Hannah's P.O.V
«Fammene assaggiare un po' della tua dai!» insistette ancora Noah provando ad allungare la cannuccia di plastica verso la mia granita alla fragola, ma mi spostai sorridendo.
«No, bevi la tua» ridacchiai bevendo un altro sorso della mia e quella sensazione di fresco mi pervase la gola.
Oggi non avendo lezioni, avevamo deciso di passare la giornata al centro commerciale più grande della città, così grande da perdercisi dentro ma nonostante l'aria condizionata faceva un caldo da star male, anche per questo ci eravamo fermati a prendere due granite nella gelateria. Io avevo preso la mia preferita, quella alla fragola, lui quella alla menta, anche se non la smetteva di provare a mangiare la mia.
«La sto bevendo, però volevo assaggiare anche la tua, non essere tirchia» si lamentò ancora sperando cedessi ma non mi lasciai smuovere «ho detto di no». Era troppo bello vederlo arrabbiato come un bambino a cui negano le caramelle e andai a essermi su una delle panchine che erano disposte per la galleria di quel centro. Ai lati erano disposte due bellissime fioriere e mi soffermai a guardarle continuando a godermi la mia granita prima che diventasse acqua.
Si piantò dinanzi a me, guardandomi dall'alto con quell'espressione offesa «se me la fai assaggiare, ti faccio assaggiare la mia» provò a contrattare, guardando con desiderio il mio bicchiere e strinsi le dita attorno alla plastica.
«E va bene» si sorprese, allungai il braccio verso di lui per farlo arrivare alla cannuccia e ne bevve un sorso.
«Meglio la mia» ridacchiò soddisfatto, accomodandosi accanto a me e lo guardai male. Tutto questo casino per una cosa simile?
«Rispetta i patti» alzai un sopracciglio dandogli un pizzicotto e sobbalzò massaggiandomi il braccio. «A lei madame, non c'è bisogno di essere violenta» mi porse il bicchiere facendomi abbozzare un sorriso e avvicinai la cannuccia alle labbra tenendola fra le dita, ma la sua granita non era male. Ma mai buona quanto la mia.
«Come immaginavo, è più buona la mia» sentenziai soddisfatta socchiudendo lievemente gli occhi e bevvi gli ultimi sorsi fin quando non ne rimase nulla nel bicchiere. Mi sporsi verso uno dei secchi per buttare il contenitore ormai vuoto e poi tornai a guardarlo sedendomi accanto a lui. Il centro commerciale era colmo di gente, come al solito, vedevo persone passeggiare avanti e indietro passando così una giornata diversa dal solito proprio come eravamo venuti a fare noi.
Poi il mio sguardo balenò nuovamente sul mio ragazzo e sorrisi inevitabilmente vedendolo concentrato a gustarsi la granita, sollevai una gamba accavallando la coscia sulla sua e rimasi lì a guardarlo. Mi piaceva passare il tempo così, senza troppi pensieri, con lui.
«Che ti va di fare sta sera?» domandò tenendo lo sguardo sulle mie labbra e ci pensai su per qualche istante «mangiamo fuori?»
«Buona idea» asserì certo senza rifletterci troppo su «sushi?» chiese a sua volta ma arricciai il naso in una smorfia e scossi subito la testa.
«Al sushi preferisco di gran lunga mangiare messicano» era molto meglio la salsa piccante che il pesce crudo, anche se qualche tipo di sushi mi faceva impazzire, ma davvero pochi.
«Perfetto, allora sta sera ce ne andiamo al Barrio» sorrisi e nel sentire il nome di quel ristorante iniziai a sentire l'acquolina in bocca, avevamo mangiato benissimo lì la scorsa volta.
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My Hero
RomanceHannah è costretta a vivere nella prigionia che per lei rappresentava la sua stessa casa, succube di un padre che tutto le augura fuorché la felicità. Un suo compagno di classe, dopo anni passati all'oscuro della sua esistenza finisce per notarla, u...