venti.

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Punto di vista di Avery.

L'acqua ci raggiungeva i fianchi. Iniziai ad andare nel panico, come aveva fatto Harry per tutto il tempo, dato che il livello dell'acqua non sembrava smettere di alzarsi, e per noi sembrava essere finita.

Per peggiorare il tutto, nella nostra stanza era presente un nemico sconosciuto. Due situazioni letali in una, e la fortuna non era dalla nostra parte.

"Benvenuti" disse una voce che mi fece ghiacciare il sangue nelle vene. Sentivo il respiro irregolare di Harry dietro di me, e sapevo di dover essere quella che sarebbe stata forte per entrambi. Ero preoccupata per lui, aggiungendo un terzo problema. Non mi sarei sorpresa se una volta fuori da qui avrei sviluppato dei problemi di pressione.

"Harry" gli sussurrai all'orecchio, ma lui non rispose. Sapevo che stava bene fisicamente, ma emotivamente non ne ero certa. Spostai il peso da un piede all'altro e mi avvicinai appena a dove pensavo si trovasse, ma la voce inquietante parlò di nuovo.

"Oh, Harry" cantilenò. Dalla lontananza da cui proveniva la voce dedussi che si trovasse sopra di noi. Dovevano esserci delle mensole in stanza, ed in quel caso avremmo dovuto salirci sopra per evitare l'acqua.

"Ti va di giocare?"

Mi si raggelò il sangue. Normalmente se ti trovi in una situazione letale e qualcuno menziona un gioco, è molto probabile che il gioco non sia divertente quanto pensi. Inoltre sembrava che l'obiettivo del nemico fosse Harry, il quale era il più vulnerabile in quel momento.

"Lascialo stare" dissi con fare spavaldo, ma alle mie parole lo sconosciuto reagì con una risatina leggera. Odiavo non venir presa seriamente, e la rabbia si fece strada in me tanto da farmi colpire un oggetto appena visibile accanto a me.

Mi resi poi conto che tale oggetto era una mensola.

Il ripiano cadde, fortunatamente lontano da noi, e udii uno strillo strangolato. Mi venne spruzzata l'acqua in faccia, e doveva essere accaduto lo stesso ad Harry dato che emise un rumore di protesta.

"Harry, sii forte" sussurrai, sperando che forse l'altro occupante della stanza avesse perso i sensi. Qualcosa mi diceva che non fosse così.

"Che ne dite di fare un po' di...luce sulla situazione?"

Mi vennero i brividi quando udii la voce che speravo di non sentire mai più, ed i miei sensi vennero istigati da una forte luce. Il mio primo istinto fu quello di coprirmi gli occhi con le mani, ed una volta abituata alla luce le spostai. Quando guardai Harry notai che aveva fatto lo stesso.

I miei occhi cercarono disperatamente nella stanza, e poi lo vidi. Grant. Era rannicchiato e si sfregava gli occhi come mi ero aspettata che avrebbe fatto. La stanza era fornita di altre quattro mensole, senza contare quella che avevo abbattuto. Me ne resi conto quando l'acqua raggiunse circa la metà del mio corpo.

Dovevamo spostarci più in alto per salvarci.

"Harry" dissi a denti stretti, avvicinandomi di qualche centimetro alla mensola più vicino. Grant non se n'era ancora accorto, i suoi movimenti erano lenti e si stava appena rendendo conto di che cosa lo circondasse.

"Arrampicati sulle mensole, adesso".

Harry annuì con un'espressione decisa in viso, senza mostrare emozioni. Fu il primo a salire, seguito da me. Ci sedemmo entrambi su un ripiano, e mi ci volle molto sforzo per non abbracciare Harry e dirgli che ce la saremo cavata.

"Grant" udii la voce tesa di Harry, la quale mi colse alla sprovvista, per usare un eufemismo. Balzai dallo spavento e quasi caddi dal ripiano.

Il ragazzo dai capelli scuri si voltò per guardarci. Sapevamo che era armato, era il minimo. Era l'unica spiegazione per la quale si fosse comportato in modo così sicuro di sé. Qualcosa mi diceva che aveva con sé una pistola. Dovevamo fare attenzione, nonostante anche Harry si fosse portato una pistola.

murder house |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora