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Entra dentro scuro in volto, col cellulare stretto in una mano e l'altra chiusa in un pugno.
"Ma vattene a fanculo!" Urla dopo pochi secondi per poi scaraventare il cellulare contro un loro ritratto appeso al muro.
Do un urlo anch'io, mi spavento e mi rannicchio con le ginocchia in petto strette tra le braccia. Lui continua ad urlare a rompere tutto ciò che ha tiro; prende un porta gioie in ceramica e lo scaraventa sul pavimento, ribalta il tavolino e tutti i gingilli sulla parete attrezzata, spacca il vetro di una finestra.
"Kostas ti prego basta, calmati! Kostas!" Cerco di farmi vedere per calmarlo ma niente, sono praticamente trasparente. Poi d'un tratto si ferma e cammina a passi svelti verso il divano dove sono ancora seduta io. Ha gli occhi più tristi e sofferenti che abbia mai visto ma sono anche pieni di una rabbia che non gli avevo mai visto. Sono sempre più spaventata, ho paura che possa prendersela in qualche modo con me.
Mi stringo ancora di più le gambe al petto e nascondo la testa tra le ginocchia per non vedere ciò che sta per fare. Il cuore mi pompa in petto all'impazzata, tremo e mi viene da piangere, poi qualcosa cambia.
"Ha detto che non mi vuole più, parlerà con me solo tramite avvocati" dice un attimo prima di lasciarsi cadere sul divano e iniziare a piangere. Si fa strada tra le mie gambe e sale fino al mio petto, appoggiandosi con la testa e singhiozzandomi sul cuore.
Piange, si dispera, batte i pugni sui cuscini del divano e continua a ripetere la stessa frase.
Appena capisco che è inoffensivo cerco di lenire il suo dolore, stringendolo a me e dicendogli che andrà tutto bene. Gli accarezzo i capelli, gli faccio i grattini sulla schiena e dopo un po' di tempo si addormenta. E' praticamente sdraiato su di me, la pelle secca a causa delle lacrime, il sudore che gli inzuppa la t-shirt. Gliela sfilo lentamente e cerco di asciugarlo con ciò che ho a portata di mano. Per tutta la notte restiamo così, lui su di me e io che gli accarezzo i capelli.

"Buongiorno" dice appena sveglio, poi si passa le mani sugli occhi e mette a fuoco che ha dormito praticamente usando le mie tette come cuscino. "Cazzo, scusami sono un coglione" si alza e io trattengo una risata.
"Stai tranquillo, non fa niente" tiro via le mie gambe dai lati del suo corpo e mi alzo, sistemandomi i vestiti. Diciamo che fare il cuscino umano non è proprio comodissimo..
Si mette seduto e dopo essersi guardato un attimo torna a parlare con me.
"Hai approfittato di me?" Indica il suo petto nudo con un'espressione maliziosa che mi fa imbarazzare immediatamente.

Ma se hai sempre preso i pesci in faccia, ti imbarazzi per così poco?
Ma nemmeno io me lo spiego, con lui sembro una verginella di quindici anni con la sua crush, bah.

"Cretino eri tutto sudato e ti ho evitato una polmonite, dovresti ringraziarmi" dico infilandomi le scarpe. Si alza dal divano e mi mette due dita sotto al mento facendomi alzare la testa e facendo in modo di guardarmi negli occhi.
E' vicino, troppo vicino a me. Mi sento le ginocchia come un budino, le mani improvvisamente smaniose di toccarlo, il cuore in gola.
La situazione peggiora quando poi mi tira a lui e mi abbraccia. Un abbraccio vero, intimo, sentito.
"Grazie" me lo sussurra nell'orecchio mentre mi stringe sempre più forte. Mi decido e lo stringo anche io, il suo petto nudo contro  di me, il mio viso esattamente sul suo collo caldo.

La descrizione di un attimo perfetto.

"Di niente" rispondo quando si allontana e mi sorride.
"E scusami per quella scenata di ieri sera, non ero in me" scuote la testa e distoglie lo sguardo dal mio, forse vergognandosi del suo comportamento.
"Nessun problema"
"Ti ho spaventata vero? Sono un cazzone"
"Un po', avevo paura che nella foga potessi farmi male, ma poi ho capito che non l'avresti fatto e mi sono calmata"
"Avevo imparato a controllarmi ma ieri non ci sono riuscito" si incupisce e stringe le mascelle.
"Ti era già successo?"
Si blocca e mi guarda, poi annuisce.
"Da giovane ho avuto problemi con la rabbia repressa, poi mi sono fatto aiutare e l'ho superato. Non mi succedeva da diversi anni" spiega, bevendosi poi un bicchiere d'acqua e sedendosi a tavola mentre io preparo qualcosa per colazione.
"Una ricaduta non significa nulla e poi in questa situazione era inevitabile, non abbatterti"
"Non devo farlo" scuote la testa e poi guarda il macello che c'è in casa da ieri sera.
"Dopo sistemo tutto, non ci pensare" gli do il latte coi biscotti ma lui mi blocca il polso con un movimento rapido.
"Non toccare niente" annuisco e mi lascia. Mi siedo a tavola con lui e faccio anche io colazione.
"Vado a farmi una doccia e poi facciamo qualcosa, okay?"
"Okay, vado anche io"
Ci separiamo e torno alle dependance. Faccio la doccia e poi mi  metto una tuta comoda.
Non so che fare. Devo andare da lui o aspettarlo qui? Era serio quando ha detto che faremo qualcosa insieme? O lo diceva solo per liquidarmi carinamente? Ah che palle! Mi faccio sempre tremila problemi inutili, anche sulle cose più semplici e lineari.

Sobbalzo quando qualcuno bussa alla mia porta e scatto a vedere chi è. Kostas, ovviamente.
"Sei pronta?" Jeans scolorito, t-shirt nera con scritta minimal e immancabile borsello a tracolla.
"Per fare?"
"Bowling?"
"Ma sei serio?" Annuisce e scoppio a ridere. Ma sta fuori di testa?
"Serissimo. Te l'avevo detto che facevamo qualcosa, perché hai messo la tuta?"
"Non pensavo che volessi uscire, dammi dieci minuti" dico correndo in camera mia mentre lui si mette sul divano.
Di mattina al bowling, cosa diavolo mi devo mettere? Provo tre jeans, due maglie ma niente mi convince. Poi opto per un jeans modello mum con una camicetta a righe di Zara.
"Eccomi" mi guarda non appena sente la mia voce e si alza dal divano. "Vado bene per una mattinata al bowling?"
"Benissimo. So che è strano ma di sera c'è troppa gente e non mi va"
"Si tranquillo, nessun problema" sorrido e usciamo da casa andando verso la sua Range Rover.
"Quello devi proprio metterlo?" Indico il suo orrendo borsello e lui mi guarda male.
"Cos'ha che non va? Mh?"
"E' brutto Kostas, molto brutto"
"Ma è comodo"
"Mantengo io le tue cose, le metto nella mia borsa. Cosa avrai di così importante lì dentro?"
"Ma niente di che, il portafoglio e gli occhiali da sole"
"Dai a me" allungo e la mano, lui sbuffa ma poi fa come dico.
"Solo stavolta, poi si fa a modo mio"
"Va bene capo"
Entriamo in auto e andiamo diritti al Bowling di Fuorigrotta. Ci divertiamo da matti insieme, qualche tifoso gli chiede autografi e foto che lui concede gentilmente, poi pranziamo al Mc Donald's come due bambini.

E' indescrivibile come il tempo trascorso con lui mi faccia stare così bene. Anche se tra di noi non ci sono risvolti, anche se non si è mai sbilanciato neanche dopo la rottura con la moglie, con lui voglio passare tutto il mio tempo.
Ovunque, a fare qualsiasi cosa, basta che con me lui c'è.

Mancavi tu || Kostas ManolasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora