57 || Chiaro di Luna

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Hannah's P.O.V

Era passato un mese esatto, da quando il ragazzo dagli occhi verdi e i capelli dorati che viveva in casa mia, mi aveva confessato di essere innamorato di me... eppure io ancora non me ne capacitavo.

Era tutto così dannatamente strano.

Strano, semplicemente perché non capivo come potesse esserlo, insomma..che avevo fatto io per far sì che si innamorasse così proprio di me? Eppure quando stavamo insieme mi sentivo estremamente dipendente da lui, come se infondo provassi per lui la stessa cosa, ma sapevo che non fosse umanamente possibile. Non potevo esserne innamorata senza averci neppure mai parlato davvero prima di quella sera, ma quel che sentivo dentro di me quando mi guardava, era inspiegabile. Ma nel vero senso della parola. E lui ogni giorno, ogni singolo giorno era sempre lì, per me, a dimostrarmi costantemente quanto realmente ci tenesse. Come se provasse quasi continuamente a farmi capire qualcosa, che però non potevo capire, perché per me lui era piombato nella mia vita dal nulla, dopo l'incidente.

L'unica cosa che sapevo per certo però, era che da quando mi aveva aperto il suo cuore, non avevamo fatto altro che passare tempo insieme e sembravo non stufarmi mai di lui. Avevamo fatto infinite passeggiate, infinite chiacchierate sotto le stelle, mi aveva persino regalato un libro così dal nulla. Solo per sorprendermi. Un romanzo del mio scrittore preferito, Nicholas Sparks, "Le pagine della nostra Vita" si chiamava, e l'avevo amato da subito. Quando arrivò sorridente davanti a me con quel libro fra le mani, mi aveva persino proposto di leggerlo insieme, magari sul divanetto che c'era fuori i nostri terrazzi comunicanti. E per quanto potesse essere stramba come proposta, avevo deciso di accettare, perché lo trovavo qualcosa di estremamente unico e bello da fare insieme.

Mi aveva portata ovunque nell'ultimo mese, riuscendo ad azzeccare ogni volta i miei gusti..come se li conoscesse tutti a memoria.

Eravamo stati insieme persino sulla ruota panoramica della città, quella che fin da bambina ambivo a provare..mi aveva portata in un incantevole parco sopra una collina che pareva essere un piccolo pezzo a parte di mondo. E come dimenticare il giorno in cui ci eravamo ritrovati a mangiare pizza su una casa in costruzione abbandonata da anni, godendoci insieme quel tramonto mozzafiato, sfumare fra le nuvole del cielo davanti a noi. Ripeto, non capivo perché fosse così ostinato a voler stare con me senza mai stufarsi, ma più passavo giorni con lui, più mi rendevo conto di quanto mi ci stessi affezionando e di quanto mi stessi abituando alle sue attenzioni.

Pensare che le prime volte in cui lo vedevo aggirarsi attorno a me, non desideravo altro che vederlo andar via, perché era come se mi opprimeva sapere che uno sconosciuto non volesse smettere di girarmi intorno. Ma non lo conoscevo...non lo conoscevo affatto. Perché Noah era una di quelle persone che quando le conosci davvero, è come se iniziassi a vedere il mondo da una prospettiva diversa, una molto più bella. Ero arrivata a quel punto in cui quando mi sorrideva...mi rendevo conto che quel sorriso mi ammaliava da impazzire, quando mi guardava negli occhi...sentivo le farfalle riscuotermi lo stomaco fino a far quasi male e quando mi sfiorava..la mia pelle sembrava finire sotto una coperta di brividi.

«Hannah! Sei pronta?» solo quando la voce squillante di Zoey risuonò dalla parte opposta della porta della mia stanza, tornai finalmente alla realtà, rendendomi conto di essere ancora ferma davanti il mio riflesso nello specchio. Notai il mascara già aperto da chissà quanto fra le mie mani e mi affrettai a dare le ultime passate pronta a raggiungerla.

«Sì..arrivo» dissi confusionariamente in cerca del mio cellulare e fortunatamente lo vidi sbucare da sotto la federa del cuscino del mio letto. Lo afferrai e raggiunsi la porta, aprendola e trovando lei lì dietro. Inutile dire che era bellissima, nel suo tubino bianco aderente con lunghe maniche larghe che le fasciavano solo i polsi, pareva quasi un angelo. Dopotutto aveva un viso spettacolare, con quei lineamenti marcati ma puri e innocenti, in grado di ammaliare chiunque.

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