48 || Devi credermi

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Noah's P.O.V

Okay avevo sbagliato io.

Avevo sbagliato tantissimo a non essermene andato via prima, quando ero ancora in tempo, notando la brutta piega che stava prendendo la situazione in quella stanza ma non immaginavo finisse in quel modo. Ma a prescindere dal malinteso e dal mio errore, sapevo di non aver fatto nulla e nulla avrei fatto.

«Hannah fermati!» alzai il tono di voce un attimo prima di riuscire a raggiungerla e le afferrai un polso costringendola a fermarsi di colpo. La vidi voltarsi verso di me con un impeto, aveva gli occhi lucidi, arrossati e uno sguardo omicida quanto quello che mi aveva riservato Dalila poco prima di uscire dalla loro stanza.

«Lasciami o ti giuro che ti stampo cinque dita sulla faccia sta volta» mi minacciò a denti stretti rimandando le lacrime e deglutii. Non avevo mai ricevuto una minaccia del genere da parte sua..ma me la meritavo.

«Posso spiegarti tutto Hannah» la pregai con lo sguardo lasciandole andare la mano e mi spinse all'indietro.

«Cosa vuoi spiegarmi? Che sei inciampato per sbaglio sulla bocca della mia compagna di stanza?» sbraitò lì al centro del corridoio dandomi un altro spintone, alcune ragazze si voltarono a guardarci, ma fortunatamente non c'erano molte persone ad assistere a tutto ciò.

Non udendo una mia risposta riprese a camminare spedita dandomi le spalle e tornai a cercare di fermarla, prima che potesse entrare nel bagno e rinchiudersi lì senza darmi modo di spiegare. La bloccai proprio un attimo prima che potesse entrare lì dentro e la trascinai con me verso la prima porta socchiusa che trovai, con su il cartellino che indicava un ripostiglio degli inservienti.

«Ti giuro che sono al tanto così» mi minacciò ancora avvicinando indice e pollice davanti al mio viso dopo essersi scrollata di dosso la mia presa «al tanto così dal picchiarti, toccami di nuovo e trasformo la tua faccia in un tamburo!» aggiunse più seria che mai e feci un passo indietro, lasciandole i suoi spazi.

«Va bene non ti tocco, ma ascoltami» sbuffai incrociando le braccia al petto e fece lo stesso guardandomi di sfuggita negli occhi. Sembrava non voler rivolgermi neppure lo sguardo «parla» borbottò a muso basso e sospirai.

«Ero venuto a cercarti perché dovevo chiederti una cosa ma a metà strada mi sono reso conto di essere uscito senza cellulare, per questo non ti ho avvisata, speravo di trovarti in stanza. Solo che quando sono arrivato c'era solo quella Julia che mi ha lasciato entrare assicurandomi che saresti tornata in cinque minuti» dissi seccato nel ricordare come quella tizia si fosse presa spudoratamente gioco di me.

«E quindi in attesa del mio rientro, giustamente, hai deciso di riscaldare le labbra baciandoti lei al posto mio» constatò amaramente guardandomi con disprezzo e alzai gli occhi al cielo rassegnato «io che a momenti passo più ore con quell'Asher che con te ormai, non mi sono mai sognata di sfiorarlo o lasciarmi sfiorare neppure con un dito! A te invece sono bastati pochi minuti per farti trovare avvinghiato con lei sulla mia scrivania Noah!» sembrava fuori di se e la cosa peggiore è che non potevo biasimarla.

Che razza di coglione ero stato.

«Ascoltami cazzo!» esclamai esasperato sperando mi desse ascolto «è stata lei a iniziare a parlarmi con la scusa che voleva farmi capire che faceva la barista al Liberty, poi però non so cosa le è preso ma ha cominciato a provocarmi» dissi indignato.

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