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Mi rivesto dopo l'allenamento del giovedì pomeriggio, vado talmente piano che tutti si accorgono che qualcosa non va. Si avvicina Lorenzo e si siede accanto a me.
"Come va?"
Sospiro e ci metto qualche secondo per girarmi verso di lui e rispondergli.
"Secondo te?"
"Senti Kostas, io non lo so perché mia moglie si è messa in mezzo, ma se ha detto quelle cose è perché le ha viste, non è pazza" alza le spalle e si inumidisce più volte le labbra, è la moglie, è ovvio che voglia giustificarla.
"Si è inventata tutto e non so il perché. Ma secondo te, ho Grecia in casa 24 ore su 24, me la mettevo a baciare davanti a tutti? Non l'ho mai fatto, mai"
"Mia moglie non è bugiarda"
"Lo sono io?" Mi sta facendo innervosire, farebbe meglio ad alzarsi ed andarsene.
"Non lo so, lei la conosco meglio"
"Allora vai da lei e lasciami in pace, ho già troppi problemi non mi servono anche i tuoi" sbraito facendo un gesto eloquente con la mano e tornando ad allacciarmi le scarpe.
"Lei è andata via?" Si alza ma resta davanti a me.
"Sì"
"Beh inevitabile" sussurra.
Mi blocco, smetto di allacciarmi le scarpe e alzo la testa verso di lui. Non voglio essere sgarbato, mi è sempre stato simpatico ma ora mi sta davvero rompendo il cazzo.
"Mi lasci in pace? Grazie"
"Sì vado, se hai bisogno, fammi uno squillo" fa il simbolo della cornetta vicino all'orecchio e mi fa l'occhiolino prima di andarsene.
Non gli rispondo, avrei detto solo parolacce e negli spogliatoi è meglio evitare.
Chiamo lui, sisi, proprio lui. Ma la gente ci fa o ci è? Tu e tua moglie mi avete buttato nella merda e io chiedo aiuto a voi? Ma sì, come no. Il cervello mi funziona ancora fortunatamente.
Finisco di vestirmi, prendo il borsone e il borsello e me ne torno a casa.

Vuoto. Silenzio. Gelo.

Non che sia diversa dagli altri giorni eh perché Niki non c'era quasi mai e Grecia non la vedo da tre giorni. Ho preferito così. Sono stato da solo a pensare e riflettere.
Ancora non capisco come mia moglie possa anche aver solo pensato che io l'abbia tradita. Ma mi conosce o no? Mi sembra di aver passato gli ultimi anni della mia vita con una perfetta sconosciuta.
Ho provato a chiamarla ma non mi risponde. Ho chiamato la madre, la sorella ma ancora niente. Non so più che altro fare perché tra l'altro ho il campionato e le altre partite e non posso allontanarmi da qui. E quindi niente, anche stasera birra e film anni '90 da solo sul divano.
Ogni tanto mi giro verso la dependance e raramente vedo Grecia. Parla a telefono, mangia, va su e giù per l'appartamento, poi sparisce per poi riapparire qualche minuto dopo.
Quasi quasi la vado a chiamare. Ma sì, che cazzo ci facciamo separati da cinquanta metri di giardino? Almeno scambiamo due parole. Sì, ok, deciso.
Mi alzo e mi avvio verso la porta passando davanti allo specchio all'ingresso. Ok, no.
Sono un disastro. Corro di sopra a sistemarmi i capelli, mi faccio la barba che ormai non aveva più un senso, mi metto dei vestiti più decenti. Mi riguardo allo specchio e annuisco al mio riflesso. Ok, ora faccio meno schifo. Esco dal bagno e scendo tre scalini ma mi ricordo di non essermi lavato i denti. Ah cazzo! Metto una mano davanti alla bocca e ci alito dentro per vedere se devo proprio lavarmeli e la risposta è sì, assolutamente sì Kostas, sai di birra del discount e tonno in scatola. Torno in bagno, lavo i denti e uso anche il collutorio. Ora posso scendere.
Che figo sono, mi sono messo in tiro manco dovessi andare a teatro e non so nemmeno il perché.
Ok, basta chiacchiere. Esco dalla mia villa e vado da Grecia. Busso due volte, poi viene ad aprirmi.
"Sono sempre io" dico sorridendo.
Appena mi vede le sorridono gli occhi, le labbra, e forse anche il cuore.
"Signor Manolas"
"Ancora? Sono solo Kostas, chiamami così da oggi in poi, ok?"
"Va bene. Ti serve qualcosa?"
"No non mi serve niente. Volevo solo la tua compagnia" dico sincero, appoggiandomi allo stipite della porta.
"Sicuro?"
"Sì. Vieni da me?"
"Come vuoi" si chiude la porta alle spalle e mi segue in casa.
E' praticamente un dejavu di quella maledetta serata in cui scoppiò il putiferio. E' passata una settimana quasi e ancora non mi sembra vero.
"Grazie per la cena eh, era buonissima"
"E' il minimo che potessi fare" mi sorride e si siede accanto a me sul divano.
"Mettiamo un film divertente? Ho bisogno di ridere" mi chiede voltandosi verso di me.
"Scegli quello che vuoi" le passo il telecomando e lei ci mette un po' ma alla fine ne sceglie uno di Checco Zalone, che mi spiega essere un comico italiano bravissimo.
Guardiamo il film e non facciamo che ridere, piano piano ci sciogliamo, iniziamo a tornare quelli di sempre, a prenderci in giro e a punzecchiarci di continuo.
Siamo vicini anche fisicamente, lei è seduta dal lato del bracciolo del divano, io subito accanto. Le prendo i capelli tra le mani, glieli accarezzo. Sono la mia ossessione, i suoi capelli. Morbidi, ribelli, profumati. Avvicino il mio viso alla sua testa e inspiro il profumo, lasciandole poi un bacio in testa.
"Kostas, per piacere" si tira via e mi mette una mano aperta sul petto per allontanarmi.
"Cosa c'è?"
La vedo stringere le mascelle e respirare rumorosamente.
"Tu lo sai, lo sai che effetto mi fai eppure stai sempre attaccato a me, mi baci, mi tocchi. Mi fai impazzire e poi alla fine non mi vuoi. Sei cattivo, ci sto male lo capisci?" Parla veloce come un eurostar e le pupille le si dilatano quando fissa i miei occhi.
Annuisco, ha ragione.
"Non lo faccio per cattiveria Grecia, davvero, scusami" allungo una mano e le sfioro il viso, lei chiude gli occhi e poi si scosta.
"No? A me sembra di sì"
"Non è cattiveria, è che mi piace starti vicino. Mi piace ridere con te, mi piacciono i tuoi capelli, mi piaci tu. Non posso non toccarti" scuoto la testa, non può impedirmi di essere me stesso, non può.
"Ma a me ci pensi? Ci pensi che ci muoio per te?"
Chiara e diretta, come suo solito.
"Ci penso eccome ma non posso snaturarmi"
"Non puoi, certo. Ti chiedo solo di fare un po' più di attenzione"
"Si, hai ragione scusa" faccio di sì con la testa e mi allontano di qualche centimetro.
In quello stesso attimo mi squilla il cellulare, è Niki.
Lo prendo ed esco fuori immediatamente.

'Niki, amore, finalmente'
'Ciao Kostas'
'Ti è passata? Quando torni?'
'Non torno, ti ricordo che mi hai tradita Kostas'
'Ancora con questa storia? Non ti ho mai tradita Niki, smettila e torna'
'Mi hai tradita eccome e ne ho le prove, lo sai. Non torno anche perché a parte il tradimento, ci sono altre cose che non vanno tra di noi'
'Quali altre cose scusa?Perché non ne parliamo da vicino?'
'Certo ne parleremo, verrò col mio avvocato'
'Avvocato? E da quando ne hai uno?'
'Da qualche giorno, devo tutelarmi'
'Da me? Che stronzata Niki, io voglio solo il tuo bene non hai bisogno di tutelarti da me'
'Sì certo. Poi ne riparliamo, ora devo andare, ciao'
'Niki, Niki aspetta..'

Ha attaccato. Ha attaccato e mi sento come se il mondo mi stesse inghiottendo. Non ho più la mia Niki, la mia ancora di salvezza, l'amore della mia vita.
Rientro dentro e cerco di mantenere la calma ma i miei buoni propositi durano poco, troppo, troppo poco.

Mancavi tu || Kostas ManolasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora