Serena salì le scale di fretta per poi chiudersi a chiave in camera di Michael. L'ultimo sguardo che gli fece era pieno di delusione, odio... tutto si aspettava ma non quello. Le lacrime le scendevano senza sosta, si mise a piangere seduta a terra con le gambe strette al petto. Come una bambina. Si sentivano i singhiozzi.
Michael si portó una mano l'avviso coprendo gli occhi, alcune lacrime riempirono i suoi occhi. La sua paura di era avverata. Proprio che adesso erano i più felici del mondo. Il bambino. Non voleva che nascesse con i genitori separati. Salì le scale.
"Serena, apri la porta" chiese con voce rotta.
Dall'altra parte non si sentiva nulla, a parte uno strano rumore di movimenti avanti e indietro.
"Serena, ti prego, aprimi" disse ancora una volta lui. Stava ancora più male senza sentire una sua risposta.
"So cosa stai pensando. Hai ragione, sono un'idiota, non merito tutte le cose belle che mi ha dato quando ti conosco, un'altra possibilità..." Michael prese una pausa, la frustrazione era pesante. "So che ti avevo promesso che non sarebbe più successo, e infatti é così... tutto è accaduto quella sera che tu mi hai lasciato" continuó lui la senza sentire nessuna risposta.
Nel frattempo i singhiozzi di Serena sentirono più forte. Il pianto non me dava tregua mentre faceva la valigia. Già la valigia. Raccolse quelle poche cose che portó a cada di Michael prima di sistemarsi da lui all'arrivo del bambino.
"Serena, per l'amor del cielo, dì qualcosa" disse battendo alla porta con un pugno. "Non ha significato nulla, e poi tu mi avevi lasciato, quindi tecnicamente non ti ho tradito" disse senza pensarci. Si stava esaurendo a stare lì fuori senza nessuna risposta, tuttavia, quella frase fece molto arrabbiare Serena. Lei aprì di scatto la porta e senza dire niente lo schiaffeggiò con una tale rabbia da sfogare tutto il suo dolore in quel gesto. Michael rimase più che sorpreso e sentì un forte dolore alla guancia. Poi lei si richiuse di nuovo nella stanza.
"Serena, apri! Ti prego apri. Perdonami non volevo dire quelle cose. Per favore, non permettere a questa cosa di rovinare la nostra felicità!" Esclamò lui dalla porta, poi ad un tratto uscì Serena con le lacrime e la rabbia disegnata sul viso.
"Serena, che stai facendo?" Le chiese guardandola con la valigia recarsi verso le scale.
"No,no, non lasciarmi di nuovo"
"Levati" disse con un filo di voce.
"No, non ti permetterò di andare via di nuovo"
"Troppo tardi"
"Serena non farlo" la pregó prendendola per le braccia facendole cadere la valigia.
"Non ti azzardare a toccarmi! Da oggi devi dimenticarti di me. Tu per me sei un uomo morto!"
Esclamò lei con tutto il rancore che provava. Non riusciva a capacitarsi, pensava solo che doveva andarsene prima che avrebbe potuto commettere qualche sciocchezza. Più rimaneva alla sua presenza è più si innervosiva.
"Non dire così... mi fai male"
"Male? Tu non sai cosa significa"
"Si invece! Ho creduto di perderti"
"Beh adesso ne puoi stare certo! Io non ti perdonerò mai, nemmeno se ti metterai in ginocchio per tutta casa! Hai rovinato tutto! Bravo! Sei contento adesso? Te la sei spassata con quell'oca?! Ti sei tolto lo sfizio? Bene! Ora ne subirai le conseguenze! Non venire più a piangere da me" disse prima di raccogliere la borsa per terra.
"Aspetta, fammi spiegare, è stato un errore, ma l'ho fatto senza pensarci, ero distrutto, arrabbiato dopo la discussione che ebbi con te e aver creduto che fossi andata a letto con Harry, ti prego di credermi, ero fuori di me, volevo solo vendicarmi"
"Questo non ti da nessuna giustificazione. Hai capito? Quindi ogni qual volta che litigheremo tu sei giustificato ad andare a letto con le prime che ti capitano?! Che razza di spiegazione é mai questa? Ma ti rendi conto? Hai detto che volevi vendicarti, vendicarti!"
"Sono uno stupido lo so, perdonami, io non posso vivere senza di te, anzi senza di voi... non te lo chiedo per me, ma per il bambino"
"Non voglio che cresca nell'illusione di una famiglia felice perché io da oggi non ti guarderò mai più come prima. Mai più. Sei caduto in basso Michael" disse lei con sguardo deluso. Michael la lasció andare. In fondo che poteva più dirle? Aveva tutte le ragioni per odiarlo. Lei prese la vaglia e si apprestó ad andare alle scale ma Michael fece per richiamarla.
"Serena, te lo chiedo per l'ultima volta, ti prego non andare" le disse con voce spezzata e gli occhi Rossi mentre cercava di raggiungerla.
Serena non gli prestó attenzione e per la rabbia di essere ancora trattenuta da lui, corse per le scale. Pessima decisione.
"Serena!!" Michael urló il suo nome in preda al panico vedendola cadere per le scale. Lei giace a terra priva di sensi con alcune macchioline di sangue sul basso ventre.
Michael la porta subito all'ospedale. Di fretta e senza dire nulla la portano in sala intensiva per degli accertamenti. Lui chiede spiegazioni ma nulla. Fa per avvisare e gli altri e dopo un quarto d'ora sono tutti lì.
"Michael, che è successo?!" Esclamò Diana in preda al panico.
"Serena, le scale"
Michael era agitato, si sentiva in colpa. Un mix di emozioni negative lo avvolgevano in un senso di frustrazione. Cosa aveva fatto? E il bambino? Non so lo sarebbe mai perdonato.
Molto gli chiedevano cosa fosse successo. Disse le dinamiche quando Jason volle sapere a tutti i costi perché stavano litigando.
"Ho fatto una cazzata"
"Ah bravo il nostro Michael. Si può sapere che cazzo hai fatto senza girarci intorno?!"
"Io..."
"Non mi dire che c'entra ancora quella stronza di mezzo" disse riferendosi a Tatiana.
Michael non rispose, abbassó lo sguardo e il volto. "Come immaginavo, ma che cazzo hai in quella testa?! Eh?! Guarda che hai combinato! Se succede qualcosa a Serena ti terrò direttamente responsabile!" Esclamò Jason fuoribondo.
"Mi dispiace. Lo so, è solo colpa mia" disse lui prima di sentirsi un pugno in piena faccia da Jason.
"Jason!" Lo riprese Nicole mentre gli altri lo allontanarono da Michael.
"Non ti avvicinare a Serena! Non ti avvicinare a Serena che ti meno jackson, vergognati"
Michael si accasciò a terra a piangere. Dopo un pó arrivó un tizio con un camice bianco e dall'aria al quanto sconsolata e non appena appresero la notizia Michael scoppió a piangere sul serio buttando a terra un cartello con le medicine. Tentarono di farlo calmare ma niente. Quello fu uno dei giorni peggiori della sua vita.;continua
-LiberianGirl l
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Baby Be Mine
FanfictionAttenzione: scene di sesso descritto dal cap. 24 1986, Los Angeles. Michael Jackson, cantante di successo ormai affermato nel mondo. Generoso, dolce e un po' eccentrico, un giorno decide di non seguire le direttive e rischiare di farsi scoprire pur...