Hannah's P.O.V
«Si può sapere perché non mi dici dove stiamo andando?» insistetti ancora guardandolo esasperata, ma non parve cedere. Sarà stata la ventesima volta che provavo a chiedergli dove mi stesse portando di tanto misterioso, ma sembrava essere ostinato a non volermelo anticipare. Quando qualche chilometro fa eravamo usciti da casa sua, mi aveva solo detto che mi avrebbe portata a vedere qualcosa di bello, ma il non capire cosa fosse mi tormentava.
Odiavo non avere la situazione sotto controllo
«Mamma mia quanto sei impaziente, tra poco lo vedrai» abbozzò un sorriso divertito, continuando a stringere le mani sul volante guardando la strada e indignata, incrociai le braccia al petto. Così girai il volto verso il finestrino, tenendo ancora dipinto in viso quel finto broncio e osservai le figure degli alberi e delle case, che scorrevano veloci ai lati della strada, mentre il biondino la percorreva a gran velocità.
Poi sollevai lo sguardo, osservando il cielo e notai solo allora che si stava chiudendo sotto dei nuvoloni grigi, occultando tutta la luce che risplendeva sta mattina su Seattle.
«Ci manca solo che ci piova in testa» borbottò lui quando fummo costretti a fermarci davanti un semaforo rosso. Teneva gli occhi puntati verso l'alto, attraverso il vetro della sua auto, mentre tamburellava le dita della mano destra sul volante «a me la pioggia rilassa» ammisi sollevando gli angoli della bocca, quando poggiai la testa al sedile.
«A me solo quando devo addormentarmi» borbottò passandosi una mano fra i capelli dorati e scossi la testa, tenendo gli occhi puntati sulla strada quando tornò a camminare. Poi una prima goccia si scagliò sul vetro, subito dopo una seconda, poi una terza, e cominciò a diluviare così d'improvviso.
Per un attimo mi parve quasi di essere tornati in inverno, ma d'altronde, a Seattle i temporali non mancavano mai.
«Spero tu non avessi in mente di portarmi a dipingere all'aperto, perché penso che la pittura non reggerebbe» risi osservandolo di sfuggita ma scosse la testa.
«No, devo mostrarti una cosa che...non va via con la pioggia» accennò un lieve sorriso e tornò a rivolgere l'attenzione alla strada, svoltando nella prima traversa a destra. Continuò a percorrere tutta quella via, contornata di case e accostò poco più avanti, davanti un muretto di recinzione chiaro, non troppo alto.
«Sto morendo dalla curiosità Noah!» mi lamentai ancora, stufa di non capire cosa ci facessimo lì e spense il motore. Mi guardai intorno, cercando di vedere oltre al vetro punzecchiato dalla pioggia ma non c'era nulla di rilevante. Solo alberi piantati lungo il marciapiede, villette dal bell'aspetto e nient'altro, una zona abitata come un'altra, senza centri commerciali, maneggi, parchi o qualsiasi parte in cui poter portare qualcuno per una sorpresa.
«Ti è andata bene che per via della pioggia non potrò fare la parte in cui ti bendo e ti porto lì davanti, ma guarda là» si sporse verso di me indicando oltre quella recinzione a muro non troppo alta e cercai di capire cosa avesse di particolare quella casa. Per carità, era bella, certamente una villetta incantevole con quegli esterni chiari e per di più abbastanza minimal. Sembrava moderna.
«Sono tre anni ormai che con l'aiuto di mia mamma lavoro al progetto di questa casa..e come vedi ora esiste, è finita» disse entusiasta sotto al rumore della pioggia che si scagliava irrefrenabile contro il vetro della macchina «c'era solo terra qua davanti, fino a quattro anni fa» aggiunse guardandomi negli occhi felice e non seppi che dire.
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My Hero
RomanceHannah è costretta a vivere nella prigionia che per lei rappresentava la sua stessa casa, succube di un padre che tutto le augura fuorché la felicità. Un suo compagno di classe, dopo anni passati all'oscuro della sua esistenza finisce per notarla, u...