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Ci abbiamo provato per mesi, mesi e mesi di aspettative e delusioni, mesi di dottori e nervosismo. Ma ora qualcosa dentro di me è cambiato, qualcosa che non posso più trattenere. E non ne vado fiero, anzi.
Non riesco a guardarmi allo specchio, mi vergogno di me stesso.
Grecia è stupenda, è fantastica e mi ama tanto. Lo so e questo mi fa stare ancora più male. Volevo davvero un figlio con lei, era il mio più grande desiderio ma ora, ora non più. Lei è perfetta con me, è ciò che più si avvicina al mio ideale di donna ma non è abbastanza.
Non è abbastanza perché non è Niki. Già, Niki. Il mio problema è che forse mi sono fossilizzato sulla questione di avere un figlio con Grecia quando in realtà l'ho sempre voluto con Niki e ora, ora il mio sogno sta per realizzarsi.
Sì, proprio così. E' tornata la settimana scorsa, incinta di quasi nove mesi e mi ha pregato di perdonarla, ha detto che mi ama e che la bambina è mia. La bambina, capite? E' una femminuccia e sono già in estasi.
Non ha avuto altre storie in questi mesi, è stata male per me. Le ho detto che non l'ho mai tradita e che dovevamo parlare prima, che ora è tardi. Dovevo fare il duro, almeno all'inizio, dovevo dimostrarle che non sarei tornato da lei appena me lo avesse chiesto.
Lei ha risposto che qui si sentiva oppressa anche se sa che si sbagliava: qui viveva da regina, poteva avere tutto ciò che voleva e aveva il mio cuore e la mia anima. Ora è diverso, non so se fidarmi ancora. Il suo ritorno però, mi ha fatto capire che non l'ho dimenticata, anzi. Ho passato questi mesi sperando in un suo ritorno convincendomi di averla dimenticata e buttandomi in un'altra storia. Tutt'oggi non ho ancora firmato le carte del divorzio e un motivo c'è, sicuramente.
E Grecia? Cosa è stata? Una persona importante, senza di lei probabilmente sarei caduto nel baratro invece ha saputo tirarmi su e starmi vicino, non smetterò mai di ringraziarla.
Ora è seduta qui con me sul divano che legge sul display del suo nuovo iPhone i periodi di fertilità e cose simili. Come cazzo glielo dico che la mia testa non è più qui con lei? Come glielo dico che il mio cuore è altrove?
"Senti qua, dice che di mattina è più probabile che avvenga la fecondazione perché il corpo è più caldo"
"Mh.. stronzate. Ci abbiamo provato ad ogni ora del giorno Gre, spegni sto coso" metto una mano sul display e glielo allontano dagli occhi.
"Sì ma sono un paio di giorni che non ci proviamo, no?" Mi accarezza la barba e mi lascia un bacio sul collo, facendo scivolare la mano sul petto e poi sempre più in basso.
"Tra poco devo andare, non abbiamo tempo.. stasera mh" cerco di fermarla ma lei non mi ascolta.
"Cinque minuti li tieni non scappare" mi mette la mano sul petto spingendomi contro lo schienale del divano e mi abbassa l'elastico della tuta con l'altra. Lo prende con le mani e dopo averlo accarezzato per un po' se lo porta alla bocca. Porca troia, non ce la faccio..
Chiudo gli occhi e smetto di pensare e farmi tremila problemi, mi lascio andare e poco dopo mi sale sopra facendomi entrare dentro di lei. Le prendo i fianchi e lascio che si muova liberamente. Quando mi sento al culmine, quando le gambe iniziano a tremarmi e sento il calore arrivarmi al cervello esco da lei prendendola e appoggiandola con la schiena sul divano e svuotandomi sul suo ventre fingendo di non averlo fatto apposta.
"Cazzo, no" è ancora agitata e mugola a bassa voce.
"Scusa, scusa, scusa non l'ho fatto di proposito.." farfuglio, poi mi sistemo e vado in bagno a lavarmi. Lei annuisce e sospira guardandomi andare via. Esco dal bagno la saluto e vado agli allenamenti.

Non posso vivere così, non posso mentirle così. Devo parlarle, devo dirle la verità.

Mi alleno, corro, insulto i miei avversari nella partitella, entro duro, scherzo ma ho la testa che non smette di pensare alla mia situazione familiare incasinata.
Diventerò padre di una bambina, madonna. Non riesco ancora a  crederci, è l'unica cosa bella di questa triste faccenda. Niki è tornata in Grecia perché il suo medico è lì e ha fatto bene ma ci sentiamo ogni giorno, appena posso. La bambina nascerà lì tra due settimane e poi le ho detto che appena possono devono venire qui con me. Lei è d'accordo e sta già cercando casa qui tramite siti.

Torno a casa alle sei passate, sono stato in auto una mezz'ora abbondante a parlare con Niki a cellulare e quando salgo la casa è vuota. Strano, Grecia sa che quando torno mi piace che lei sia a casa. Vabbè, starà imbottigliata nel traffico, a quest'ora è tragica.
Mi metto sul divano e metto Sky mangiando arachidi salati. Buoni.
Neanche il tempo di rilassarmi che il cellulare mi squilla, è di nuovo Niki. Sta già iniziando a rompermi un po' troppo il cazzo eh, mo sente.

'Niki ti ho detto di non chiamarmi quando sono a casa, abbiamo appena finito di parlare, cosa c'è adesso?'
'Devi lasciarla Kostas, non voglio che stai con lei'
'La lascio ma mi devi dare qualche giorno, te l'ho già detto'
'Me lo devi giurare'
'Te lo giuro'
'Sono tua moglie non te lo dimenticare'
'Lo so bene e non l'ho mai dimenticato, per questo non ho mai firmato il divorzio'
'Mi ami?'
'Sempre'
'Dimmelo'
'Ora non mi sembra il caso'
'Dillo e basta Kostas, dai'
'Ti amo'
'E Grecia?'
'Cosa? Grecia cosa?'
'Cosa è stata per te?'
'Ma mi fai sempre le stesse domande? Grecia mi ha aiutato in questi mesi difficili ma non ha mai preso il tuo posto, nemmeno per un minuto'
'Glielo dici presto?'
'Prestissimo'
'Va bene, ora sono più calma. Scusa gli ormoni mi fanno impazzire'
'Sta calma mh, la mia bambina deve crescere tranquilla e senza preoccupazioni'
'Come fa ad essere calma con due genitori come noi, Konstantinos? E' impossibile e lo sai'
'Tu sta buona e vedi che sta buona anche lei. Konstantina deve crescere sana e forte'
'Si amore. Ora ti lascio che devo andare, un bacio, ti amo'
'Anche io. Ciao'

Attacchiamo la telefonata e torno in salone dove la vedo.
La vedo e capisco subito che qualcosa non va.
Scuote la testa, continua a ripetere 'no,no,no' con gli occhi lucidi. Si passa le mani tra i capelli, è disperata, triste, ha gli occhi vuoti e mi fissa ma non mi guarda, come se non ci fossi.

Ha sentito tutto, non può che essere questo.
Mi avvicino ma lei inizia ad urlare e mi spinge via. Me ne dice tante e ha ragione. Ma poi dice una cosa, una cosa che mi fa impazzire e perdo la testa. Perdo la testa e do il peggio di me.
Il peggio di me.

Mancavi tu || Kostas ManolasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora