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"Che cazzo è! Kostas, Kostas!" Urlo e salto fuori dal letto non appena sento chiaramente quel tonfo provenire da fuori la mia finestra. C'è qualcuno che si aggira nel giardino e ho una paura terribile.
"Grecia che succede?" Arriva in camera mia dopo qualche secondo, gli occhi spalancati e con solo un pantaloncino addosso.
"C'è qualcuno lì fuori Kostas, c'è qualcuno" sono schiacciata contro il muro e stringo forte il mio cuscino al petto.
"L'hai visto?"
"No ho sentito dei rumori"
"Ora vedo subito" si incammina verso il balcone che dà sul giardino a passo spedito.
"Fai attenzione ti prego" sono quasi in lacrime, ho una fottuta paura di chi potrebbe essere e sto tremando.
Lui si affaccia, guarda a destra a sinistra, poi batte più volte i piedi a terra.
"Era un animale, non so quale non l'ho visto bene. E' andato via, forse si sarà perso a causa della pioggia" spiega, chiudendo le imposte del balcone.
"Sicuro? Che animale era? Cazzo, cazzo!" Continuo ad essere impaurita, ma il fatto che l'abbia scacciato mi fa stare un pizzico più calma.
"Non l'ho visto bene, potrebbe anche essere un gatto, non lo so" è di fronte a me e mi mette le mani sulle spalle. "Sei più tranquilla ora?"
"Sì ma ho ancora paura. E se tornasse?"
"Ho chiuso il balcone non può entrare"
"Lo so ma se fosse ancora lì fuori?"
"Vuoi che dorma io di qua?"
"Sì ti prego, sì" annuisco vistosamente tenendo sempre un occhio rivolto al balcone ormai sbarrato.
"Okay, resto io di qua. Vai e stai tranquilla, ci sono io"
"Grazie" mi alzo sulle punte e gli lascio un bacio sulla guancia, il secondo di stasera. Corro in cucina saltando sulle punte, mi sdraio sul divano e mi lascio coccolare dal suo profumo ancora vivo tra le coperte. Provo a chiudere gli occhi, a stringerli forte, a contare le pecore, le capre, i cigni, gli anatroccoli ma nulla. Sono troppo agitata e non riesco a prendere sonno, gli occhi mi si aprono da soli. Sento rumori ovunque, mi sembra di essere nella casa dei fantasmi.
Sto tremando, cazzo. Non ce la faccio più, ho troppa paura.
Forse era un gatto, o magari un cinghiale selvatico o un ladro, chissà. Era buio e pioveva, Kostas avrebbe anche potuto vedere male. La mia mente continua a fare le ipotesi più folli passando dal semplice delinquente al serial killer violentatore.
"Basta" mi alzo dal divano e vado in camera mia dove Kostas dorme indisturbato. E' a pancia sotto, la faccia appoggiata sul cuscino, la bocca leggermente aperta.
Salgo sul letto con le ginocchia e mi fletto fino a raggiungerlo con una mano per scuoterlo delicatamente.
"Kostas.. posso dormire con te? Da sola non ci riesco" dico a bassa voce, muovendolo ancora un po'. Ma niente, non mi risponde. "Kostas!" Alzo la voce e stavolta apre gli occhi immediatamente.
"Che succede?" Si pulisce la bocca con la mano e mi guarda fisso negli occhi.
"Posso dormire con te? Da sola ho paura" dico di nuovo, superando l'imbarazzo.
Mi guarda per dei secondi infiniti, non si aspettava certo questa mia domanda.
"Certo, vieni" alza le coperte e mi fa spazio accanto a sé. Mi infilo sotto il piumino e mi attacco praticamente a lui. Appoggio la testa al suo petto e gli cingo l'addome con il braccio. Lui inizia a giocherellare coi miei capelli e alla fine ci addormentiamo. Durante la notte restiamo sempre attaccati, lui ha sempre almeno una mano sui miei fianchi o sulla mia coscia e io resto sempre sul suo petto.
La mattina mi sveglio per prima e so che lui non ha gli allenamenti quindi lo lascio dormire ancora un po'. Vado in cucina a preparare qualcosa per colazione e apro le finestre per far entrare la luce. Faccio i muffin che lui adora e poi il cappuccino. Quando è tutto pronto lo metto su un vassoio e lo porto a letto.
"Kostas buongiorno, ti ho portato la colazione" mi avvicino col mio viso al suo dopo aver appoggiato il vassoio sul comodino. Si sveglia e mi tira mettendomi un braccio dietro al collo. Mi bacia in testa e si mette seduto.
"Buongiorno" fa un mezzo sorriso e io gli prendo il vassoio mettendolo sul letto. Mangiamo in silenzio e poi poso tutto in cucina.
"Grecia!" Mi chiama dalla camera e torno da lui.
"Che c'è?"
"Che hai da fare stamattina?"
"Devo andare a sistemare in villa, è da giorni che non lo faccio"
"Che vada a farsi fottere la villa, non ci entreremo più" si incazza e mi guarda male. "Posso vivere con te di qua?"

No vabbè, cioè.. il tuo sogno si sta avverando Grecia! Finalmente una gioia!
Devo stare calma, non posso urlare, non posso esultare. Calma. Calma.

"Mhmh" annuisco fingendo quasi indifferenza ma solo io so come sto festeggiando dentro. "E' casa tua Kostas, puoi fare quello che vuoi"
"E' casa tua non mia però di là da solo non ci voglio stare, era casa di Niki, a me non me ne fotte niente. Tanto è una settimana che ormai dormo qui e faccio tutto qui.."
"Per me va bene" faccio di nuovo di sì con la testa e lui mi sorride.
"Perfetto. Allora visto che non devi più andare il quella cella frigo, perché non vieni un altro po' a letto con me?" Batte la mano sul letto al suo lato e mi guarda serio.
"Mi tenti"
"Vieni dai, ho bisogno di calore" dice, scivolando con gli occhi sul mio corpo.
"Okay" torno a letto e soprattutto torno tra le sue braccia forti.

Passiamo la giornata a letto, a ridere, farci il solletico, fare la guerra coi cuscini. Usciamo solo per preparare da mangiare o per andare in bagno.
Ed è una delle giornate più belle che abbiamo trascorso insieme negli ultimi mesi.

Mancavi tu || Kostas ManolasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora