33 || Il conforto di un'amica

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Hannah's P.O.V

La settimana seguente come previsto, le lezioni tornarono a riprendere il loro corso come da programma. Non riuscivo ancora a riabituarmi alla solita routine scolastica e me ne rimasi in silenzio per tutta l'ora al mio posto, intenta a scarabocchiare un foglio bianco disteso sul banco. Aspettavo con ansia il suono della campanella per liberarmi da quella noia mortale. Ieri notte non avevo dormito molto, per il semplice fatto di non essere riuscita a prendere sonno con facilità. Di fatti al suonare della sveglia questa mattina, mi sembrava di aver seriamente chiuso gli occhi qualche istante prima e non lo dicevo per dire. Stavo morendo di sonno e neppure il correttore usato appena sveglia era riuscito a conferirmi un aspetto definibile decente.

Avevo solo occhiaie, sbadigli a non finire e voglia di infilarmi sotto alle coperte e restarci fino a Natale prossimo.

«Oggi sei uno zombie» parlò a bassa voce Jace, guardandomi di soppiatto e strinsi le palpebre in due fessure accusatorie.

«Dovrei prenderla come un'offesa?» sbuffai.

«Ma no, sai che ti voglio bene» ridacchiò dandomi una pacca sulla spalla e lo guardai attentamente per scorgere in lui segni di derisione.

«Mmm» notando il cipiglio sul mio viso lo vidi ridere sotto ai baffi e tornai a poggiare il viso sulla mano.

«Domani vi riporterò i test!» informò l'intera classe il professor Watson, proprio un istante dopo che il tanto atteso suono della campanella segnò la fine della sua lezione. Tirai un sospiro di sollievo.

In un batter d'occhio riposi astuccio e blocco notes nel mio zaino e lo chiusi, mettendolo in spalla per poi incamminarmi con Jace verso l'uscita della porta. Le parole del professore non mi misero particolare ansia al pensiero di cosa avessi potuto prendere, sapevo di aver studiato e dato il meglio di me in quel test, per questo non mi preoccupava minimamente scoprirne l'esito.

«Probabilmente ho preso un'insufficienza» sbuffò il ragazzo che continuava ad affiancarmi lungo il corridoio e arricciai il naso «non ti eri preparato?» domandai.

«Non molto, avevo studiato all'ultimo minuto la notte prima» mi informò passandosi una mano fra i capelli e serrai le labbra poco convinta «vabbè speriamo in una sufficienza» dissi infine.

Oggi faceva un caldo così asfissiante qui da sembrare di essere nei lontani giorni di metà luglio e non ancora in piena primavera. Sistemai il tessuto della mia t-shirt, che si era tirato su per i fianchi prima di spalancare la porta della mensa e entrarvi all'interno insieme a Jace. Ormai anche lui era entrato a far parte del mio gruppo, condividendo con me l'antipatia per Zac Price. La mensa traboccava di persone, dall'ultima volta in cui avevo messo piede qui sembravano essersi triplicate le persone e dopo aver riempito i nostri vassoi raggiungemmo il solito tavolo.

«Finalmente siete arrivati!» esclamò Austin sollevando un braccio verso di noi per farci cenno di raggiungerli e lanciai un'ultima occhiata al mio amico prima di avvicinarmi con lui al tavolo.

«Il professore ci ha trattenuti in classe più del solito» parlò lui spiegando il motivo del nostro ritardo e si sedette accanto a Luke e Dalila, mentre io incrociai subito lo sguardo di Noah e andai ad accomodarmi accanto a lui.

Mi guardò negli occhi ostentando un solarissimo sorriso e quando fui alla sua altezza, si sporse per lasciarmi un bacio sulla guancia prima di lasciarmi posare lo zaino a terra.

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