Hannah's P.O.V
I giorni scorrevano l'uno dopo l'altro ed erano sempre tutti tediosamente uguali, Noah era quello spiraglio di luce impercettibile che raggiungendolo avrebbe potuto darti tanto, ma tenerlo fermo, e a bada, avrebbe indotto solo rammarico. Lui neppure immaginava quanto avrei voluto accettare i suoi inviti, tutte le idee che ogni giorno si faceva frullare per la testa credendo che per ricevere un mio sì bastasse sorprendermi, ma il rifiuto non partiva da me e rifiutarlo era dolente.
Spesso quando passavano una serie di ore dal mio arrivo a scuola, ore durante le quali per qualche motivo non lo incrociavo, iniziavo a sentire un magone asfissiante, quello che mi causava la paura che da un momento all'altro, potesse stufarsi di provare a passare del tempo con me senza riscontri. Lui mi distraeva dai miei tormenti, mi regalava sorrisi che prima di conoscerlo non mi sarei neppure sognata, spesso mi faceva sentire speciale perché magari fra una folla di persone i suoi occhi cercavano i miei e perdere tutto ciò sarebbe tremendo.
L'errore più grande ormai l'avevo commesso.
Abituarmi a lui. Ai suoi modi, al suo profumo, alla sua voce, al suo sorriso, alla sua essenza, semplicemente a lui; che era un ragazzo troppo travolgente per essere dimenticato. Eppure avevo tentato tante di quelle volte di tenerlo lontano...
Quella mattina il cielo era sereno e limpido, il sole splendeva alto in una pozza azzurra priva dei soliti nuvoloni grigi, che dava tanto l'impressione di essere in una di quelle tipiche giornate di metà settembre, pur essendo in pieno autunno. Il pullman mi aveva lasciata alla solita fermata ed io stavo raggiungendo la scuola pronta a seguire la solita routine che mi colmava da anni, ma qualcosa quel giorno me lo impedì.
Un fastidio sordo mi si propagò in corpo quando qualcuno mi prese per i fianchi trascinandomi verso un muro cavo tra l'ingresso e il cortile e mi divincolai annullando qualsiasi contatto. Davanti a me trovai il sorriso di Noah quando mi voltai agitata, non aveva idea di quanto turbamento mi avesse recato l'essere presa letteralmente di forza, ma sapevo non avesse cattive intenzioni e cercai di tornare in me senza farglielo notare. Dovetti fare appello a tutte le mie forze per rimanere stabile e incrociai le braccia al petto stringendomi con le mani. Feci un respiro profondo.
«Ho una proposta da farti» disse furtivo lanciando un occhiata oltre il muro alle sue spalle e lo osservai scossa. Lui era sempre così solare e bello, io un'anima fin troppo buia.
«Sentiamo» esalai.
«È diversa dal solito» premise subito «ho pensato, dato che il pomeriggio devi sempre studiare e fare le tue cose...ti va di saltare la scuola oggi?» ne rimasi spiazzata.
«Ma sei impazzito?» chiesi di getto non avendo mai azzardato a nulla di simile ma il suo sorriso fremente lasciava capire tutto.
«Non se ne accorgerà nessuno se è questo che temi, guarda che bella giornata c'è oggi, dai» io sospirai.
Sollevai il viso oltre le mura che ci circondavano osservando silente il cielo, era splendido come non accadeva da settimane.
Come se persino il mondo fosse d'accordo con lui.
«Non lo so..» sussurrai più incerta e confusa che mai. Una parte di me la reputava un'idea geniale, l'altra era timorosa anche di respirare all'oscuro di mio padre.
«Dai bambolina, vieni con me» lo vidi porgermi la mano e deglutii colma di pensieri su pensieri.
La testa ormai era divenuta un pozzo di dubbi e conclusioni, se non avessi accettato avrei passato la solita giornata e magari avrei anche spento in lui tutta la voglia innata che aveva di stare con me, ma se avessi accettato... avremmo potuto passare del tempo insieme come era accaduto quei famosi giorni in cui quel mostro era lontano. Erano stati i migliori della mia vita.
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My Hero
Любовные романыHannah è costretta a vivere nella prigionia che per lei rappresentava la sua stessa casa, succube di un padre che tutto le augura fuorché la felicità. Un suo compagno di classe, dopo anni passati all'oscuro della sua esistenza finisce per notarla, u...