Hannah's P.O.V
Eravamo arrivati in quel periodo dell'anno in cui tutto sembrava rinascere, i ciuffi d'erba verdastri, le gemme dai rami, gli animali selvatici che tornavano ad uscire dalle loro tane... e poi le api, gli uccellini, le farfalle che svolazzavano nell'aria quasi sempre calma e serena. La trovavo una delle stagioni più belle e affascinanti.
E insieme a questo periodo dell'anno, era giunto anche il compleanno di mio padre John, che avrebbe soffiato sulle sue candeline sta sera... alla festa a sorpresa che gli stavamo preparando. In realtà più che festa sarà una cena, ma non verranno invitati o cose del genere, ci saremo solo noi.
Non appena uscii dal bagno pronta per la serata, scesi con calma la rampa di scale che conduceva al piano terra e varcando la soglia della cucina, venni inebriata dal buon odore delle pietanze cucinate da Meredith. La vidi subito, di spalle davanti al ripiano in marmo della sua cucina mentre sembrava armeggiare con delle teglie bollenti. In sottofondo nella stanza si poteva udire solo lo sfrigolio dell'olio in padella, che risuonava dalle pentole sulla stufa accesa. L'odore di branzino in crosta di patate che intravedevo in una delle teglie mi fece socchiudere gli occhi per quanto sublime e mi avvicinai a lei.
«Vuoi una mano?» domandai gentilmente vedendola alle prese con padelle, forno, fornelli, teglie e così via. Lei si voltò a guardarmi, non sembrava neppure avvilita da tutto quel da fare ma annuì dolcemente indicandomi una delle teglie rossastre «puoi infornarla tu? Sta attenta, è già caldo il forno» io mi limitai ad annuire, per poi afferrare la teglia e raggiunger il forno illuminato.
«Mio padre ti ha fatto sapere qualcosa sul quando sarà di ritorno?» chiesi ancora mentre si sistemava il grembiule che teneva legato in vita, per evitare di macchiarsi ed annuii «mi ha chiamato poco fa, pare che lo stiano trattenendo più a lungo del previsto in ospedale quindi non abbiamo problemi» mi informò passandomi un tagliere e lo adagiai sul ripiano di fianco ai pomodori già lavati.
«Puoi..» iniziò a dire, ma non le feci neppure finire la frase «certo, sono scesa apposta» la rassicurai iniziando ad affettare per lei quei pomodori e sorrise caldamente.
«John sarà felicissimo quando vedrà cosa abbiamo preparato per lui» iniziò a dire guardando le pietanze sfrigolanti che continuava a girare nella teglia ed io annuii subito «molto, ma non se lo aspetta»
«Ed io sono felice che tu stia di nuovo bene Hannah» ammise voltandosi a guardarmi e sollevai gli occhi dal tagliere, smettendo per un attimo di fare quel che stavo facendo «abbiamo temuto molto per te..quando hai avuto l'incidente» disse poco dopo e mi morsi il labbro.
Non avrei mai voluto far soffrire nessuno per me.
«Perché anche se non mi permetterei mai di prendere il posto di tua madre, tu sarai sempre come una figlia per me» e le sorrisi grata, ricambiando quel sentimento allo stesso modo «grazie Meredith» sussurrai tornando a concentrarmi sul taglio.
«Grazie a te..anche per come sei con mio figlio» aggiunse alludendo a Noah e solo pensarci mi metteva di buon umore. Anche se non glielo avevo ancora mai ammesso, dalla sera in cui al compleanno di Mason ci eravamo baciati per la prima volta..un po' sentivo di star innamorandomi di lui. Dopotutto passavamo insieme ogni giorno e lui era così perfetto, scommetto che neanche ne era consapevole, di quanto fosse unico.
«Noah merita il meglio» e lo pensavo davvero.
Avevo imparato a conoscerlo ed era una di quelle splendide persone, buone e solari, nelle quali sembra impossibile trovare del marcio. Perché semplicemente sono belle come sembrano.
STAI LEGGENDO
My Hero
RomanceHannah è costretta a vivere nella prigionia che per lei rappresentava la sua stessa casa, succube di un padre che tutto le augura fuorché la felicità. Un suo compagno di classe, dopo anni passati all'oscuro della sua esistenza finisce per notarla, u...