trentotto.

80 1 0
                                    

Punto di vista di Avery

Mi svegliai in un luogo che non era assolutamente la mia stanza d'hotel, ed ero avvolta in delle coperte di plaid. Non era l'ideale, ma almeno ero al caldo.

Mi sovvenne tutto ciò che era accaduto, annientandomi emotivamente. Mi misi immediatamente a sedere, e non mi ci volle molto per rendermi conto di trovarmi su un divano. Sul tavolo accanto a me era stata sistemata una ciotola di qualcosa che assomigliava a zuppa di pollo.

"Ehilà?" chiamai, mi sentivo curiosa e vulnerabile per la prima volta da un po'. Non avevo idea di dove mi trovassi, ma ebbi un presentimento.

Niall mi raggiunse, svoltando l'angolo della stanza; sembrava preoccupato. Invece che spiegarmi ciò che era successo, mi prese la temperatura con un termometro. Mi stava trattando come una bambina.

"Okay, stai bene" Niall prese un respiro di sollievo, mentre io ero ancora confusa. Tutto ciò che sapevo era che mi trovavo su un divano con delle coperte addosso. Non ne sapevo molto.

"Sei svenuta quando l'hai visto".

"Chi?" domanda, avevo un vuoto di memoria. Mi tolsi le coperte di dosso e mi alzai in piedi, e fortunatamente Niall non mi disse di rimettermi a sedere o di mangiare un po' di zuppa.

"Harry" disse Niall, e la mera menzione del suo nome in quel contesto mi fece venire le vertigini. Grugnii e mi sedetti nuovamente sul divano. Niall aveva ragione, ed ero grata del fatto che mi avessero sistemata su un divano, dove mi ero potuta coricare. Non mi sentivo affatto bene.

"Dov'è adesso?" domandai. Quando Niall fece per parlare, Louis entrò di fretta in stanza. Era strano che tutti fossero così interessati e preoccupati per me. Avevo veramente una brutta cera?

"Come stai, dolcezza?" domandò Louis.

"Dov'è Harry?" insistetti, e dovetti ammettere che risultai parecchio scortese. Non m'importava, ero disperata.

Louis rise e scosse il capo. "Nell'altra stanza, sta preparando la colazione. Sta bene".

"Posso vederlo?"

Niall e Louis si guardarono, il che mi fece sentire esclusa. Sembrava che i due stessero intrattenendo una conversazione non verbale, che non m'includeva.

Louis annuì, ed appena notai tale gesto mi alzai in piedi. Scattai lungo il corridoio, nonostante non avessi idea di dove stavo andando. Controllai ogni stanza, in cerca di Harry. Ogni volta in cui sbirciavo in una stanza il cuore mi andava a mille, e poi rallentava quando non lo vedevo.

Quando raggiunsi però l'ultima stanza del corridoio, lo vidi. Dio, era bellissimo. Sapevo che era lui. Qualcosa mi diceva che fosse veramente lui. Tutto in me mi sollecitava ad avvicinarmi, a provare a dirgli qualcosa, a dirgli quanto mi fosse mancato.

La cosa più importante era che fosse vivo. E non avrei potuto essere più grata di così.

"Harry!" lo chiamai, e quasi mi si fermò il cuore quando lui si voltò velocemente su sé stesso. Inizialmente sembrava perso, mi fissava, esaminando i miei tratti facciali. Ma poi vidi che scattò qualcosa in lui. Passò da confuso all'uomo più felice sulla terra in un istante.

"Avery" disse in un sussurro. Tutto ciò che potei fare fu restare ferma e fare del mio meglio per non cadere a terra quando lui avanzò scalzo verso di me. Quando mi raggiunse ci abbracciamo con vigore. Era bellissimo averlo con me, e saperlo vivo e vegeto. Era molto meglio di quando ero andata alla sua veglia e non avevo visto il suo cadavere nella bara. O di quando mi ero svegliata ogni mattina credendolo morto quando in realtà non lo era. Mi aveva aspettata fino ad ora, e io avevo aspettato lui, e finalmente ci eravamo ritrovati.

murder house |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora