Noah's P.O.V
Arrivai a scuola stranamente in orario quella mattina, avevo lasciato la macchina in uno dei parcheggi più vicini all'ingresso così da poterla tenere d'occhio in ogni momento della giornata. Odiavo lasciarla incustodita troppo a lungo in luoghi del genere, si sa che ai ragazzi piace poggiarsi ai cofani e solo il pensiero di ritrovarmela graffiata mi mandava fuori di testa.
Camminai lungo i corridoi totalmente da solo, non avevo ancora incontrato nessuno dei miei amici ma ciò non mi faceva sentire a disagio né nulla del genere. Qui tutti sapevano chi ero ed io non provavo imbarazzo nell'essere guardato.
Mi divertiva sentire gli occhi delle ragazze addosso, anche adesso camminando notai sguardi indiscreti e frasi sussurrate di sfuggita e mi domandai come potessero credere che non le notassi. Mi passai una mano fra i capelli per assicurarmi fossero a posto e non tolsi gli occhi da una biondina che aveva tanto l'aria di essere una ragazzina del primo anno. Mi aveva adocchiato non appena ero sbucato dal fondo del corridoio e passandole accanto le avevo fatto l'occhiolino cercando di non ridere.
«Smettila di provocare quelle povere ragazze» sobbalzai spaventato quando la voce del mio migliore amico mi piombò alle spalle e gli tirai un pugno sul braccio.
«Ti sembra il modo di comparire dal nulla?» sbottai indignato e divertito allo stesso momento e cercò palesemente di non ridere «certo, ti ho visto fare la tua passerella davanti quelle due da lontano»
«Mi stavo divertendo» ammisi sinceramente, non avevo in mente nulla se non quel che mi ero limitato a fare.
«Ne hai puntata una delle due?»
«Ma scherzi, no» dissi schietto.
«Non mi sorprenderebbe vederti giocare con quelle più piccole» constatò una volta arrivati ai nostri armadietti e vi si poggiò di schiena guardandomi «che brutta considerazione che hai di me» scherzai fingendomi ferito con una mano sul petto e scosse la testa.
«Andiamo Noah, sai perfettamente quanto ti sei divertito negli ultimi anni» come dargli torto... non ero mai stato il ragazzo perfetto in vita mia, per quanto ci avessi provato. Avevo passato l'adolescenza a comportarmi come uno scemo, girando con amicizie sbagliate e facendomi ragazze come nulla fosse.
Non ero più così, non lo ero da tempo, anche se all'apparenza sembravo essere rimasto l'egocentrico di sempre quella era solo la facciata di me che mostravo agli altri.
«Appunto, negli ultimi anni. Ho smesso con quella vita, lo sai» lo ammonii consapevole del fatto che per smettere, avevo prima toccato il fondo e non era stato piacevole. Lui lo sapeva.
«Sì lo so, anche se fosse comunque, non ci sarebbe nulla di male nel farsi qualcuna» aggiunse frivolo e lo guardai.
«No nulla...ma io sono giorni ormai che non riesco a togliermene una dalla testa» ammisi pensando alla mia bambolina.
Faceva strano anche a me realizzarlo, ma più tempo passavo con lei più desideravo trascorrerne. Era come se fosse comparsa dal nulla, non l'avevo mai notata prima di quel giorno nell'ora di storia ma non facevo che pensare a lei, a quel sorriso magnifico che ha e che esita tanto a mostrare. Sembrava celare un mondo dietro i suoi silenzi, mi intrigava come mai nessun'altra e poi...era davvero bellissima.
I primi giorni sembrava sempre sul piede di guerra, categoricamente contraria a permettermi anche solo di rivolgerle parola, mi era venuto così spontaneo chiamarla "bambolina" con quel visino innocente. Sembrava uscita da un'altra epoca, era diversa da qualsiasi altra ragazza con cui avessi mai avuto a che fare in vita mia.
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My Hero
RomanceHannah è costretta a vivere nella prigionia che per lei rappresentava la sua stessa casa, succube di un padre che tutto le augura fuorché la felicità. Un suo compagno di classe, dopo anni passati all'oscuro della sua esistenza finisce per notarla, u...