Erano trascorsi 3 giorni da allora. Serena non usciva di casa mentre Michael aveva posticipato la partenza di qualche giorno. Aveva richiesto del tempo per riposarsi prima di riprendere con i concerti. Non aveva la forza né fisica ne mentale per quello che era successo. Ancora non riusciva a capacitarsi che Serena fosse andata a letto con Harry, eppure qualcosa lo tormentava oltre che il dolore. E si fosse sbagliato? Se avesse frainteso? No non era possibile, quel sorrisetto di Harry diceva tutto. Aveva ancora voglia di prenderlo a pugni. Dopo quella notte con Tatiana, Michael mise subito in chiaro le cose. Da lì non si parlarono più, se non del tour.
Serena si sveglió verso le 7:00 quella mattina e decide di preparare la colazione ad Harry. Fu molto carino con lei in quei giorni, standole accanto, coccolandola. Prese anche qualche giorno libero, ma oggi sarebbe andato a lavoro.
"Hey buongiorno! Già sveglia?" Spuntó un Harry con i capelli arruffati.
"Si, questa notte non ho chiuso occhio"
"So già il perché"
Harry le diede un bacio e poi fecero colazione.
"Devi amarlo davvero tanto per non riuscire a fare nulla" disse ad un tratto Harry interrompendo quel silenzio.
"Purtroppo si, e vorrei solo odiarlo"
"Non devi... pensa che adesso in futuro saprai cosa cercare nel tuo partner"
"Non voglio più innamorarmi"
"Non dire così, la vita è bella proprio perché si può sempre ricominciare"
"Credo che il mio cuore lo avrà solo lui"
"Non deprimerti così Sere, ora è presto per dirlo, ma la vita va avanti, prima lo farai e meglio sarà".
In quel momento Harry accese la radio. La mattina gli piaceva seguire le stazioni radio invece che guardare la TV ad un tratto...
"È da per tutto" disse Serena riferendosi a I Just Can't Stop Loving you.
"Si, adesso giro"
"No lasciala... il fin dei conti mi sono innamorata del primo Michael, il cantante, mi piace questa canzone"
Ascoltarono la canzone ma Serena non ce la fece e scoppió a piangere, come se quelle note fossero state scritte in quel momento da lui, per dirle che lei era l'unica, che non avrebbe mai smesso di amarla.
"Sere non posso più vederti così, a stento mangi, la notte fai finta di dormire per piangere solo per quello stupido, ma perché tanta importanza per uno che ti ha solo usata?"
"Perché dopo tutto Harry, grazie a lui ho scoperto davvero cos'è l'amore"
"Beh, non lo lasciavi allora!" Esclamó stizzito Harry.
"Non puoi capire"
"Ah già, perché io non so cosa significa"
Harry la lasció lì e si preparó per andare a lavoro. Dopo una mezzoretta Serena andó a stendersi nuovamente a letto cercando di dormire. Harry stava per andare quando notó il cellulare di Serena sul tavolo. Si era stufato di vederla piangere, stare male, cercó di ribaltare la situazione e, seppur a malincuore, decise di chiamare Michael sul cellulare di Serena. Gli avrebbe detto la verità. Che era uno stupido e stava perdendo il suo grande amore per una cazzata.
"Pronto?" Rispose un Michael freddo ma sorpreso.
"Ciao, sono Harry"
"Perché mi chiamo dal cellulare di Serena? È successo qualcosa?" Si avvertì una leggera preoccupazione.
"No tranquillo, Serena non lo sa. Ho bisogno di parlarti"
"Non abbiamo nulla da dirci"
"Come vuoi, volevo darti una possibilità per non buttare via il tuo grande amore per una cazzata"
"Che faccia tosta chiamarla cazzata"
"Se ci tieni a Serena vieni al mio bar e ti spiego tutto, ora devo andare"
Harry staccó la chiamata senza farlo ribattere. Prese la sua borsa e andó a lavorare.
I dubbi di Michael si fecero nuovamente sentire e un profondo senso di colpa lo incatenava in quel momento. Era nel grande letto di quella suite. Troppo grande per una persona sola e troppo vuota per lui. Si giró alla sua destra ma non c'era un corpo caldo e bello che lo sorrideva come ogni mattina. Gli mancavano quei momenti in cui litigava con Serena ogni volta che faceva tardi. Quando lo stuzzicava ogni volta che lo riprendeva per le sue stupidaggini o quando lo seduceva in momenti meno opportuni. Cosa aveva fatto?
Decide di andare a fare colazione nel bar di Harry, così si vestì e andó da lui.
"Un cornetto al cioccolato e un cappuccino grazie" Michael ordinó la sua colazione sedendosi in un tavolo. Harry ci mise poco a capire che fosse lui.
"Ciao Michael"
"Harry"
I due si guardano attentamente mentre Harry si sedeva al suo tavolo.
"Grazie per essere qui"
"Cosa volevi dirmi di tanto importante?" Chiese Michael al quanto curioso.
"Come ti ho detto Serena non lo sa che ti ho cercato. Ho voluto parlarti perché lei sta davvero male... vedi non mangia più, è sempre chiusa in casa e la notte non dorme e poi"
Michael a quelle parole si sciolse, un profondo senso di inquietudine lo turbó. Non si aspettava stesse così male per lui, e anche se ciò era bello da un lato dall'altra non lo era per niente.
"Poi cosa?" Chiese allarmato.
"Ho notato uno strano taglio sul suo polso, lei mi ha detto che si è tagliata in cucina lavando i piatti, ma come idea non regge. L'altra sera ha fatto di tutto per sviarmi dall'idea che se lo fosse fatto appositamente"
"Oh cazzo... no" Michael si portó una mano al viso con fare dispiaciuto. Come poteva arrivare a tanto?
"La sera non dorme, piange senza farsi sentire ma la mattina ha il viso con evidenti segni di lacrime asciutte"
"Lei non è la sola a sentirsi male... non so se hai ben capito cosa avete fatto"
Disse lui ritornando rigido ma addolorato.
"Michael, sei un coglione se lo pensi davvero!"
"C-cosa? Che vuoi dire?"
"Non è successo niente tra noi, non l'ho mai sfiorata nemmeno con un dito... quella mattina ti ho sorriso beffardo perché non volevo che ti avvicinassi più a lei, ma adesso... so che ti ama e non smetterà mai di farlo. Questa mattina ha detto che non riuscirà mai ad odiarti perché grazie a te ha scoperto cos'è l'amore, anche se le hai fatto del male"
Michael non disse nulla, il suo incubo si era avverato. Ebbene sì, la situazione si ribaltó con lui che era il solo vero colpevole mentre Serena la povera vittima. L'aveva tradita, questa volta per davvero. Si sentì mancate l'aria in quel momento, Serena gli era stata sempre fedele, e lui era davvero un coglione. Ad un tratto scoppió a piangere.
"M-Michael..." Harry si stupì dinanzi a quella debolezza, non aveva mai visto piangere prima d'ora un uomo, tanto meno una star.
"Hai ragione sono un coglione"
"Dai adesso va da lei... hai la mia benedizione questa volta"
"Come faccio? Non hai idea di cosa ho fatto con Tatiana"
"Di che accidenti stai parlando?!"
"Si hai capito"
"Ma sei davvero un pezzo di merda allora!"
"È stato solo uno sfogo, ero adirato, fuori di me"
"Non me ne frega un cazzo di come ti sentivi!... cazzo, cazzo"
"È stata anche colpa tua, che mi hai fatto intendere altro"
"Non sono andato io a letto con Tatiana"
"Non so che fare"
"Non devi assolutamente azzardarti a dirglielo, guarda come te lo dico... se glielo dirai sarà davvero finita"
"Quindi mi aiuterai a riconquistarla?"
"Oh bello, a quello ci penserai tu, adesso! Finisci la colazione e va da lei, ma bada che questa cosa non venga fuori"
"Ne dovrò parlare con Tatiana"
"Sei proprio un cazzone"Serena si fece una doccia e uscì dal bagno con la pelle ancora accaldata. Mise una crema per il corpo quando un tratto sentì bussare. Non poteva essere Harry, aveva le chiavi. Avvolse di nuovo il suo corpo nell'asciugamano e andó a vedere chi fosse guardando dallo spioncello. Michael?
"Michael? Che ci fai qui?"
"Dobbiamo parlare, mi fai entrare?"
Lei esitó un attimo poi richiuse la porta per togliere la catenina che manteneva la porta per farlo entrare.
Michael entró e quando vide Serena avvolta con un asciugamano si fermò per attimo a guardala.
"Ehm scusa se sono così, ho appena fatto un bagno"
"No, figurati"
I due si guardarono per un lungo momento che sembrava un'eternità. Lui ,ancora con il cappello e la giacca, rimase in piedi a contemplare quella dea dalle forme sinuose mentre una voglia di farla sua in quel momento cresceva dentro di sè, avrebbe voluto cancellare tutto facendo l'amore con lei, dirle scusa con tutto il suo amore e il suo corpo. Serena si sentiva chiamare, come la falena dalla luce, voleva rincontrare quelle labbra, almeno un'altra volta. Lo sguardo di lui inizió a farla sentire il fiato corto e dei brividi come se la stesse toccando.
"Cosa devi dirmi?"
"Credo che già lo sai piccola" piccola, come le era mancato quel nomignolo.
"Non credo"
"Sono uno stupido, un coglione, hai il diritto di dirmi tutto quello che vuoi perché me lo merito dopo quello che ho fatto, tuttavia io sono qui, a scongiurarti di non andare via, di non lasciarmi"
"Michael... ne abbiamo già parlato, io"
"Lo so, ma io non me ne vado da qui senza di te!"
"Come mai sei ancora qui? Non dovevi partire?"
"Non senza di te"
"Credevo non volessi più vedermi dopo che sonno andata a letto con Harry"
"Non continuare a fingere solo per allontanarmi, lo so che non è così"
"Eri così sicuro, non ti aspettavi certe cose da me" ritornó la Serena provocatrice di sempre e questo non faceva che eccitare di più Michael.
"Harry mi ha detto tutto"
"Come?"
"Non importa, importa che adesso tu mi ascolta"
Michael si avvicinó pericolosamente a lei e Serena non poté far altro che guardarlo presa da quella vicinanza che l'attirava sempre più vicino le sue labbra. Lui le accarezzó il braccio nudo con le dita provocandone una strana sensazione.
"Mi manca averti vicino la mattina, litigare con te per le sciocchezze di ogni giorno... mi manca averti tra i piedi. Le tue labbra, il tuo sorriso, sentirti mia" l'ultima parola fece contrarre il basso ventre di lei. Tra poco se non l'avesse presa sarebbe svenuta.
"Io ti amo Serena e non posso smettere di farlo" proprio come I judo can't stop loving you di quella mattina. Serena sorrise appena.
"È un sorriso quello?" Le chiese lui accarezzandole una guancia.
"Questa mattina ho ascoltato la tua canzone che si intitola così" disse in un mezzo sorriso.
"Vedi, sarò sempre con te... perdonami sono uno stupido, ti giuro che non succederà più"
Michael la prese per i fianchi e la guardó intensamente negli occhi.
"Io sarò solo tuo, ora e sempre"
"Se ti azzardi a fare di nuovo lo stronzo con quella sciaquetta o ti vedo solo vicino ti taglio gli attributi"
Sentendo quelle parole Michael ritornó felice come il Natale. Quello era il suo modo per dirle che l'aveva perdonato.
"Agli ordini capo!" Esclamó lui prima di avvicinarla di più a se e baciarla finalmente dopo 4 giorni di agonia. Le loro labbra si unirono in un bacio che espió tutte le sofferenze di quei giorni. La passione pian piano trasformava quel momento di riconciliazione in un vero e proprio vortice di seduzione. Le lingue si toccavano calde e bisognose e le mani toccavano il perimetro dei loro corpi per riconoscere quei corpi come casa. Michael con un gesto della mano fece cadere L'asciugamano di Serena a terra esclamando "uhlalà" in tono francese causando un sorriso malizioso in lei.
Serena prese in mano il gioco fiondandosi nuovamente sulle sue labbra e spogliandolo di ogni indumento, dopo di che si concentrò suo suoi boxer. Gli stomoló la sua intimità andando su e giù con una mano dopo avergli tolto il boxer mentre si abbassava a baciare ogni centimetro del suo corpo fin laggiù. Gli provocó dei gemiti sonori continuando in quella parte andando su e giù con la testa.
Michael l'afferró nuovamente obbligandola a girarsi decidendo lui di fare lo stesso. Inizió a baciarla scendendo verso il Collo, la spalla, i seni soffermandosi in maniera circolare. La pancia, il fianco, l'inguine per poi toccare quel punto più sensibile nella sua intimità. Un gemito trattenuto dal mordicchiarsi le labbra, Serena andó quasi in estasi assaporando ogni istante di quella danza fatta con la sua bocca.
Michael fece per alzarsi prendendola come una principessa e recarsi nella stanza in cui dormiva, l'adagió sul letto e la cosparse di dolci baci provocandole dei brividi lungo il corpo. Lei si sentiva accaldata, in piena eccitazione. Dopo un po' Michael le divaricó le gambe insinuandosi tra di loro e iniziare a muoversi dentro di lei. Un gemito uscì dalla bocca di entrambi e il piacere iniziò a crescere. Si sentirono pieni ed appagati non appena vennero insieme, lasciandosi alle spalle ogni frustrazione di quei giorni.
Tuttavia Michael non era del tutto spensierato.
"Ti amo" gli disse lei accoccolandosi tra le sue braccia.
"Anche io, più della mia vita "
"Che hai? Ti vedo strano"
"Niente è che ho avuto paura di perderti" disse affogando il suo senso di colpa in un bacio senza fine.
;continua
Commentate!! Voglio sapere che ne pensate.
;Liberiangirl ❤️
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Baby Be Mine
FanfictionAttenzione: scene di sesso descritto dal cap. 24 1986, Los Angeles. Michael Jackson, cantante di successo ormai affermato nel mondo. Generoso, dolce e un po' eccentrico, un giorno decide di non seguire le direttive e rischiare di farsi scoprire pur...