XVI

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- Lucy - Izzy chiuse la porta d'ingresso alle spalle, lasciando fuori Treader che, neanche a farlo apposta, non perse un solo minuto a guaire sfrecciando lungo il perimetro della villa per entrare da una delle portefinestre lasciate aperte, probabilmente quella della sala da pranzo. Sorrise nel vederselo scodinzolare davanti agli occhi e gli accarezzò il dorso, prima di raggiungere la cucina per sistemare in freezer la vaschetta di gelato che aveva comprato sulla via di ritorno dall'incontro con la band e manager. Quelle sarebbero state le ultime settimane prima del grande evento!

Richiuse il congelatore e riempì un bicchiere di acqua direttamente dal distributore esterno, seguito poi da una cascata di ghiaccio.

- Izzy? Sei tu?- la voce della ragazza arrivava dall'esterno della casa, probabilmente dalla zona di giardino dove il chitarrista aveva fatto costruire una piscina rivestita di mosaico, dai toni del celeste e del bianco. Il frastuono del tritaghiaccio aveva probabilmente risvegliato l'attenzione verso quella stanza.

Izzy uscì dalla cucina e si fermò sotto il portico, sedendo su di una delle poltrone color faggio che godevano della fresca ombra di quel caldissimo e soleggiato sabato pomeriggio. Arrotolò le maniche della maglietta fin sopra i gomiti e le sorrise, portando alle labbra il bicchiere.

- Non ho saputo resistere alla calura- indicò poi il termometro alle sue spalle, assicurato alla parete. - Indica ottanta punto sei Fahrenheit e in questa parte di casa il sole non tramonta fino a sera -  disse battendo lenta i piedi sulla superficie dell'acqua, mentre le braccia erano posate sul bordo della piscina. Non riusciva a vedere altro che quelle pallide braccia, il viso bagnato e i piedi ma era abbastanza per ridestare una parte di lui che fremeva da tempo.

Il silenzio che calò tra loro alimentò il dannato bisogno che entrambi provavano da ormai troppo tempo, lei celato dal rossore delle gote e dal lento schiudersi della labbra umide e lui dai silenzi e dallo sguardo che famelico si posava sulla pelle della ragazza.

- Lucy, mi stai provocando di proposito o cosa?- domandò posando il bicchiere sul tavolino di fronte al divanetto e si alzò, raggiungendola per sedersi sui talloni, proprio di fronte a lei che continuava a guardarlo languida, lasciando scorrere gli occhi lungo tutta la sua figura vestita.

- E se ti chiedessi di raggiungermi?-

Lui sorrise quando notò che la bionda per la quale aveva perso la testa da ormai troppo tempo aveva indosso solo un semplice slip di cotone bianco, reso trasparente dall'acqua e che mostrava e risaltava le curve perfette dei suoi glutei.

Scalciò le scarpe e si liberò della maglietta seguita poi dai pantaloni e dai calzini. Sorrise quando vide i suoi occhi azzurri scendere rapidi e discreti sul rigonfiamento dei boxer, tornando veloci ad incatenarsi a quelli suoi verdi.

Lucy si diede una piccola spinta con le braccia e si staccò dal bordo, mostrandosi a Izzy che, dal canto suo, non perse tempo e si tuffò nella piscina raggiungendola. Poggiò i piedi in terra e l'attirò a sé, mentre l'acqua attorno ai loro corpi si increspava in piccolissime onde che si infrangevano contro le loro spalle.

Lucy allacciò le caviglie ai suoi fianchi posando la sua intimità contro l'erezione trattenuta nel boxer e che pregava di essere liberata per affondare in lei. Intrecciò le dita tra le ciocche rasta che sarebbero diventate un disastro e reclamò le sue labbra in un bacio violento, passionale e forse rimandato da troppo tempo.

Gemette Lucy quando sentì i denti di Izzy morderle il labbro inferiore per poi succhiarlo e lenire quel bruciore con la lingua, mentre le sue dita si serravano con più forza attorno alle natiche, spingendola contro il suo bacino che si muoveva lento.

Lasciò scivolare le labbra lungo il collo nutrendosi dei gemiti e dei sospiri di entrambi.
- Ti voglio, cazzo! Ti voglio ora- le disse prima di guardarla in viso e riappropriarsi della sue labbra.

- Usciamo da qua, allora...- rispose tra un bacio e l'altro.

Izzy la staccò da suo corpo e le prese la mano, guidandola fuorj dall'acqua. Lasciò andare le sue dita il tempo necessario per stendere il telo, che era stato precedentemente sistemato su di uno dei lettini, in terra e guidarci Lucy. Si sistemò tra le sue gambe e si puntellò su di un gomito, lasciando vagare lo sguardo da quel viso perfetto al seno candido.

- Sei bellissima- le disse prima di baciarla.




- Dove diavolo è Axl?- sbraitò Izzy sbattendo la porta dietro di sé e lasciandosi cadere sul vecchio e scomodo divanetto della stanza, dove i ragazzi stavano finendo di scaldarsi per la serata imminente. Tory, Sandra e Lucy smisero di parlare tra loro, sedute sulla piccola panca alla destra della batteria e si voltarono verso il nuovo arrivato, che non finiva di apostrofare in mille orrendi modi il ritardatario Axl.

Slash, appollaiato sullo sgabello accanto a
Duff e sul lato opposto rispetto alle ragazze, sollevò lo sguardo dalla sua chitarra che continuava a pizzicare e sbuffò il fumo dalle labbra serrate attorno a una sigaretta. Il suo sguardo scuro si posò per un momento sulla figura divertita di Lucy, che aveva ripreso a ridacchiare per una battutina di Sandra prima di chinare nuovamente il viso e nasconderlo tra i ricci indomiti.

- Abbiamo ancora dieci minuti. Arriverà, questa volta arriverà - sentenziò il biondo bassista annuendo e tornando a muovere le dita lungo il manico del suo strumento.

- Quel testa di cazzo, quel megalomane e fottuto coglione... state a vedere che ci toccherà salire sul palco senza di lui e improvvisare...- Izzy rincarò la sua dose di veleno mentre portava alle labbra una sigaretta e dava fuoco alla punta con un piccolo accendino pescato sul cuscino alla sua sinistra.

- Non vedo quale sia il problema- Slash parlò senza sollevare la testa, ma inclinando la chitarra verso di sé, poggiandola sulle cosce in orizzontale pronta a produrre una serie di rapidi accordi in sequenza.

- Non possiamo presentarci al nostro pubblico senza frontman, Slash. Non è la stessa cosa e tu lo sai bene- posò la schiena contro la spalliera e chiuse gli occhi reclinando la testa all'indietro - Dio che voglia di vederlo fuori dalla pelle - poi sollevò il capo e inarcò le sopracciglia mentre guardava gli altri - Licenziamolo! Tanto sappiamo cantare tutti...-

- Tutti tranne Slash- ridacchiò Duff che si prese un bel vaffaculo dal diretto interessato.

La porta della stanza si aprì e un ragazzo dai lunghi capelli neri fece il suo ingresso. Al collo aveva un laccio dal quale pendeva una targhetta con su scritto  "Staff". Guardò i ragazzi, uno alla volta, accigliandosi quando tornò nuovamente sul viso di Matt. - È ora. Dov'è il cantante?-

- Merda! - Izzy portò le mani in viso e si sollevò dal divano, osservando gli altri serio in volto. - Usciremo con 14 years, poi diremo qualche cazzata per far passare tempo e attaccheremo con So fine. E se non sarà ancora arrivata, la nostra prima donna del cazzo, continueremo con Dust and Bones-

I ragazzi annuirono e lasciarono gli strumenti in terra, raggiungendo la porta dove il giovane li attendeva con le braccia conserte e non l'aria di uno che aveva una fottuta fretta. Li invitò a seguirlo, affinché fossero microfonati e pronti per la serata.

Izzy trovò le dita di Lucy a sfiorare le sue durante il tragitto e voltò la testa verso lei, sorridendole. Quella sera non fece mistero di come stessero andando le cose tra loro. Le circondò le spalle con il braccio e la strinse a sé sotto gli occhi divertiti di Duff e Matt e lo sguardo enigmatico di Slash.

- Spaccate il Whisky a Go Go, ragazzi!- urlò Tory saltando sulla schiena del suo ragazzo.

Don't Damn meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora