XXV

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Guardò nuovamente il foglio dove, con calligrafia disordinata, erano stati scritti frettolosamente appunti di frasi e parole, pensieri ed emozioni del momento, ma non riuscì a vedervi ancora nulla di realmente vivo. Era semplicemente una finestra aperta sulla sua mente, la trascrizione di quello che gli era passato per testa dopo essere stato con Haley... o dopo averla riavuta nella sua vita.

Lascio cadere la matita nel portapenne e, alzandosi dalla poltrona da ufficio, afferrò al volo il pacchetto di Marlboro infilandoselo nella tasca posteriore dei Jeans. Aveva bisogno di aria, di uscire ma soprattutto di confusione e gente, perché il costante silenzio che regnava in quella villa lo stava facendo diventare pazzo.

Anche se da un lato agognava il caos, dall'altro lo temeva, qualora oltrepassasse il confine: era una linfa vitale con doppia lama.

Non voleva confusione in quella sua dimensione privata, non voleva sfattoni e ubriachi che pestavano il pavimento della villa e svenivano suo bel divano; non voleva facce sconosciute che vagavano per casa, come spesso succedeva quando in passato presidiava alle feste di amici di amici che portavano sempre altri amici; e non voleva orge o incontri scaperecci tra le mura delle sue stanze.

Nonostante ciò aveva bisogno di tutto quello, sia che fosse terminato in un casino del diavolo che in una sorta di festa a base di droghe, pesanti o meno, a lui non interessava, l'importante era non trovarsi solo in quel preciso momento.

Era da un po' che la solitudine non lo attirava più. Aveva bisogno di fare cose, vedere gente, suonare, prendersi a botte e scopare... per lo scopare non era un problema.

Gli tornò in mente Haley, ancora una volta, e seppe dove andare a cercarla per averla ancora con sé. Gli aveva detto che sarebbero andati in uno dei locali della Strip, lei è il suo ragazzo... ragazzo...

-Fanculo Roger! Sì, Fanculo Roger, cazzo, e fanculo i fidanzati!- berciò stringendo le chiavi della macchina nel palmo prima di uscire da casa con destinazione la Sunset Strip.

Era il terzo locale che perlustrava e di Haley neppure l'ombra. Sistemò ancor meglio il berretto in testa, sopra il quale aveva issato il cappuccio di una felpa garzata senza maniche che indossava. Voleva passare inosservato, almeno quella sera e per far ciò stava sfidando il fottuto inferno che era quel locale: maglietta a manica lunga sotto la felpa smanicata, per coprire i tatuaggi troppi in vista e profilo più che basso mentre attraversava la sala, sfiorando braccia, spalle e corpi.

Niente, di Haley non vi era traccia...

Di Haley no, ma di Roger Fottuto Coglione, sì.

Axl si fermò a un tavolino, uno dei pochi rimasti vuoti a quell'ora della notte e ordinò a volo una birra rigorosamente fredda, mentre con lo sguardo perlustrava l'area attorno al ragazzo. Forse Haley si era allontanata per andare al bar o magari aveva avuto bisogno del bagno, fatto sta che quel tizio tutto sembrava tranne l'immagine del compagno in in rispettosa attesa della sua donna.

Axl non riuscì a trattenere la risata quando notò le mani del ragazzo vagare sul corpo di due disponibilissime ragazze, strette ognuna contro il fianco del giovane.

- E bravo il nostro Robert - disse accendendosi una sigaretta tenendo lo sguardo ancora fissa davanti a sé - Vedrò di non farmi troppi scrupoli la prossima volta che uscirò con Hal- concluse scuotendo il capo mestamente.

Ringraziò la giovane cameriera che gli lasciò la bottiglia e le allungò una lauda mancia, che prontamente lei infilò nel suo marsupio regalandogli un generoso sorriso.

Quella serata si stava dimostrando di una noia infinita, se almeno ci fossero stati gli altri avrebbe avuto un miglior epilogo magari con una ragazza nascosta sotto al tavolo, disponibile e molto professionale o forse una gran gara di bevute alla quale solo il più forte sarebbe rimasto vivo; invece Axl era solo, seduto a un tavolinetto singolo sul quale vi era un cimitero di bottiglie tutte vuote, e con una sbornia da record sulle spalle.

Ma in fondo voleva passare una serata come un normale ragazzo di quasi trent'anni, senza l'ombra di Axl Rose a pesargli sulle spalle.

Si accese l'ennesima sigaretta della giornata, tossendo per via del bruciore secco da fumo che gli graffiava la gola. Spostò lo sguardo verso il ragazzo della sua amica e... tombola! Robert non era riuscito a tenersi l'eccello nei pantaloni. Ridacchiò quando lo vide impegnato a valutare la rotondità del culo della bionda contro cui era schiacciato e si domandò ancora dove fosse Haley, in quel momento, dato che ovviamente non era lì con lui.

Ancora una volta sondò con lo sguardo le varie figure che riempivano il locale e si fermò proprio con gli occhi su dei lunghi capelli castani, che scendevano in morbide onde su di una schiena nuda, minuta, come piccola era anche la statura di quella ragazza esile. Assottigliò lo sguardo e corrugò la fronte quando questa, seduta sul tavolino a gambe aperte, abbracciò un uomo le cui braccia si strinsero attorno ai suoi fianchi.

Aveva qualcosa di maledettamente familiare, quella tipa ma a causa dell'alcol ingerito Axl non riuscì a dare un volto preciso a quella figura... almeno finché non le vide il profilo.

Erin.

E fu un momento.

Axl si alzò dal tavolo e si incamminò verso i due, intenti a scambiarsi baci e dolci carezze, incuranti della furia che si sarebbe abbattuta da lì a poco.

Gli tornarono alla mente alcuni particolari che aveva colto nella casa di Erin, quando si vi si era introdotto di soppiatto, scatenando poi il finimondo. Sfilarono tutti davanti ai suoi occhi, come a volerlo deridere e ferire: il mazzo di fiori sistemato sul tavolo in un bel vaso, nella sala; il letto sfatto in entrambi i lati e ciliegina sulla torta, il ricordo di un odore maschile che impregnava il cuscino che era stato il suo.

Fu troppo per Axl.

- Che cazzo vuol dire, eh?- ringhiò alle sue spalle.

La ragazza si voltò e con lei anche il compagno, che guardò il nuovo arrivato con un moto di
rabbia in volto.

- Come, scusa?- domandò Erin confusa

- Hey, amico. Fuori dalle palle - aggiunse l'altro fissando in cagnesco il poco che si poteva scorgere del viso di Axl.

- Dunque, mi hai già dimenticato? O c'era già, il coglione?-

Il ragazzo si staccò da Erin raggiungendolo e fermandosi a qualche centimetro al lui. Era alto, molto più alto di Axl, forse era abbastanza alto da competere con Duff, ma la cosa non lo intimorì.

- Che problema hai, stronzo?- gli disse lo sconosciuto

- Oh mio Dio- Erin lo riconobbe e si affrettò a raggiungendoli per cercare di evitare il pandemonio che sarebbe scoppiato di lì a poco.

-Axl, non fare idiozie. Sai che non puoi avvicinarti. Per favore -

L'altro la guardò interrogativo, poi spostò nuovamente lo sguardo su Axl che continuava a fissarlo in cagnesco, la rabbia alimentata dall'alcol che aveva ingurgitato fino a quel momento. - E quindi è lui lo stronzo che ti ha ridotta nello stato in cui eri, quando ti ho conosciuta. Bell'insegnamento che dai ai tuoi fan, Axl Rose. Stai lontano da...-

Non terminò la frase che Axl lo colpì con un potente gancio alla guancia. Gli aveva spaccato il labbro, che sanguinava lungo il mento. L'uomo si asciugò il rivolo con il dorso della mano e saettò con lo sguardo sul volto ormai libero di Axl.

- Figlio di puttana- sibilò prima di ripagarlo con la stessa moneta, dando il ciò a una furibonda scazzottata.


- Sali, forza - l'agente lo spinse nell'auto richiudendo lo sportello con un tonfo secco.

Axl aveva i polsi legati dietro alla schiena, ancora una volta, e le manette bloccavano qualsiasi movimento. Buttò la testa all'indietro e chiuse gli occhi ridendo, mentre con la lingua saggiava il sapore del suo stesso sangue. Aveva la faccia indolenzita e un occhio che l'indomani sarebbe stato nero, ma era lo stomaco a fargli male. L'auto si mise in moto e con essa anche la nausea.

Arricciò il labbro superiore e mugolò per il fastidio.

- Cazzo- sibilò prima di sporgersi verso il lato libero accanto e sé e liberare lo stomaco.

- Che cazzo? Hai vomitato in auto? -

- Animale! Sei un animale, Axl Rose- sbraitò l'altro poliziotto attivando le sirene per farsi strada tra le poche auto ancora in giro.

Eccomi tornata!
Scusate il ritardo, spero di avervi ancora qui 🔥❤️❤️❤️🥳

Don't Damn meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora