Capitolo 2

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-Lasciate una stellina al capitolo-

Baylee
Ci troviamo al campo al fiume da già una buona mezz'oretta, io sto spiegando ai bambini come bisogna posizionare il piede per fare un buon tiro, Mark invece è in porta e mostra al portiere più piccolo come parare un colpo di maggiore potenza.
'Passala' urla 'Parato, avanti un altro' continua il capitano con il sorriso sulle labbra.
'Eccomi, sto arrivando' ma proprio mentre quest'ultimo sta per tirare arriva la ragazzina del gruppo e con un ottimo contrasto toglie la palla al piede dell'amico.
'Brava Maddy veramente un buon contrasto' le dico poi ella stessa si prepara per tirare in porta 'Oh, me l'ha parato un'altra volta'
'Non importa Maddy, ce la farai la prossima volta' la rincuoro.
'Ora alternatevi un pò, prima a Robert poi a Taylor' il capitano è su di giri, incredibile come una partita con dei bambini delle elementari possa dargli tanto entusiasmo.
'Coraggio che aspetti a tirare' urla
'Eccomi, fai attenzione perché questa volta farò un gran goal, preparati al mio tiro fortissimo, arriva!' Tira in porta ma il pallone schizza letteralmente in un'altra direzione colpendo quasi un ragazzo che passava per quella strada.
'Voglio sapere immediatamente chi è stato' il mio sguardo si indurisce all'istante, quei due ragazzi sono i teppisti del quartiere e non sono brave persone.
'Vi siete fatti male? Scusate tanto, ci ridareste il pallone' Mark gli va incontro per scusarsi, ma neanche il tempo di dirlo che il più alto lo prende a ginocchiate nella pancia, facendolo cadere a terra per il dolore.
'Oh no, Mark!' Urla Silvia impaurita.
'Ehi voi! Come vi permettete di picchiare un ragazzo, lui non vi ha fatto nulla' mi stavo avvicinando anche io, urlavo e dai miei occhi si poteva notare la rabbia che avevo.
'A quale pallone ti riferisci a questo?' Si ferma 'Dite un pò, avete la maglia della Raimon, ma non vedo gli altri giocatori, deve trattarsi di una squadra da quattro soldi' volevo solo dargli due ceffoni per farlo stare zitto, soprattutto mentre con le sue viscide mani stringeva la maglia del mio compagno.
'Dei mocciosi che giocano a calcio, che spettacolo penoso' stringevo i pugni a più non posso, non potevo permettere di alzare le mani, non con gente come loro.
'Arnold che ne dici di darci una dimostrazione delle tue abilità?' Propone l'amico più basso.
'Ottima idea, vi faccio vedere come si gioca' dice sputando sul pallone. Questo non avrebbe dovuto farlo, ero furibonda e lo stesso Mark che ancora in ginocchio stava soffrendo a vedere tutto questo.
'Va a prenderla ragazzina' tira guardandomi.
La palla andava verso la traiettoria delle panchine dove si trovava ancora Maddy, però accade in un secondo, un ragazzo alto correndo salta e calcia la palla direttamente sulla faccia del teppista, che con l'amico allo sguardo cattivo del biondo, scappano subito via impauriti. Che carisma e che potenza di tiro, proprio come vorrei essere.

'Grazie per l'aiuto' e detto questo per una frazione di tempo, quella rabbia dal volto del ragazzo scompare per lasciarsi andare ad un tenero sorriso rivolto alla piccola Maddy

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'Grazie per l'aiuto' e detto questo per una frazione di tempo, quella rabbia dal volto del ragazzo scompare per lasciarsi andare ad un tenero sorriso rivolto alla piccola Maddy.
'Aspetta, ma tu giochi a calcio? Hai un tiro fantastico! Vai a scuola da queste parti? Qualche volta potresti venire ad allenarti con noi!' Oh, il solito capitano.
'Ehm, dove vai?' Il ragazzo strano si gira, prima di lanciarmi un occhiata e senza dire nulla si incammina per andarsene.
'Dai Mark lascia stare, si è fatto tardi e dovremmo tornare a casa' lui annuisce alla mia proposta, così noi due e Silvia prendiamo le nostre cose e ci avviamo verso le nostre case per riposarci dopo la lunga giornata.

Sono a casa da un po', mi sono lasciata andare ad un bel bagno caldo prima di prepararmi psicologicamente a parlare con mio padre in cucina. Scendo le scale e senza fare troppo rumore arrivo nella sala dove mi attende un ottimo pranzo cucinato dalla signora Martini.
Saluto tutti e in silenzio ci accomodiamo per mangiare.
'Papà senti volevo proporti una cosa, oggi ho sentito da un mio compagno di classe che avete intenzione di smantellare la squadra di calcio, perciò volevo chiederti... prima di farlo vorrei poterti mostrare le nostre abilità in una partita vera organizzata dalla scuola' a mio padre piaceva davvero tanto il calcio, ma mi rendevo conto che mantenere una squadra che non portava nessuna vittoria o nessun frutto alla scuola erano solo spese in più per mantenerla.
'Tesoro, io lo vorrei davvero ma a cosa servirebbe?' Risponde con tono affranto.
'Ti prego papà, dacci l'opportunità di dimostrare quanto valiamo davvero e se mai dovessimo vincere non smantellerai la squadra' abbassa la testa pensandoci.
'E sia, ma ad una condizione, la scelgo io la squadra' sorrido mostrandomi contenta della sua scelta positiva, avremmo potuto finalmente dimostrare il nostro valore.
'Però se perderete, il club da calcio verrà sciolto' dice intromettendosi mia sorella, a volte mi dimentico che fa parte dell'amministrazione della scuola.
'Certo e vedrete, non vi deluderemo' chiudo la conversazione.
Non vedo l'ora domani di sapere con quale delle tante scuole del paese ci affronteremo.

Amore nel pallone - Jude SharpDove le storie prendono vita. Scoprilo ora