36.

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Serena chiamó Prince e gli fece sapere che era andata via e di dirlo anche a Madonna.
"Michael, sei del tutto ubriaco, come faccio a riportarti a casa?"
"Ma io voglio restare con te"
"Non se ne parla, ti ho portato via perché non ti voglio sulla coscienza"
"Sei perfida"
"Meglio così"
Michael rideva e scherzava all'uscita della struttura mentre lei non sapeva che fare. La soluzione più semplice sarebbe stata quella di portarlo a Neverland con un taxi. E alla fine così fece.
"Mi riporti a casa mammina?"
"si, dato che sei un bambino pestifero"
Quella situazione un po' la rincuoró e la fece divertire. Non aveva mai visto Michael così ubriaco e pure sembrava solo brillo a prima impatto di prima.
"Si puó sapere quanto hai bevuto?"
"A sufficienza per stare finalmente con te" disse ad un tratto Michael cercando di ritornare serio, ma vanamente.
"Tu sei pazzo"
"E tu pazza di me" le disse mentre cercó di avvicinarsi il più possibile a lei per baciarla. Lei si scostó e lui fece per inciampare e cadere. Serena cadde in una fragorosa risata tanto da contagiare subito anche lui.
"Ti prendi gioco di me scimmietta?"
Scimmietta. Quel soprannome non lo sentiva da tanto e le ricordó come la faceva sentire amata quel nomignolo.
Lo aiutó ad alzarsi e all'improvviso si accostó una macchina gialla. Fecero per entrare e Michael disse la sua via.
Durante il percorso...
"Signore, lo sa che lei ha un viso molto simpatico?" Disse Michael all'improvviso. Serena inizió a diventare rossa.
"Oh grazie signor Jackson"
"Lei mi conosce?"
"Certo, chi non la conosce?"
"Da oggi le voglio bene, vogliamo festeggiare questa nuova amicizia?" Disse di nuovo cercando di abbracciare l'uomo alla guida da dietro facendolo quasi uscire fuori strada.
"Michael sta fermo, per l'amor del cielo!" Urló Serena dalla paura "per poco non ci facevi sbandare!" Poco dopo "Mi scusi, purtroppo è ubriaco"
"Non si preoccupi signorina"
"Perché sei così incazzata con me?!" Esclamó Michael infastidito prima di appaciarsi sul suo posto dietro.
Serena non gli diede retta e sbuffó sperando che arrivassero presto.
Dopo un quarto d'ora finalmente arrivarono a Neverland. Serena pagó il taxi e accompagnó Michael in casa cercando di fargli aprire il cancello.
Serena rise per il suo essere imbranato in quel momento e decise di aprire lei.
"Ecco, entra"
Michael entró nei cancelli di Neverland e iniziò a saltellare come un personaggio dei cartoni animati nel buio con solo poche luci accese.
"Michael aspetta!"
Lui si fermó solo per andarle incontro e invitarla a correre con lui.
"Non posso correre ho i tacchi!"
"Chi se ne frega!" A tutta risposta, si chinó per slacciarle i sandali.
"Michael, ma che fai?"
Lei glielo lasció fare perché non si sentiva di arrestare ancora quella piccola sfera di allegria che lo circondava, e poi perché non ne poteva più, era stanca.
Corsero mano nella mano fino ad un albero su cui era costruita una piccola casetta.
"Non ti ho mai fatta salire in questa casetta, vuoi salire?" Chiese Michael speranzoso.
"Michael voglio che tu ti metta a letto, devo tornare a casa"
"Credevo restassi con me questa notte"
"Cosa te lo fa pensare?" Chiese lei fredda.
"La tua presenza" disse ad un tratto con mo di seduzione. Le si avvicinó come un predatore cingendole i fianchi. Lei si sentì trasalire.
"Sono qui solo per assicurarmi che tu stia bene, poi andró via"
"Non sto bene"
"Allora entra, bevi dell'acqua e poi a nanna, oppure rimetti, non so che dirti"
"Forse staró meglio se starai ancora un po' qui con me"
Lei sospiró sonoramente poi lo guardó.
"Va bene, ma solo un altro pó"
Michael ad un tratto si sentì male, gli girava la testa così Serena lo portó in casa. Lo portó in bagno e Michael si liberó di tutto quello che aveva bevuto. Lei gli mantenne la fronte in modo premuroso e cercó di farlo riprendere. Lui cercó di vomitare anche l'anima tanto che gli faceva piacere quel contatto con la sua mano sulla fronte. Dopo tutto quello che le aveva fatto lei era ancora lì, che si prendeva cura di lui.
"G-grazie" sibilló con voce impercettibile dopo essersi seduto su uno sgabello del bagno.
"Ora devi spogliarti"
"No"
"Come no?"
"S-sto bene, ma non voglio andare a letto. Voglio stare con te" le disse guardandola come un cane bastonato.
"Michael io.."
"So che mi odi, ma non puoi far finta di non essere stata qui ora, domani...non ho mai smesso di sperare in noi due Sere"
"Io... purtroppo si"
Disse Serena senza guardarlo negli occhi. Non aveva il coraggio di dirglielo attraverso le sue pupille.
Michael si alzó di scatto ma ebbe un mancamento.
"Vieni, ti aiuto ad andare sopra"
"Non voglio che tu vada a casa da sola"
"Non preoccuparti, chiameró un taxi"
"Non pensarci nemmeno, tu da sola in un taxi"
"Michael, sono adulta e vaccinata, è inutile non resterò qui"
"Perché sei così ostinata?"
"Mi hai conosciuta"
"Appunto... già eri irritante e testarda adesso lo sei ancora di più"
"Vuoi litigare? Perché io ho sonno"
"Dormi! Ci sono tante stanze qui"
"Ti ci portavi la tua nuova avventura"
"Ti riferisci a Madonna? Guarda è solo un'amica, non me la scopo come fai tu con quello lì"
"Tu non sai un bel niente"
"E invece si!" Esclamò afferrandola dai polsi. Lei si liberó e andó insieme a lui nel salone. Poi prese per rimettere le sue scarpe con l'intento di andarsene.
"Aspetta, prima voglio farti vedere una cosa... tanto ormai sono le 3:00 non preoccuparti non ci proverò mica"
"Cosa vuoi farmi vedere?"
Le prese la mano e insieme andarono di nuovo di fronte a quell'albero secolare su cui vi era una casetta tutta di legno rivestita finemente.
"Avanti sali" esortó Michael a salire. Serena salì e notó subito il paesaggio che si ammirava da lassù. Il cielo era ancora buio e le stelle erano più visibili.
"Che te ne pare?"
"Perché non mi ci hai mai portato?"
"Non ci ho mai pensato"
Guardarono per un po' il panorama e Michael senza dire nulla come gesto spontaneo le strinse la mano. Lei l'afferró. Poi ad un tratto si girarono a guardarsi. I loro occhi erano come calamite che scongiuravano di poter trasformare quella situazione tesa, fredda, la mancanza di potersi toccare, in qualcosa di caldo e libero come prima.
"Non serviranno mille parole per dirti quanto io sia stato male... e lo sono ancora"
"Michael ti prego, non ne voglio parlare. Non sei l'unico" disse distogliendo il suo sguardo e accarezzandosi un braccio sentendosi infreddolita. Michael le mise subito la sua giacca intorno alle spalle.
"Certe cose non cambiano mai" notó lei sorridendo nostalgica.
"Spero almeno quelle buone"
Serena si guardó di nuovo intorno quando.
"Hai mai più rivisto Tatiana?"
Michael rimase sorpreso da quella domanda. Prima non ne vuole parlare e poi?
"No, da quella volta che la licenziai"
"E che rapporto hai con Madonna?"
"Mmm adesso sento delle note di curiosità" le disse con voce suadente avvicinandosi a lei mentre le accarezzava furtivo la spalla per arrivare il suo collo. Serena inizió ad assaporare quell'istante.
"Ti piace?" Chiese lui.
"Perché cambi discorso? Sembra che non vuoi parlarne" evidenzia lei con fare sospetto.
"No per niente, sei tu che non vuoi parlare del passato e adesso sembra strano che mi chieda questo"
"É che io... non lo so, forse ho sbagliato non dovrei essere qui"
Lei lascia cadere la giacca e va verso l'uscita quando viene bloccata per un braccio e gira in modo da capitare tra le braccia di Michael. I due si guardano: lei intimorita, come se le facesse paura rivivere l'amore che prova per lui dopo aver tanto combattuto per cercare di reprimerli dentro di se; lui desideroso, questa volta non vuole sbagliare dato che il destino gli sta dando un'altra occasione, poichè e nelle sue braccia. Michael con sguardo risoluto si avvicina velocemente alle labbra e la bacia come se non ci fosse un domani. Lei inizialmente rimane immobile, senza rischiare, poi si lascia andare in un vortice senza ritorno. La passione si fa strada e si sente come suono gutturale di lui. La lingua comincia a danzare, finalmente nel teatro che più desiderava.
Tuttavia Serena fa per staccarsi.
"Hai detto che non ci avresti provato!" Esclamó lei spingendolo.
"Non nasconderti dietro questa messa in scena per favore" le incalzó Michael al quanto irritato.
"Sei ancora ubriaco, ma non devi permetterti più"
"Io invece mi permetto eccome"
"Michael"
"Io ti sento, ti sento ancora dietro questa insulsa maschera che ti sei creata Sere"
"Stai dando i numeri"
"Si, si perché sono pazzo di te, e la cosa più bella è che anche tu non hai smesso di amarmi, anche se giustamente hai tutte le ragioni per avercela con me"
"Io non ti amo, anzi ti odio, sono qui solo come gesto di cortesia"
"Neanche tu non credi più, anzi non ci hai mai creduto. Basta Sere farci del male, lascia quello stupido e riprendi la tua vita in mano"
"Magari con te"disse lei ironizzando.
"Si Sere, con me. Per quanto potrai continuare a negarlo a te stessa?"
"Michael, io ho perso il bambino perché ero così fuori di me per aver scoperto che tu mi avessi tradito"
Quelle parole fanno sempre un certo effetto nel cuore di Michael. Mai fino in fondo riuscirà a perdonarsi di quell'incidente, di quello sbaglio.
"Lo so, non c'è bisogno che tu me lo ricordi. Lo so bene che sono stato un pezzo di merda, per mesi volevo che qualcuno me la facesse pagare, sono andato in depressione, cercavo ogni modo per stare male, risse, alcol, sono arrivato anche alla droga"
Serena a quella affermazione iniziò ad irrigidirsi. Come era possibile?
"D-droga?"
"Già, se non fosse stato per Madonna non mi sarei mai ripreso come adesso. Eppure puoi guardarlo stesso tu... non sono io, mi ubriaco per non pensare, così non avendo le risposte dimentico anche le domande, sto diventando un alcolista, anche se sto cercando di reprimere questa cosa dentro di me, quindi la notte non dormo. Saranno almeno due anni che non dormo per 8 ore consecutive. O perché faccio gli incubi o perché il mio cervello si rifiuta"
"Michael..." serena non sapeva che fare. Si sentiva in colpa ma allo stesso tempo non riusciva a perdonarlo. Tuttavia sapeva che dentro di se, l'unica colpa di Michael fu quella di averla tradita, e Serena non riusciva a darsi pace poiché non è riuscita a tutelare il proprio bambino.
"So che è colpa mia tutto quello che è successo, tuttavia non possiamo continuare così, ci amiamo, perché restare ancora divisi? Quando potremo superare il dolore insieme?"
"La fai facile...e poi chi ti dice che io ti ami ancora?"
"Serena, eddai..." rispose lui con sguardo provocatorio riferendosi a prima. Sapeva che anche lei lo desiderava. Lo sentiva.
"Che vuoi?"
"Ti desidero, voglio stare tutta la vita con te"
"Non puoi cavartela così"
"Sono pronto a qualsiasi prova purché tu sia di nuovo mia"
"Non lo so, non lo so"
"Comunque Prince credo che provi qualcosa per te..."
"E tu che ne sai?"
"Mi ha minacciato quella sera che ci siamo rincontrati, dicendo che tu presto sarai sua"
"Ah"
"Perché lo fai?"
"Perché mi va"
"Ti attrae Prince?"
"A te attrae Madonna, ti è attratta Tatiana, non vedo quale sia il problema"
"Ancora? Che devo fare per dirti che mi dispiace e che non succederà più?! E poi Madonna è solo un'amica, non ci siamo mai nemmeno sfiorati"
"E ti aspetti che io ti creda? Almeno io te lo dico se vado o meno a letto con qualcuno, non ti nego che mi piace scopare con Prince"
"Stai facendo di tutto per colpirmi"
"Ci sono riuscita?"
"Perché continui a farti del male?"
"Perché non riesco a perdonarmi e a perdonarti, ora scusa ma voglio andarmene"
"No, tu non ti muovi di qui, almeno finché non sarà mattina"
"Non sei nessuno per fermarmi"
"Sono l'uomo che ami"
Serena ad un tratto iniziò a ridere nervosamente. Che voleva dire?
"Dormi li se vuoi, il letto è comodo"
"Non voglio, voglio uscire"
"No tu non esci!" Esclamó lui afferrandola per i polsi. La ragazza era molto scaltra,sapeva liberarsi. Il suo caratterino divenne più testardo.
"Lasciami!"
"No!"
Ad un tratto si fermarono gli strattoni quando i loro occhi finirono in un una rete passionale senza via d'uscita. Questa volta fu lei a cedere alla tentazione e si gettó tra le sue braccia baciandolo appassionatamente. Dopo due anni si lasció andare per davvero, mise in gioco subito la lingua e Michael ne fu letteralmente sorpreso. Il dolore, l'odio, la tristezza si riverberarono in quel dolce e appassionante bacio, mai come prima d'ora. Quell'incontro trasformó il tutto in una nuova complicità, una nuova sintonia, un rapporto spontaneo e da sempre complementare. Ognuno rappresentava la giusta metà dell'altro.
Michael inizió a toccarle le gambe per poi salire verso il suo sedere contemplando la forma perfetta. Serena inizió a spogliarlo della sua giacca piena di svarosky lasciandolo con la sola camicia bianca stile ottocentesca. Michael la seguì sbottonando i due bottoni del suo abito lungo lilla, per poi abbassare la cerniera fino all'altezza dei glutei assaporando il tocco fino al suo fondo schiena. Lei abbassa il collo quando egli si introduce e in esso baciandolo e leccandolo spogliandola in un colpo solo lasciandola in intimo e sui tacchi. La guardó desideroso, Venerando ciò che vedeva: le curve al punto giusto, gambe snelle e candide dallo stile più accentuato dal tocco dei tacchi.
Serena non aspettó oltre e si unì a lui baciandolo nuovamente. Michael la buttó sul letto slacciandole i sandali e inizió a baciarle tutto il corpo. Lei si sentì rabbrividire e gemiti uscirono dal profondo della sua gola. Un senso di piacere si fece strada non appena la lingua di Michael passó sul suo interno coscia e mentre si concentrava in quella zona, Serena portó spontaneamente una mano per coprire quella zona sensibile e la bocca di Michael passó a baciare anche la parte superiore d'essa. Parte sensibile era anche della mani.
Serena si godeva quel momento ma poi proseguì a liberare Michael dai suoi vestiti e rimasero entrambi in intimo.
Lei si mise a cavalcioni su di lui e fece pace con quel corpo che non vedeva e toccava da tanto. Si strusciava contro di lui aumentando il piacere di entrambi e nel frattempo Michael sganció il reggiseno di lei per poter apprezzare quel seno tra le sue mani che si adattavano perfettamente tra le sue mani. Questo lo fece trasalire di più.
Serena gli tolse i boxer e prosegui a stimolare la sua zona inutima mentre lo baciava sul collo. Michael rimaneva steso, sentendosi quasi in estasi. Infine riprese in mano la situazione liberando anch'ella dell'ultimo intimo e prima di entrare in lei volle darle un ultimo piacere preliminare baciando la sua pancia e scendendo sempre di più fino al suo clitoride. Serena gli teneva la testa arricciando tra le mani i suoi capelli e buttando indietro il capo curvandosi verso di lui. Dopo qualche minuto, Michael la tiró verso di sè mentre lui si teneva su sulle ginocchia, le divaricó le gambe e si insinuó tra di esse facendo entrare la sua erezione in lei.
Entrambi si sentirono pieni, finalmente insieme, quella profonda sensazione di appartenenza oidell'uno verso l'altro che solo tra di loro potevano provare. Una sensazione completa si fece strada nella mente, corpo e anima. Ora erano di nuovo una cosa sola.

~Continua(c)
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_LiberianGirl_

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