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Sono in cucina a preparare la cena, insalata di pomodori, così come mi hanno chiesto. Li taglio a fette rotonde, formando dei cerchi perfetti. Infilo il coltello nella polpa e poi premo forte, come se li pugnalassi.
"Ciao Grecia, ho il tuo cellulare, era in lavanderia forse l'hai dimenticato stamattina" viene dalle mie spalle e mi porge il mio cellulare allungando il braccio.
"Oh eccolo, grazie. Pensavo di averlo lasciato da mio padre, che sbadata sono" glielo tolgo dalle mani e sorrido falsamente. Ho l'ansia e non riesco a guardarlo.
"Li stai uccidendo questi pomodori, che ti hanno fatto?" Scuote la testa e se la ride divertito. Poi si ferma e li guarda. "Li tagli così tu i pomodori?" Mi domanda curioso.
"Come dovrei tagliarli?" Rispondo, senza guardarlo ancora.
"Io li taglio a cubetti di solito, però così mi piacciono, voglio provarli" dice e mi sorride ancora. Annuisco e poi gli chiedo della moglie, per forza.
"Niki cena qui?"
"Certo, sta per tornare, è stata con Jenny tutta la giornata ma sta tornando mi ha scritto un messaggio"
"Va bene. Lei invece a che ora è tornato dagli allenamenti?"
"Verso le sei credo, sì, erano le sei. Perché?" Si appoggia con un braccio al marmo della cucina e mi guarda. Mi guarda e nel mio stomaco si contorce tutto, mi si chiude, anche solo sentire l'odore dei pomodori che sto tagliando mi fa venire da vomitare.
Scuoto la testa, sospiro.
"Mi ero addormentata e avevo paura che mi aveste cercata e non vi avevo sentita" dico, inventandolo al momento.
"Ah no non ti preoccupare, quando sono tornato ho fatto una doccia e ho riposato, non ti ho cercata" risponde tranquillo.
"E Niki?"
"Lei non è ancora tornata, oggi non c'è stata proprio a casa" continua.
"Okay" annuisco cercando di regolarizzare il respiro.
Si allontana dalla cucina e va al divano sedendosi. Apparecchio per due e qualche secondo dopo Niki entra in cucina.
"Ehi amore eccoti" Kostas si alza e le va in contro baciandola.
Volto subito la faccia, che faccia da culo che ha. Come si fa a comportarsi così dopo ciò che ha fatto oggi pomeriggio? E il peggio è che chissà da quando va avanti questa storia, chissà da quanto. Con quale coraggio si comporta così? Non me ne capacito.

Metto l'insalata di pomodori a tavola, i due si siedono e iniziano a mangiare ridendo e scherzando tra di loro.
Aspetto che mangino poi sparecchio e carico la lavastoviglie. Li saluto e me ne vado nella mia dependance.
Aria, finalmente.
Odio la falsità, è vero che anche io mi sto comportando da falsa con Niki per quello che ho provato a fare con Kostas l'altra settimana ma ora la situazione è peggiorata.

Mi sento con Simona, la mia amica, e decidiamo di uscire stasera.
Ci incontriamo in un bar in centro, poco distante da casa mia.
"Cos'hai ti vedo strana" dice ad un tratto mentre gioco col calice di Rossini tra le mani.
"No niente, o almeno, niente di nuovo"
"Manolas?" Mi domanda. Le ho già raccontato del mio striptease disastroso di qualche notte fa e lei mi ha detto che ho fatto bene, che dovevo provarci o avrei avuto il rimpianto per sempre.
"Sì" annuisco, non le dico del resto della situazione, non posso spargere la voce.
"Teso devi cercare di distrarti, devi uscire più spesso. Da quando lavori in quella villa ti sei annullata, vivi per loro"
"Non vivo per loro, cerco solo di fare bene il mio lavoro" rispondo di getto, innervosita.
Simona ha ragione, mi sono annullata negli ultimi mesi. E per cosa? Per ricevere umiliazioni e delusioni? Ne vale la pena? Certo, io lavoro per loro e mi pagano per farlo ma non devo vivere in loro funzione.
"Però hai ragione e poi lui nemmeno mi vuole, ha tutt'altro nella testa. Devo allontanarmi assolutamente"
"Sì esatto. Non dico di andare con chiunque, ma potremmo uscire di più e conoscere nuove persone" alza le spalle e io annuisco.
"Ci sto, iniziamo da questo week end"
"Perfetto" ci diamo la mano e stringiamo il nostro patto.
E lo facciamo davvero. Iniziamo ad uscire una sera sì e l'altra pure, il sabato andiamo a ballare e torniamo all'alba, appena possiamo passiamo il sabato e la domenica fuori Napoli e conosciamo sempre gente nuova.

Cerco di allontanarmi da Kostas più che posso. Non definitivamente perché non sarebbe nemmeno giusto ma cerco di restare nel mio, senza oltrepassare i limiti. Quando mi chiede di fare colazione con lui, o di pranzare insieme dico educatamente di no; se mi invita a fare altro declino l'invito con una scusa plausibile, ogni volta.
Devo farcela, sono due mesi che vado avanti e mi sento meglio anche se quello che ho visto quel pomeriggio caldo di fine settembre in quella camera degli ospiti non lo dimenticherò mai.

Mancavi tu || Kostas ManolasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora