- Axl Rose. Come mai sei qui a quest'ora del giorno?-
Axl si voltò da sopra la spalla mentre, seduto davanti al bancone del Cathouse, sceglieva con il responsabile degli eventi le date più consone per promuovere il nuovo album e l'ormai prossimo tour mondiale. Non era da lui sedersi e discutere di quando e come esibirsi, per quello aveva un uomo che pagava profumatamente, ma dovendo attendere le quattro del pomeriggio decise di impiegare il tempo in qualcosa di utile e costruttivo per la band.
- Ciao Adriana- la guardò senza molto interesse, lasciando scorrere rapido lo sguardo lungo il corpo della spogliarellista prima di tornare a parlare con l'uomo intento a sfogliare l'agenda. - Allora vada per venerdì -
- Sei sicuro che non c'è problema per voi, dato il poco preavviso?- chiese guardando Axl negli occhi. Aveva lunghi capelli neri che scendevano mossi a coprire parte dei colorati tatuaggi che coprivano le braccia magre.
- Suonare è sempre un piacere e mai un dovere, e...- si bloccò quando le braccia della ragazza scesero dalle spalle, incrociandosi sul petto. Adriana posò il mento appena sopra la clavicola del ragazzo, ruotando il viso quel poco che bastava per sfiorargli con il naso la guancia e depose un bacio all'angolo delle labbra.
- Aspettami di là, arrivo subito- le disse e lei si staccò riluttante, allontanandosi in silenzio.- Dicevo... Ah sì! Saremo pronti per venerdì e questo è il numero dell'ufficio del manager. Contatta anche lui- disse e trascrisse il numero di telefono sull'agenda, seguito dal nome. - Ora, se non ti dispiace, vado a salutare una vecchia amica -
Aprì la porta della stanza dove solevano prepararsi le band e la trovò stesa sul piccolo divano usurato; stringeva una sigaretta tra le dita della mano destra e gli sorrideva Rannicchiò le ginocchia, piegandole per fargli spazio e divaricò appena le cosce nude: era vestita solo di un ampio maglione che copriva a malapena le mutandine bianche.
- È tanto che non ci si vede, Axl. Che fine avete fatto?- domandò aspirando il fumo e rilasciandolo sopra a testa in piccoli cerchi concentrici.
- Vedo che ti siamo mancati, piccola Adriana- Sedette accanto a lei e le sfilò la sigaretta dalle dita, portandosela alle labbra. - Vieni qui - le disse e la fece accomodare cavalcioni sulle gambe osservandola sorridergli. Era carina, Adriana, lo era sempre stata ed era di buona compagnia. Era una delle prime con le quali aveva sperimentato il miglior sesso della sua vita e la prima di una lunga lista di threesome con la band.
Adriana era anche stata la ragazza di Steven e la stessa che, ancora fidanzata con il batterista, aveva prestato la sua voce e il suo corpo per incidere la fortunata Rocket Queen, anche se la
controparte maschile in quel momento non era stato Steven ma lui stesso.E Adriana si era aspettata qualcosa di più da loro, da tutti loro. Avrebbe voluto essere la loro Rocket Queen per sempre, avrebbe voluto diventare famosa, un'attrice, emergendo da quel covo di disperati nel quale si trovava e dove ancora era.
Axl le accarezzò le cosce percorrendo lento con i palmi la superficie di quel corpo perfetto, risalendo lungo i fianchi coperti dalla maglia e stringendo infine i piccoli seni nelle mani. Gli sorrise e mosse il bacino prima di chinarsi e baciarlo. - Mi sei mancato, Axl -
- Dimostrami allora quanto ti sono mancato - le disse e lei sorrise, scendendo lenta dalle sue gambe e piazzandosi in ginocchio, tra le cosce di Axl divaricate.
- La mia Rocket Queen- le disse e chiuse gli occhi.
Adriana schioccò le labbra cremisi davanti allo specchio ed eliminò la sbavatura con il pollice. - Allora? Venerdì vi vedrò tutti?- domandò guardandolo attraverso lo specchio mentre fumava una sigaretta steso sul divano, con la testa appoggiata al bracciolo e reclinata leggermente all'indietro e lo sguardo nel suo.
- Sì-
- E ci sarà anche Slash, vero?-
Axl aggrottò la fronte e soffiò il fumo dalle labbra schiuse. Che diavolo di domande faceva quella ragazza, domandò stranito.
- Non vedo l'ora di salutare il mio chitarrista preferito! - disse mentre Axl si sollevava dal divano guardandola serio. Adriana gli sorrise attraverso lo specchio e passò la punta della lingua lungo il labbro inferiore in un silenzioso invito a ricordare i loro ménage.
- Scordatelo, baby. Se Slash porterà con sé la sua fidanzata avrà l'uccello sotto chiave- rise e spense la sigaretta in terra prima di alzarsi e stiracchiare le membra addormentate; ma quel gesto lento e rilassante durò il tempo necessario al cervello a mettersi in moto, attivando tutte le fasce nervose che correvano lungo la colonna vertebrale e proporre la sua di alternativa. - Adriana, ti affido Izzy. Ridammi l' Izzy che tutti conoscevamo. È giù di corda e va scosso, stimolato e tu sei brava nel farlo-
La ragazza si voltò e arricciò le labbra in un gesto tutt'altro che convinto. - Izzy?- domandò e gli si avvicinò posando i gomiti sulle sue spalle. - Non ci siamo molto simpatici, lo sai vero? Ma ci proverò, sempre se mi concerai un bis... io e te soli-
Axl guardò un'ultima volta l'orologio che in quel momento segnava le tre e quarantadue del pomeriggio e buttò in gola l'ultimo goccio di Jack rimasto nel bicchiere. Dove si era cacciato quel maledetto autista, si chiese iniziando a picchettare nervoso con le dita sul bancone del bar. Se fosse arrivato in ritardo, lo avrebbe fatto licenziare in tronco... lui e il suo assistente.
- Hey! Scusa amico ma ho avuto un piccolo inconveniente a casa-
Axl si voltò da sopra la spalla, riconoscendo a volo quella voce impastata; l'avrebbe potuta azzeccare tra mille, inconfondibile come era sopratutto quando alterata da litri di alcol.
- Perché sei qua, tu?- chiese accigliandosi, lasciando la presa dal bicchiere ormai vuoto.
Slash lo raggiunse barcollando sulle gambe magre e con il solito volto coperto dalla cascata di ricci indisciplinati. - Un bicchiere anche a me, per favore- disse al ragazzo che stava sistemando gli alcolici per la serata e che non nascose il disappunto nel versare due dita in un nuovo bicchiere.
- Dai, amico! Che cazzo è questo? Versa!- esclamò incredulo il chitarrista, agguantando poi la bottiglia prima che il giovane barman la
facesse sparire alle sue spalle.- Ragazzi, il bar è chiuso e voi mi farete finire nei guai- ribatté incrociando le braccia al petto e fissando i musicisti colmare i propri bicchieri. Axl si accese una sigaretta e sbuffò il fumo in faccia al ragazzo, che rispose imprecando. - Se fai il nostro nome, non corri pericolo - poi si voltò verso l'altro e incrociando gli avambracci lo osservò, prima di domandargli cosa facesse lì.
- Ti sono venuto a prendere. Mi sono offerto; più che altro, quando Tod ha chiamato a casa e ha detto che era impegnato per venire a prelevare il tuo culo da qua, - buttò nello stomaco un altro sorso di Jack e ruttò felice - mi sono fiondato fuori casa lasciandomi alle spalle Lucy e le sue sue paranoie...-
- Avete litigato, eh?- ridacchiò Axl scolando a sua volta il contenuto del bicchiere in un sol sorso e alzandosi posando una mano sulla spalla del chitarrista.
- Mi sono rotto le palle, credimi... sono tanto così a sbatterla fuori casa. Andiamo che il tuo appuntamento chiama... è condivisibile?- domandò incamminandosi accanto ad Axl che scosse la testa ridacchiando.
- Ah, stavo per dimenticare, Slash. Dopodomani suoniamo, qua-

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Don't Damn me
FanfictionTerzo volume della serie Nightrain. In ordine: - Nightrain - Dust & Bones - Don't damn me Anno 1991, la band è prossima a partire per il " use your illusion Tour" che li porterà in gira per il mondo per due lunghi anni. Personaggio centrale sará A...