VIII - parte 4-

176 21 3
                                    

In quel periodo dell'adolescenza in cui normalmente i ragazzi affrontano i loro problemi con quello spirito di ribellione che li accomuna, il particolare temperamento di William, caratterizzato da un altalenante stato di calma apparente e scatti di rabbia improvvisa, si stava consolidando sia per il pugno di ferro del padre, sempre più rigido e violento, che per le nuove esperienze vissute grazie al gruppo al quale faceva parte, le cui regole e passatempo cozzavano vistosamente con le lezioni di vita che impartiva la famiglia Bailey.

William aveva consolidato l'amicizia con Jeff e Mark i quali, oltre a far lentamente uscire il ragazzo dal bozzolo nel quale era stato rintanato a forza, lo avevano iniziato a qualche piccolo vizio, sigarette e a volte Marijuna, senza però riuscire a trascinarlo in quello che per lui pareva essere un tabù: il sesso in primis e l'alcol. 

Alla soglia dei sedici anni, Bill non era ancora andato più in là di un bacio o di una carezza, svignandosela o chiudendosi a riccio quando la conoscenza si faceva più interessante... o scottante. Osservava curioso ma al tempo stesso distante Jeff o Mark baciare e toccare questa o quella ragazza e spesso finiva per isolarsi e andarsene, sfogando la frustrazione tra le mura della stanza di Haley che pareva riuscire a "leggerlo", trovando sempre il modo di farlo uscire dal vortice di pensieri che lo inchiodavano, tarpando le sue giovani ali.

-Perché deve essere così complicato, quando dovrebbe essere naturale e... bello? - le aveva domandato una volta mentre, seduto sul letto di Haley a gambe incrociate, cercava di affrontare per l'ennesima volta la questione sesso, o meglio preliminare del sesso.

- Forse perché non hai trovato la ragazza giusta- gli rispose lei, giocando con i lunghi capelli umidi di doccia mentre lo guardava negli occhi.

- E pensi che funzioni così per tutti? Non mi pare che per gli altri faccia molta differenza l'una o l'altra- rispose guardando fuori dalla finestra la pioggia battere contro le i vetri.

- Non lo so, Bill. Sono vergine, lo sai, e di questo passo ci morirò anche- sbuffò iniziando ad annodare le ciocche tra loro in una elegante treccia che scendeva morbida sopra al seno. - E sei l'unico che ho baciato, anche se per gioco-

- Potremmo provare a fare altro, allora... - disse lui trattenendo il labbro inferiore tra i denti e deviando lo sguardo imbarazzato da quello di lei sconcertato. - Poi se non ci piace, ci fermiamo -

Attese una risposta, che ovvio non arrivò ma lesse nel suo sguardo azzurro curiosità mista a vergogna; a conferma vi erano le gote arrossate e il respiro accelerato.

William le prese la mano nella sua e la tirò a sé arretrando con la schiena fino a toccare i cuscini. Le tolse gli occhiali e le sorrise, poi avvicinò le labbra alle sue e la baciò in maniera delicata, come soleva fare. Un bacio da amico, tenero e senza trasporto; un semplice contatto tra bocche, almeno finché Haley non schiuse le labbra in un muto invito a darle di più.

Insinuò la punta della lingua tra quei due petali morbidi e sospirò mentre accarezzava la sua, umida, in un lento bacio. Sapeva di non essere bravo, ma in fondo erano entrambi ancora alle primissime armi.

- Toccami- le sussurrò tra un bacio e l'altro - toccami Haley, non aver paura- ma nessuna carezza arrivò, se non un tremolante sfiorar di dita tra la spalla e il pettorale sinistro.

Fu quando le prese la mano nella sua e la condusse lenta sulla patta dei jeans che la sentì animarsi, aumentando la frequenza cardiaca e il respiro che diventava quasi strozzato in gola.

- Bill, io...- balbettò mentre il respiro diventava sempre più rapido e il bacio più impegnativo. Le serrò le dita attorno all'erezione, che premeva dietro alla stoffa del jeans, e iniziò a muovere la mano sopra quella di lei impartendo il ritmo delle carezze.

Don't Damn meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora