VIII- Parte 2-

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Quella non fu la sola volta in cui Haley dovette prendersi cura della pelle di Bill, arrossata da morso della cintura o dalle percosse inflitte su parti nascoste del corpo, come braccia, gambe, schiena e ventre.

Ci furono molti altri episodi, ma nonostante tutto William continuava a essere il ragazzino tranquillo e timido che Haley aveva conosciuto un paio di anni prima, nascosto tra i rami di quegli arbusti.

Le aveva parlato di sé, della sua famiglia e di chi era e cosa facesse suo padre. Le aveva raccontato di come fosse obbligato a cantare nel coro della chiesa di quell'uomo che lui si ostinava a chiamare papà, e che gli aveva perfino imposto regole per quanto riguardava l'intonazione della voce, e di come lo avesse punito quando aveva tentato di far emergere quegli acuti e quel timbro che lei adorava sentire, producendo quello che il maestro di canto aveva chiamato " strepitoso falsetto".

Le aveva parlato delle regole della casa, che lui, suo padre, dettava e cambiava a suo piacimento e di come sua mamma non facesse nulla per proteggere lui e sua sorella da un padre che ovviamente di padre non aveva nulla. Le aveva confidato più di una volta che sperava morisse, quell'uomo, come anche sua madre, quando il dolore in petto diventava insopportabile.

Haley ascoltava, sempre, senza mi interromperlo e senza mai compiangerlo perché sapeva che William non voleva compassione né da lei ne da alcuno, solo un'amica che sapesse, che ascoltasse e che desse a richiesta consigli; che gli fosse vicino e che desse supporto. Ma non era solo questo, la loro amicizia era vera, forte. Era reale.

Col tempo, la tana era diventata troppo piccola per poterli ospitare ancora, e alla soglia dei tredici anni lei e dei quattordici lui si trovarono spesso a parlare e scherzare in camera di Haley, spesso quando vi era solo la nonna ad  accudirla. Con la scusa dello studio a casa, Bill entrava dalla porta principale, salutando cordialmente la vecchia signora seduta in poltrona, che guardava uno dei programmi per pensionati trasmessi in Tv.

Altre volte entrava dalla finestra, che lei lasciava aperta apposta e portava con sé le sue ultime scoperte o interessi, come vinili, riviste o giochi. E quello fu proprio uno di quei pomeriggi in cui William sgattaiolò nella stanza di Haley per mostrarle la sua nuova passione musicale. Sua madre, di nascosto del padre, gli aveva fatto ascoltare i Queen e l'effetto su di lui fu scottante.

- Ti sta bene- le disse entrando furtivo in camera, buttandosi sul letto e poggiando poi la schiena contro la montagna di cuscino che adornavano il piccolo letto di Haley.

- Non dovresti più entrare di nascosto in camera mia. Sono una ragazza, adesso, e tu sei un ragazzo...- gli disse voltandosi e tirandosi più giù possibile l'abito che a malapena le copriva metà coscia. Axl rise e le tirò uno dei cuscini addosso.

- Parli come mio padre - le sorrise e lasciò vagare lo sguardo lungo il corpo di lei che arrossì vistosamente. - Stai veramente bene così, Hal. Hai perso peso, hai messo su quelle...- indicò il seno ridacchiando e ricevette indietro il cuscino, direttamente in faccia.

- Basta, Bill. Mi imbarazza, lo sai - poi tornò seria e lo guardò - trovi veramente che sia dimagrita?- chiese, e sorrise quando lui annuì con la testa. Si morse il labbro sapendo di aver le guance rosse, in quel momento. - Secondo te sono carina?- gli chiese e lui si tirò a sedere, invitandola a raggiungerlo.

Haley strinse la stoffa del vestito nei pugni e serrando i denti attorno al labbro inferiore si avvicinò. Sedette accanto a William e gli sorrise imbarazzata.

Le sfilò gli occhiali dalla buffa montatura tonda e li adagiò sul letto, tra di loro. Poi le sciolse i lunghi capelli rossi, sistemati in una elegante treccia che le scendeva lungo la spalla destra, e le sorrise. - Sei bellissima, Haley, e Jeff è un pazzo a non notarti - le disse prima deporle un casto bacio sulla guancia.

- Hai visto chi frequenta, sì?- rispose lei sbuffando e guardandosi le dita delle mani curate.

- Una di quelle ragazze che si dimenticano in un battito di ciglia- William si risistemò con la
schiena contro i cuscini e chiuse gli occhi per un attimo.

Haley lo guardò. Era cambiato, come anche lei. Erano cresciuti. Del bimbo, ora Bill conserva solo la dolcezza. I capelli erano cresciuti e li portava lunghi fin sopra le spalle, lisci. Il volto si era assottigliato e da tondo aveva preso la forma ovale. Aveva anche eliminato quegli occhiali da vista troppo grandi per il suo viso e non nascondeva più gli occhi chiari dietro le lenti. Era più alto di lei e molto più magro, ma nonostante fosse bello, perché lo era, non pareva essere interessato a conoscere e frequentare alcuna ragazza, almeno così le pareva, almeno fino ad allora.

Aveva però da poco iniziato a uscire e vedersi con Jeff e i suoi amici che, dopo averlo sentito cantare, gli avevano proposto di unirsi al loro trio di musicisti, come voce della
Band. Sulle prime aveva rifiutato, ma col passare del tempo e con il consolidarsi di quell'amicizia aveva accettato. E quella amicizia, assieme alla musica che soleva ascoltare coi i ragazzi, lo stavano cambiando.

- Esci con loro questa sera?- gli domandò stendendosi accanto a lui che la strinse a sé, e gli posò la mano sul torace. Storse il naso, Haley; Bill odorava di sigarette.

- Sì. Ci vedremo al fiume poi non so - gli si illuminò lo sguardo nell'esatto istante in cui i loro occhi si incontrarono - Vieni anche tu! Ti farò conoscere Jeff, e ci saranno anche altre ragazze -

- Oh no...-

- Non fare l'asociale, dai. Sarà la volta buona! Faremo le nostre esperienze tra una birra e l'altra...-

Haley gli tappò la bocca con la mano e si sollevò sul braccio, sgranando gli occhi - Zitto, non aggiungere altro, per favore. Ci saranno anche le altre, sarò di troppo e i tuoi amici mi mettono in soggezione e...-

Le afferrò la mano e la tolse da davanti alla bocca che si animò in un sorrisino divertito. Si tirò a sedere e la guardò con maggior insistenza.

- Bill, ma cosa hai oggi?- gli chiese sollevando gli occhi al cielo e sbuffando quasi esasperata.
Passarono dei secondi senza parlarsi, solo guardandosi e studiando l'uno l'atteggiamento dell'altra finché non fu William a prendere la parola.

- Hai mai baciato una ragazzo?- le chiese a bruciapelo e Haley sentì le guance andare a fuoco; rise nervosa, guardando gli alberi al di là della finestra prima di tornare a studiarlo. Era serio.

Scosse il capo - E tu?-

Scosse il capo, a sua volta. - Vogliamo provare? Così se stasera limoniamo, non saremo impreparati, no?-

- Stai scherzando, vero? E con chi dovrei limonare, scusa? -

Le sorrise sornione e sollevò un sopracciglio. - con Jeff, ovvio. Ci penso io. Lo mando dritto da te e... cosa c'è? Sei diventata fucsia! - rise divertito.

- Allora, io ti bacio, ti faccio esercitare, perché è più che chiaro che chi vuole baciare stasera sei tu, ma non dire nulla al tuo amico. Per favore. Anche perché io non verrò. Devo studiare e non me la sento di stare con i tuoi amici e le altre ragazze... giurami che non gli dirai mai che mi piace. Giuramelo - lo pregò e lui promise, poi le loro bocche si avvicinarono timide e inesperte.

Don't Damn meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora