specialista del campo.

Si voltò da sopra la spalla e fissò ancora contrariata quello sguardo verde, così maledettamente tormentato e pieno di ombre. Non lasciò andare la maniglia, una sola altra frecciata, una parola mal detta e avrebbe per sempre chiuso Axl Rose fuori dalla sua vita assieme alla porta di quella stanza.

- Non ho finito con te- le disse avvicinandosi di un passo.

- Bene, ma io con te ho chiuso - tornò a guardare davanti, dispiaciuta in cuor suo per aver sperato in qualcosa che non fosse la mancanza di tatto del ragazzo. Abbassò la maniglia e la porta si aprì, e già pregustava il momento in cui avrebbe lasciato quella casa. Al senso di vuoto avrebbe pensato poi.

Contro ogni suoi piano e disegno, la porta si richiuse spinta dal palmo di Axl. Si voltò schiacciando le spalle contro il legno chiaro ingabbiata tra le braccia tatuate di lui. Poteva sentire il suo respiro sul viso, il suo odore in maniera distinta e la voglia che aveva di lei, perfino in quel momento, perfino quando la rabbia era protagonista indiscussa.

- No...- sussurrò lei, deviando lo sguardo dai suoi occhi alle sue spalle.

- Non ho finito ancora con te...-

- Vaffanculo, Axl. Lasciami andare- sarebbe bastato poco... un calcio nelle palle e sarebbe stata libera,!e Dio se se lo sarebbe meritato.

- È vero quello che hai detto?-

Haley lo guardò confusa ma presto intese il significato di quella frase. Aveva detto che lo amava, lo aveva confermato davanti a tutti quasi senza rendersene conto e ora doveva confrontarsi con le conseguenze del suo piccolo segreto svelato.

- Haley, perché non me ne hai mai parlato prima? Pensavo che fosse affetto, il tuo... una sorta di amore decontestualizzato... platonico o come cazzo si dice -

Si morse il labbro e cercò di evitare il suo sguardo indagatore, sperando di poter sgusciare via da quella situazione scomoda nella quale era finita.

- Bill... io.... -

Don't Damn meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora