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"Grecia, tesoro.." Niki scende le scale velocemente, e si piazza di fronte a me con l'affanno.
"Ciao Niki, dimmi" le sorrido cordiale e la scruto forse più del dovuto. Sono le sei del pomeriggio e lei è vestita con un abito lungo di macramè bianco e trucco evidente, anche troppo per essere pomeriggio.
"Io devo uscire, devo andare con Jenny, sì con Jenny.. a fare compere. Kostas dorme ma per le otto e mezza fagli trovare la cena pronta, okay?" Sorride e prendendosi il vestito con una mano per non avere intralcio inizia a camminare nel soggiorno prendendo chiavi e cellulare per poi dirigersi verso la porta d'uscita.
"Devo cucinare solo per lui?" Mi sembra di aver capito così ma meglio chiedere conferma.
"Esatto, io sono fuori con Jenny come ti ho appena detto, serata tra donne" sorride ancora, stavolta meccanicamente. Si sposta i capelli dietro le orecchie ed apre la porta.
"Va bene, buona serata allora" la accompagno e poi la vedo sparire in una delle auto del marito per poi andare via.
È una cosa abbastanza strana lasciare tuo marito da solo a cena ancor di più se tra qualche giorno partirà per lavoro, però, hei, il mondo è bello perché è vario, magari per loro è normale così.
Ne approfitto per lavare nel soggiorno e poi inizio a cucinare. Metto la musica a basso volume e preparo l'impasto per le polpette.
"Ciao" mi giro di scatto quando sento la sua voce in lontananza, gli sorrido anche se non so come comportarmi, quindi dopo aver sbiascicato un leggero 'ciao', torno a cucinare senza dire né fare altro. La sua immagine però, mi resta ben impressa: capelli scompigliati e attaccati alla fronte che come sempre cerca di sistemare senza risultati, occhi socchiusi, barba appena cresciuta, petto nudo e pantaloncino basso sui fianchi. Chiudo gli occhi e cerco di pensare ad altro perché non posso fantasticare su di lui, non posso.

Invece lo stai già facendo..
Si ma ho smesso, giuro.

"Mia moglie?" Chiede, prendendo una polpettina appena fritta e cacciandosela in bocca.
"È un'uscita con Jenny, serata tra donne" rispondo.
"Non torna per cena?" Si acciglia e posso vedere la sua espressione incupirsi in un istante. Scuoto la testa e lui sembra stupito.
"A volte non vi capisco voi donne, siete così strane.." Dice come se fosse stanco.
"Non siamo tutte uguali" rispondo e quando ho la sua attenzione continuo "ha solo bisogno di una serata per sé, che c'è di male?" Cerco di calmarlo ma non so se ci riesco.
"Sì certo" ribatte poco convinto mettendosi sul divano. Non continuo la discussione, non è affar mio. Non mi piace impicciarmi e voglio che sia chiaro.
"Mangi con me?" È di nuovo in piedi alle mie spalle, ma lo fa apposta?
Abbasso lo sguardo, non so che rispondergli.
"No stasera non posso" anche perché se torna la moglie e ci trova a cenare insieme, sai che bello?
"No?" Si appoggia alla cucina e piega leggermente la testa guardandomi di sbieco. Dio mio che ansia.
"No, devo uscire a cena" sorrido e lui con me.
"Con la tua amica?" Chiede malizioso. Ah già, io sarei gay, ogni tanto me ne dimentico.
"Sì ed è solo una mia amica, se fosse la mia ragazza direi ragazza, non amica" faccio un sorriso finto e prendo il piatto con le polpette portandolo a tavola e sentendo alle mie spalle la sua risata leggera.
"Scusa non volevo essere scortese" alza le mani in segno di innocenza e si siede a tavola. Inizia a mangiare mentre io lavo la padella e gli altri utensili sporchi.
"Buone, complimenti" dice voltandosi verso di me.
"Grazie" rispondo semplicemente.
"Anche gli spaghetti dell'altra sera erano buoni e per niente salati, ero nervoso mi dispiace se me la sono presa con te" ad un tratto il silenzio cala tra noi. I suoi occhi scuri e profondi cercano i miei e quando li trovano si incatenano. Annuisco, mi fa piacere che l'abbia detto.
"Mi scusi lei se l'ho fatta innervosire" dico.
"Tu non hai fatto niente, io ho sbagliato. Pace fatta?" Chiede guardandomi sincero.
"Certo" annuisco e torno alla cucina mentre lui ripulisce il piatto e mangia anche il contorno.
"Tette o culo?" Improvvisamente, dal nulla. Ma è normale tutto questo? Io non so. E tra l'altro risponderei volentieri con 'cazzo' ma non posso quindi mi prendo qualche secondo per pensarci.
"Culo" dico sicura, o almeno cerco di sembrarlo. Sul suo viso spunta subito un sorriso largo che non gli avevo mai visto prima.
"Sono d'accordo. Una donna senza culo è come una jeans senza tasche: non sai dove mettere le mani" se ne esce col proverbio più stupido del mondo ma fingo che sia divertente e rido.
"Giusto" rispondo, anche se io le mani gliele metterei volentieri da un'altra parte ma vabbè, questo è un altro discorso.
"Quindi dove andrete a cena?"
"Da Zio Jack, fa della carne alla brace buonissima" spiego pregustando già le costate di maiale arrostite.
"Sono un uomo di mare io, preferisco il pesce ma la carne non mi dispiace" risponde. "A che ora vai via?" Chiede ancora.
"Alle dieci finisco qui e vado a prepararmi" dico.
"Mh capito" termina di mangiare e si alza venendo verso di me. "Non c'è bisogno che si facciano le dieci, hai cucinato e questo mi basta. Puoi andare" dice, tornando serio e indicando la dependance con un movimento veloce della testa. Guardo l'orologio, sono le nove e un quarto.
"Ma è presto" dico solo e lui alza le spalle.
"Per stasera non mi servi più, ora bevo una birra in giardino e guardo qualche partita turca o svedese in santa pace, starò bene" sorride ma so che finge di stare bene così. Sarà anche un tipo solitario ma la moglie sbaglia a lasciarlo così solo.
"Va bene, allora vado, grazie" mi asciugo le mani e me ne vado.
Non so perché ma quando entro nella mia dependance mi sento triste per lui, per la sua solitudine. Spero che la moglie torni presto perché io non posso andare da lui e dire 'hei comunque non esco se vuoi, così ti faccio compagnia finché quella senzacuore di tua moglie torna'. Non posso, sembrerei sospetta e non posso sembrarlo. Sono solo la loro governante e nient'altro.

Mancavi tu || Kostas ManolasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora