tre.

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Punto di vista di Avery.

L'alba arrivò velocemente, inghiottendomi con la propria luce in cui crogiolarmi. Avevo trascorso la notte nella stanza adibita all'allenamento, e mi sono sentita sorprendentemente a mio agio dormendo con armi letali.

La pop star non è riapparsa durante il corso della notte, il che è stato molto positivo. Forse si ritiene al di sopra di tutti noi, ma se ne sarebbe reso presto conto.

L'orologio da nonno dietro di me segnalò mezzogiorno. Fu quindi la mia occasione per appropriarmi di molte altre armi, che potrei nascondere discretamente.

Vivere in una casa con altre quattro persone non mi ha mai preparata per questo genere di situazioni. Certo, litigavo con Carmen ed il mio fratellino James, ma abbiamo ci siamo mai allenati per rendere più resistenti i polmoni? Ah, no.

Sentii tintinnare i coltelli attaccati alla mia cintura, avevo anche un coltellino a serramanico in tasca. Harry aveva un bel problema.

Ogni passo lungo il corridoio mi diede più motivazione per proseguire. Le gambe mi dolevano e mi sentivo come se sarei svenuta, ma ciò non mi fermò. I miei passi fecero scricchiolare il pavimento di legno. Non mi sentii di fermarmi.

Fui una delle prime nella stanza principale, la mia unica compagnia in quel momento fu una ragazza di nome Ivy. Non sembrava per niente minacciosa, ma doveva sicuramente far parte di un'alleanza. La ragazza scema tornava sempre utile.

La guardai per un momento prima di accomodarmi sulla sedia che avevo occupato la sera prima, giocherellando con le dita per passare il tempo. Entrò un altro giocatore, poi due, e poi la crew chiassosa, che ritenni essere la forza più pericolosa da dover superare.

Quando tutti entrarono e si accomodarono, Max non impiegò molto ad entrare in stanza a sua volta. Come previsto, il cameraman lo seguì e prese a registrare.

È il tuo primo giorno in televisione, Avery.

I tuoi genitori ti stanno forse guardando.

Serrai gli occhi e sospirai, assimilando la realtà della situazione. Sarei morta. Non avevo nemmeno una possibilità.

"Oggi è il primo giorno della nostra ventesima edizione della Casa degli Omicidi" disse Max, il che fu molto difficile da udire poiché il cuore mi batteva così forte. I giocatori si guardarono a vicenda con fare agitato, e fu tutto ciò che potemmo fare mentre il presentatore parlava rivolto verso la telecamera per gli spettatori a casa, il pubblico malato che si ritagliava del tempo dalla propria giornata per guardare delle persone morire.

Perché mi ero iscritta a questo gioco? Non avevo mai chiesto qualcosa del genere. Sulle mie spalle gravava lo stress di una donna di mezza età. Dovevo anche avere a che fare con un ragazzo fastidioso. Le preoccupazioni sembravano infinite, ed ancora non era stato sparso del sangue.

"A mezzanotte udirete dieci rintocchi" Max si voltò verso di noi, e l'intensità si fece più forte. Percepivo le telecamere addosso, e le calde luci mi facevano sudare.

"La mezzanotte segnerà l'inizio delle uccisioni. Niente regole. Uccidete chi volete, fatelo come vi pare, dove preferite. Tenete a mente che l'intero paese sta osservando ogni vostra mossa. Mezzogiorno di domani segnerà la fine, quando udirete altri dieci rintocchi. Fate attenzione, poiché se ucciderete anche un secondo dopo l'ultimo rintocchi verrete squalificati. Domande?"

Strinsi lo sguardo sulla ragazza che alzò la mano.

"Si?" disse Max, e mi sentii lo stomaco rivoltarsi al pensiero di ciò che avrei provato trovandomi nella sua posizione. Migliaia, forse milioni di persone stavano per sentirla parlare.

murder house |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora