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Sono tornata a casa e non ho detto niente a nessuno, nemmeno a Simona. Mi sono chiusa nel mio mutismo e ho continuato come se non fosse successo nulla, come se vederlo non mi avesse rivoltato l'anima, come se il suo tocco non mi avesse terrorizzata e nello stesso tempo tranquillizzata. Una cosa però, mi è sempre più chiara: lo amo ancora e non ho mai smesso di farlo. E un'altra cosa che ho capito che è il motivo per cui ci sto ancora più male, è che l'ho perdonato. L'ho perdonato veramente, il mio cuore non può più avercela con lui, non ci riesce. E lui? Perché è venuto da me, perché mi cerca ancora? La moglie o l'amico gli avranno detto che lavoro da Franzese, okay, ma perché venire da me? Perché non mi lascia stare e si vive la sua vita perfetta con quella stronza e la figlia? Me lo ripeto ancora dopo un paio di giorni, non riesco a farmene una ragione.
Sono al negozio con Michele quando entra qualcuno che viene spedito verso di me, è lui di nuovo e mi prende il panico.
"Grecia possiamo parlare un minuto per piacere?"
"Sto lavorando, ora non posso" gli rispondo cercando di non dargli a vedere l'ansia che anche solo vederlo mi procura.
"Non puoi chiedere una pausa? Solo cinque minuti, devo parlarti di una cosa importante.."
"Non posso" scuoto la testa e cammino tra gli scaffali ma lui mi segue senza lasciarmi un attimo.
"Glielo dico io, dov'è?"
"Kostas ho detto di no, ora non è il caso.."
"Signor Manolas, salve. Che succede?" Michele appare dal reparto uomo e ci guarda ad intermittenza.
"Niente Michele, il signor Manolas stava andando via" dico e lo guardo come a fargli capire che è quello che deve fare.
"Posso rubarti Grecia per qualche minuto? Il tempo di un caffè.." Bene, ottimo, non ha capito un cazzo come al solito.
"Certo, non ci sono problemi" Michele gli sorride e poi si volta verso di me che invece ho ancora un'espressione troppo seria e impanicata. "Se lei vuole, ovviamente" conclude il mio capo. Io faccio di no con la testa e lui sembra capire.
"Grecia ti prego, per piacere, solo cinque minuti"
"Non ora" rispondo. "Sto lavorando e non posso" dico ancora.
"Michele ha detto che per lui va bene, perché non.."
"Signor Manolas, Grecia è stata chiara, non dovrebbe più insistere. La accompagno alla porta" dice e gli indica l'uscita.
Lui non dice nient'altro, se ne va e io ritorno a respirare.

Non capisco davvero cosa vuole e so che se gli dessi modo di parlarmi, di spiegare, di chiarire, beh, sarei fottuta. Non gli resisto, non ne sono capace.
Non devo permettere che accada, devo tenerlo alla larga.

"Grecia che succede con Manolas?" Michele mi raggiunge e mi fa la domanda che mi aspettavo.
Lo guardo e cerco le parole giuste per spiegargli come stanno le cose.
"Niente"
"No? Non mi sembra" incrocia le braccia e mi fissa insistentemente.
"Tu sai che in passato.."
"Sì lo so, lavoravi per lui e poi siete stati insieme. Ma mi avevi detto che ora non c'era niente più"
"Infatti è così, non lo vedevo da settembre, giuro" mi porto le mani sul cuore e lui annuisce.
"Senti Grecia, non voglio entrare nei tuoi affari ma qua dentro non voglio casini"
"Nemmeno io li voglio. Lui è sposato e sbaglia a cercarmi, non so cosa vuole, gli ho detto di lasciarmi stare ma insiste"
"Grecia, fai quello che vuoi ma fuori da qua. Okay?"
"Sì" stavolta sono io ad annuire, non posso che dargli ragione. Nel negozio non vuole scandali, me l'ha detto dal primo momento.
Lui torna alla cassa e io al mio lavoro. Entra qualche ricco cliente e fortunatamente mi distraggo e la mattinata passa velocemente. Alle due torno a casa e chiamo Simona per raccontarle ciò che è successo in questi giorni.

'Non va bene che ti cerchi ancora, devi fargli capire che per te è finita'
'Gliel'ho detto, gli ho detto che deve lasciarmi stare ma dice che vuole incontrarmi per parlare. Non so cosa vuole'
'Allora incontratevi in un bar, da qualsiasi parte e chiudetela'
'Non hai capito allora che non posso vederlo, non posso stare con lui, non ci riesco'
'Ci muori ancora eh?'
'Si nota?'
'Abbastanza. Come vuoi fare allora?'
'Non farò nulla, se si fa di nuovo vivo gli dico che non ne voglio più sapere di lui'
'Vorrei tanto crederci' sospira e sospiro anche io dopo di lei.
'Io spero che non si faccia più vedere, almeno mi metto l'anima in pace una volta per tutte'
'Lo spero per te. Ora devo andare, se hai bisogno chiamami, va bene?'
'Sì va bene, ciao un bacio'

La saluto e mi butto sul mio letto guardando il soffitto come se potesse darmi qualche consiglio utile. Sono combattuta, lo voglio più di qualsiasi altra cosa al mondo ma vorrei non volerlo, vorrei davvero credere alle mie parole quando dico che non ne voglio più sapere di lui. Invece sono qui a rigirarmi nel mio letto vuoto e troppo grande per me chiedendomi se anche lui sta pensando a me in questo momento come io sto pensando a lui.
Forse mi sto solo illudendo di nuovo ma stavolta la colpa è solo sua. Io non l'ho più cercato, è lui che è venuto da me. E' lui che mi tormenta, è lui che mi cerca.
Non so più che pensare, cerco di chiudere gli occhi e di addormentarmi prima possibile per azzerare le voci nella mia testa.

Mancavi tu || Kostas ManolasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora