Era ancora lì, fermo all'ombra della grande palma a poche centinaia di metri da casa di Erin, mentre, seduto in auto con in sottofondo Mama Kim, girava tra le dita le due chiavi che lei gli aveva lasciato mesi prima, quando Axl soleva passare gran parte del suo tempo libero fra le mura di quella casa.
Avrebbe dovuto ridargliele, ne era consapevole e sopratutto avrebbe dovuto togliersi dalla testa la malsana idea di intrufolarsi in quel villino e frugare tra le sue cose per avere la situazione in mano, e fare chiarezza una volta per tutte su cosa avesse fatto di male per meritarsi quel trattamento da criminale.
Spense la radio e strinse nel pugno la chiave guardandosi un'ultima volta attorno per sincerarsi di essere per davvero solo in quel preciso momento: nessun vicino rompipalle in attesa di succose news da dietro la siepe, nessuna pattuglia di ronda e sopratutto nessuna elegante figura femminile passeggiare al di là delle grandi tende trasparenti che proteggevano la privacy della casa; dopotutto erano appena le tre del pomeriggio e, a quell'ora, Erin sarebbe dovuta essere a qualche provino di moda dei suoi e lui avrebbe avuto libero accesso a tutto ciò che voleva.
Scese dall'auto e, profilo più basso possibile con cappuccio sceso in testa, viso chino e andatura disinvolta, si diresse verso la proprietà. Infilò la chiave nella toppa della serratura, chiusa a doppia mandata, e disattivò manualmente l'allarme una volta chiusosi la porta alle spalle.
Chiuse gli occhi e respirò a pieni polmoni l'odore che saturava l'ambiente e che conosceva più che bene: odore familiare; era a casa.
Il reparto giorno era come lo ricordava, ordinato, areato e con quel tocco di eleganza femminile che contraddistingueva Erin da tutte le altre donne: classe; ma non era solo quello a fare di lei la persona che era, a elevarla sopra la massa.
No signori!
Erin era determinata, audace ma al contempo dolce e questa combinazione lo aveva mandato al tappeto di netto. Erin aveva sempre avuto quel coraggio, che alle altre mancava, di affrontarlo, fronteggiarlo e rimetterlo al suo posto quando l'aggressività aveva il sopravvento sul buonsenso. Era stata l'unica, almeno fino ad allora, ad averlo a modo suo domato... anche se il termine domare non era poi tanto azzeccato, vista la continua rabbia che gli ribolliva sotto pelle.
Un mazzo di rose tea catturò la sua attenzione. Era sistemato su di un bel vaso in vetro, sopra al tavolo circolare tra le due grandi vetrati e conferiva un tocco ancor più elegante all'angolo di sala.
Rose, pensò, cosa diavolo ci fanno delle rose in casa di Erin?
Si avvicinò al tavolo e sfiorò con le dita uno dei petali candidi, venati di un tenue rosa che pareva ricordare il marmo del suo pavimento. Scese con il polpastrello lungo lo stelo, poggiandolo contro una delle spina e premette finché un leggero bruciore non si irradiò lungo tutto il dito.
Ritirò la mano e portò il polpastrello alle labbra, leccando via la piccola goccia di sangue formatasi sulla superficie prima di voltarsi e incamminarsi verso la camera da letto.
Il grande letto matrimoniale era sfatto su entrambi i lati, come se avesse ospitato due corpi. Si avvicinò e lasciò scorrere la mano lungo il lenzuolo che copriva i materasso, laddove Erin soleva coricarsi. Era freddo.
Prese il cuscino e lo portò al viso, ispirando il suo odore che gli produsse un leggero capogiro. Sapeva di lei, tutto sapeva di lei. Girò attorno al letto non staccando mai la mano dalle coperte e afferrò l'altro cuscino.
Cosa... che cazzo..., disse tra sé e sé mentre un odore che non conosceva gli solleticava l'odorato. Sapeva di colonia maschile e di quella tipica nota speziata che il sesso rilasciava attraverso la pelle, durante l'atto.

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Don't Damn me
أدب الهواةTerzo volume della serie Nightrain. In ordine: - Nightrain - Dust & Bones - Don't damn me Anno 1991, la band è prossima a partire per il " use your illusion Tour" che li porterà in gira per il mondo per due lunghi anni. Personaggio centrale sará A...