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E' domenica mattina e sono ancora sdraiata a letto quando qualcuno bussa insistentemente alla mia porta. Mi alzo e vado ad aprire di corsa.
Chi può essere alle nove di mattina e di domenica?
"Sì?" Apro e mi sporgo leggermente ma l'uragano Niki mi cammina praticamente addosso scaraventandomi di nuovo dentro.
"Sono furiosa Grecia, furiosa!" Alza la voce mentre cammina verso la cucina.
Oddio, che succede ora? Non è che ha saputo della chiacchierata col marito di qualche giorno fa e ora vuole cacciarmi? Che ansia. Mi blocco qualche istante, poi devo per forza chiederle il motivo di tanta agitazione.
"Che succede Niki?" La raggiungo e cerco di calmarla.
"Mio marito, Grecia, mi fa infuriare. Non capisce che ho bisogno dei miei spazi, che ho bisogno di svagarmi, che ho bisogno di amiche, di una vita attiva, piena, e che non posso vivere la mia vita intorno a lui.. Non lo capisce!" dice veloce come una mitraglietta.
"Ah.." Che cazzo dovrei dirle? Non sono mica una consulente matrimoniale..
"Mi vorrebbe sempre in casa ad aspettarlo ma io ho altri obiettivi, ho altri sogni, altri desideri.." Finalmente si siede e sbuffa.
"Non so che dirti Niki, però lo vedo un uomo abbastanza ragionevole, forse sbaglio ma magari se glielo spieghi lo capisce.." Alzo le spalle, non so che altro aggiungere.
"Ragionevole?" Chiede e poi scoppia a ridere istericamente. "Ti pare ragionevole uno che non vuole mandarmi a lavorare? O uno che non vuole farmi tornare in Grecia ogni tanto? E' ragionevole uno che se una sera faccio tardi me ne dice di ogni colore? Eh?" Mi domanda sbraitando come una gallina. Io scuoto la testa anche se Kostas non lo vedo proprio così retrogrado. E da quando sono qui sono più le sere che lei non c'è rispetto a quelle che c'è, ed è anche normale che può infastidire il marito. Ovviamente è un ragionamento che tengo per me per non accendere ancora di più gli animi.
"Ma ora lui dov'è?" Chiedo e lei sospira.
"In casa, l'ho lasciato lì dopo che mi ha fatta incazzare come una iena" incrocia le braccia e mette il broncio come una bambina.
"Ora siete solo arrabbiati ma sono sicura che presto vi.." Il campanello interrompe la mia frase scontata di circostanza. "Scusa un attimo.." La lascio in cucina e vado ad aprire trovandomi Kostas incazzato nero difronte.
"Mia moglie è qui?" Domanda e non ho nemmeno il tempo di annuire che già è dentro.
"Ma che cazzo fai, scappi? Ma lo sai che hai quasi trent'anni? Ti comporti come una bambina viziata, torniamo a casa e parliamone da persone mature" le urla contro per poi bloccarsi di colpo e calmarsi.
"Ti avevo detto che non volevo più parlarne ma forse non l'hai capito, devo farti un disegno? Non voglio parlare con te! E' solo tempo sprecato, non capisci niente" Lei alza la voce ancora di più, stringe gli occhi e si alza dalla sedia.
"Possiamo discuterne a casa nostra, da soli?" Ora lui parla con un tono normale, senza urlare ma lei proprio non ci riesce.
"No! Non voglio parlarti! Anzi sai cosa c'è di nuovo? Me ne vado, torno in Grecia per un po', magari così ti riprendi dalla tua ignoranza!" E mentre lo dice già cammina verso la porta che sbatte alle sue spalle. Io e Kostas la guardiamo esterrefatti, lui più di me.
Dopo qualche secondo di silenzio lui si siede e appoggia la testa su una mano.
"Ti chiedo scusa, non succederà più" alza la testa guardandomi negli occhi e mi si secca la gola. Ha gli occhi più scuri e dannati che abbia mai visto, sono così limpidi e sinceri che mi catturano e resto intrappolata per un tempo infinito.
"Non si preoccupi" dico solo e lui annuisce distogliendo lo sguardo.
"Io non sono ignorante, non sono chiuso o stronzate così, ma vorrei mia moglie con me. Sono così terribile?" Chiede con lo sguardo basso.
"No certo che no.. magari potete trovare un equilibrio, una via di mezzo.." Mi siedo anche io a tavola e lui fa di sì con la testa.
"E' quello che le ho detto ma è come impazzita. Non so che le prende, ultimamente è strana, non è mai stata così" sospira, è irrequieto, ha gli occhi che vagano nel vuoto e il respiro pesante. Vorrei tanto avvicinarlo di più e abbracciarlo, dirgli che merita solo il meglio e stringerlo forte. Ma non posso quindi resto al mio posto e ascolto le sue parole senza fare altro.
"Non lo so, mi ha detto solo che ha bisogno del suo spazio e che lei, signor Manolas, non lo capisce" spiego. Annuisce ancora, poi si alza.
"Ti ringrazio per la comprensione e ti chiedo ancora scusa, non mi piace parlare di cose nostre private in questo modo, dando spettacolo. Dobbiamo chiarire tra di noi" mi sfiora il braccio con le dita e subito mi sento più calda dove mi ha toccata. Mi saluta e va via.

Che uomo, veramente. Avrebbe potuto sparlare della moglie e invece non l'ha fatto. E' la lealtà in persona, il suo comportamento mi fa quasi commuovere. Lo guardo andare via e mi convinco sempre di più che se non posso avere lui, ne voglio uno che gli assomigli, uno come lui.

Torno nella mia stanza e sistemo un po' preparandomi poi la colazione. Verso ora di pranzo mi arriva un messaggio su Whatsapp di Niki che mi avvisa che per una settimana dovrò badare solo a Kostas perché lei è via. Mi dice di cucinare ciò che voglio e di farmi dare i suoi orari. Tornerà lunedì prossimo, dice, sperando che le acque si siano calmate. Mi allega il numero di Kostas e subito un'eccitazione improvvisa mi fa fremere le mani. Lo salvo in rubrica come Signor Manolas e non gli scrivo almeno fino a sera. So che ha giocato ieri pomeriggio contro la Samp e che ha la serata libera quindi gli chiedo se ha bisogno di qualcosa ma mi dice di no e che domani mattina vuole dormire e di non disturbarlo almeno fino alle undici.
Va bene signor Manolas, ogni suo desiderio è un ordine per me.
Poso il cellulare e mi preparo per uscire con i miei amici.

Mancavi tu || Kostas ManolasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora