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Ho passato tutta la serata a pensarlo da solo a bere birre su birre e a guardare calcio scadente in tv. Quando sono tornata a casa e l'ho visto ancora lì fuori, con due bottiglie vuote ai suoi piedi, la testa schiacciata contro il cuscino dell'altalena, la televisione ad alto volume accesa e i suoi occhi chiusi, per poco non mi prendeva un colpo. Sono le due passate, come può la moglie non essere ancora tornata? Tolgo i tacchi e corro verso di lui. Mi inginocchio ai piedi dell'altalena e lo scuoto leggermente.
"Signor Manolas, è tardi deve tornare dentro.. signor Manolas.." ripeto e lui salta dal sonno.
"Mh.. che succede?" Si guarda intorno, poi guarda me. Si pulisce la bocca col dorso della mano e si tira su. Io torno in piedi e mi allontano di qualche passo mentre lui continua a guardarmi.
"Che ore sono?" Mi domanda con un filo di voce.
"Le due passate" rispondo. Lo osservo mentre raccoglie le bottiglie e si sistema, non vuole darlo a vedere ma so che il comportamento della moglie lo ha ferito.
"E lei non è ancora tornata, bene.." dice a bassa voce ma fa in modo che senta anche io. Mi guarda un attimo e poi va verso l'entrata di casa sua. "Buonanotte Grecia, a domani" mi sorride e alza la mano per salutarmi.
"Notte signor Manolas, a domani" ricambio il saluto e torno a casa mia.

Non posso fare a meno di pensare a quanto i soldi non servano a dare felicità. Ti aiutano a vivere meglio, sicuramente, ma non c'entrano con la felicità in nessun modo. Più lo guardo e più penso che può avere quattro macchine, vivere in un posto fantastico, fare un lavoro strapagato, essere famoso e riconosciuto in strada ma poi la sera si ritrova solo e triste e deve fargli male, lo so. Mentre mi spoglio vedo la moglie ritornare. Parcheggia e corre in casa. Dopo qualche secondo le luci nella loro camera da letto si accendono, vedo distintamente le loro sagome mentre litigano, sento anche qualche urlo, poi un abbraccio finale. Lui le si accoccola sul petto e lei lo accarezza.
Sotto quella corazza da duro si nasconde un uomo dal grande cuore, ne sono sicura. Smetto di guardarli quando la luce nella loro camera si spegne e immagino in che modo possano fare pace.
Mi faccio una doccia veloce e mi metto a letto. Dormo come un bambino fino alle sette del mattino dopo che mi suona la sveglia. Mi sveglio e metto la divisa per poi andare dai Manolas.

"Buongiorno Grecia" come al solito Niki mi accoglie per prima.
"Buongiorno, cornetti caldi?" Chiedo e lei annuisce. Non domando niente di ieri, non sono affari miei. Mi metto subito all'opera con la pasta sfoglia e ne inforno sei.
"Ti ricordo che sono un'atleta, non posso mangiare schifezze tutti i giorni" mi giro e me lo ritrovo seduto a tavola che si passa le mani sugli occhi. Poi mi guarda con lo sguardo cupo e guarda la Nutella che stavo usando per farcire i cornetti.
"Buongiorno. Gliene lascio due vuoti?" Domando imitando la sua espressione seria. Che gli prende stamattina, sta di nuovo storto? Poi dice che le donne sono strane, ma perché lui è normale?
"Si tesoro, lasciagliene due vuoti grazie" la moglie mi accarezza le spalle e mi sorride. Annuisco e faccio come dice. Porto la teglia a tavola e salgo al piano di sopra rifiutando l'invito di Niki a prendere un cornetto. Li sento borbottare appena salgo le scale, poi mi chiudo nella loro camera e non li sento più. Non mi va di essere trattata così da quell'uomo, mi ha veramente rotta.
Scendo col bucato da stendere sul retro del giardino e Niki mi raggiunge.
"Grecia io vado a sbrigare delle faccende, per pranzo ci prepari un'insalata di pollo? Kostas domani gioca e deve restare leggero, va bene?" Faccio di sì con la testa e lei va via. Che faccende avrà sempre da sbrigare non lo so, boh. A casa non c'è praticamente mai e la cosa peggiore è che mi lascia sempre da sola con lui.
Torno in cucina dove lui sta guardando la tv, come sempre.
"Ti ho trattata di nuovo male, Grecia?" Mi chiede quando gli passo davanti.
"Sta diventando un'abitudine" rispondo fredda, senza nemmeno guardarlo e continuando a piegare i vestiti da posare.
"Mi dispiace, quando mi sveglio sono intrattabile, non farci caso" dice. Annuisco e gli faccio un sorriso di circostanza, falsissimo. So che lo capisce e non me ne frega.
"Ieri la serata tutto bene?" Domanda puntando i suoi occhi su di me.
"Sì mi sono divertita, mi serviva" dico senza dare troppi dettagli.
"Mi fa piacere" risponde, quasi annoiato. Restiamo in silenzio per un bel po', poi mi fa una delle sue domande impiccione.
"Qual è la prima cosa che guardi in una donna?" Volge lo sguardo verso di me, mi guarda gli occhi e poi la bocca in attesa di una mia risposta.
"Cosa?"
"Sì lo so faccio domande troppo personali forse, boh. La mia è curiosità" si spiega passandosi le mani tra i capelli. "Ho altri conoscenti gay ma con nessuno sono in confidenza come con te, cioè confidenza.." si ferma di nuovo e si tocca ancora i capelli "con te ci parlo tutti i giorni, con loro no" termina.
"Capisco.. comunque non so.. le mani, le mani le guardo sempre" rispondo e i suoi occhi forse inconsapevolmente si poggiano sulle mie che cerco subito di nascondere.
"Ah si?"
"Sì, mi piacciono curate ma semplici, niente di troppo elaborato. Così come i cibi, i sentimenti, le persone" faccio l'elenco e lui sorride.
"Semplice, sono d'accordo" annuisce.
"E lei?" Ingoio rumorosamente la mia saliva mentre aspetto la sua risposta.
"Io?"
"Mi fa sempre domande mentre poi non mi dice mai come la vede lei. Quindi, signor Manolas, cosa guarda in una donna?" Chiedo ancora più esplicitamente.
"I capelli" dice subito, senza pensarci. "Mi piace pensare che i capelli ci rappresentino e mi piace collegare le persone coi loro capelli"
"Buffo" dico ridendo. "Allora lei è un indisciplinato, signor Manolas? Uno che non sta mai al suo posto?" Chiedo guardando la ciocca di capelli che come sempre gli cade sulla fronte, lui se la sposta e scuote la testa divertito.
"Sì i miei capelli mi rappresentano totalmente: provo a sistemarli, ad aggiustarli, a tirarli indietro, ma niente, alla fine fanno sempre quello che cazzo vogliono e anche io sono così. A volte cerco di trattenermi ma la mia indole e il mio carattere irruente escono quasi sempre fuori" spiega.
"L'ho notato. Le piacciono lisci come quelli di sua moglie?" Mi sta incuriosendo questo discorso e non voglio terminarlo ora.
"Mi piacciono tutti i tipi di capelli, basta che stiano bene su quella persona. A mia moglie stanno benissimo lisci a te per esempio stanno d'incanto così ricci e selvaggi. Secondo me ti rappresentano bene" dice terminando e indicandomi con l'indice.
"Io selvaggia? E chi glielo dice?" Metto le braccia incrociate sotto al seno e aspetto che parli. Voglio proprio sentire che dice.
"Ti vedo così, non so perché. Sbaglio?" Non stacca più i suoi occhi da me e mi sento come se il mondo fosse sparito ed esistessimo solo noi.
"Sono selvaggia quando devo esserlo e tranquilla quando serve. Sono una persona equilibrata" rispondo mentre lui muove la testa in un sì poco convinto.
"E in che campo saresti selvaggia? Sentiamo.." incrocia anche lui le braccia al petto e mi guarda con un'espressione indecifrabile.
"Beh in molt.." le mie parole vengono interrotte dal ritorno di Niki che entra in cucina e sbattendola porta alle sue spalle.
"Salve ragazzi!" Ci saluta e poi continua. "Ho interrotto qualcosa?" Chiede guardando prima me e poi il marito e notando le nostre facce ancora sorridenti.
"No Niki, tuo marito mi diceva che vuole mangiare più leggero, niente di che" dico e prendo i vestiti per portarli al piano di sopra.

Mi nascondo nella lavanderia e chiudo la porta. Mi appoggio con la schiena contro di essa e cerco di calmarmi.
Mi sento: fuori controllo.
Devo: smetterla.
Ogni parola in più che scambio con lui mi sembra di conoscerlo meglio e di apprezzarlo sempre di più. Mi piace che sia di poche parole ma che con me invece voglia parlare. Non so il perché ma anche solo parlargli mi mette un'agitazione addosso che mi resta per ore e non ne capisco il motivo. L'unica cosa che so è che devo smetterla o finisce male per me.

Mancavi tu || Kostas ManolasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora