Punto di vista di Avery
"Tu cosa?" quasi strillai quando trovai Harry appena al di fuori della porta della stanza dove si tenevano le interviste. Subito sembrava confuso, ma poi annuì. Non mi parlava nemmeno. Era forse uno strano scherzo per farmi sembrare debole e ridicola?
Volevo dargli un pugno in faccia per essersi comportato come un tale coglione.
"Beh?" dissi furiosa. Era solo una questione di secondi prima che sarei esplosa, distruggendo tutto sul mio cammino. "In che senso 'provi qualcosa per me'?!"
"Non l'ho mai detto!" ribatté lui, il suo respiro alla menta raggiunse il mio viso. Un'espressione contrariata si fece spazio sul mio viso all'odore piacevole ed allo stesso tempo putrido. La sua energia non era sicuramente ciò che mi aspettavo, ma la rabbia prese comunque il sopravvento quando gli portai le mani sul petto e lo spinsi via.
"Sì invece!" insistetti. "Max mi ha fatto vedere l'estratto dall'intervista in cui lo dici! Hai detto 'mi piace la biondina'. Chi altro è biondo qui, se non Candy, che è fottutamente morta?!"
Nella foga del momento la mia gomma da masticare finì fuori dalla mia bocca ed atterrò sui capelli di Harry.
Per un momento smisi di respirare, e sembrava che Harry mi avrebbe attaccata in qualsiasi momento. Mi avrebbe dato un pugno o qualcosa del genere, avrebbe avuto senso.
Invece tirò fuori la gomma da masticare dai capelli e la fissò. Era ricoperta da capelli ricci ed era completamente disgustosa.
Era ovvio che l'avrebbe attaccata ai miei capelli.
"Ugh!" grugnii, non volendo nemmeno tirarla via. Se l'avessi fatto mi sarei strappata i capelli, quindi decisi di attendere più tardi quando avrei avuto a disposizione un coltello. "Mi hai mentito!"
Harry si limitò a fissarmi corrucciato. Solo la vista del suo viso mi fece venir voglia di attaccarlo. Il modo in cui masticava la sua gomma con fare così discreto. Volevo toglierli quell'espressione orgogliosa dal volto.
"Non ho mai detto niente del genere" disse. La sua voce era calma, il che mi spaventò. "Sai che tutto questo programma è organizzato? È solo un trucco per farti pensare che tutti ti parlino dietro, dicendo cose che in realtà non hanno mai detto. Pensi veramente che abbiano dozzine di persone che si occupano della parte tecnica per niente?"
Ci pensai per un minuto ma non glielo feci notare. Non avrei accettato la sconfitta, anche se mi fossi trovata nel torto. Aveva detto qualcosa di sensato. La crew tecnica era composta da così tante persone, ma non li avevo mai visti in azione. Avrebbero potuto facilmente modificare ciò che aveva detto Harry durante l'intervista. Aveva senso. Harry stava dicendo la verità.
Restai in silenzio, ed Harry capì che aveva ragione, poiché nella sua espressione lessi comprensione.
"Mi dispiace che abbiano giocato con le tue emozioni in quel modo, Aves" disse. Evitai di correggerlo all'uso di quel soprannome. "E mi dispiace per aver attaccato la gomma ai tuoi capelli. Più tardi la stacco".
Come poteva essere così sincero dopo aver fatto qualcosa di così infantile nonostante avesse ragione? Il carattere di Harry era sicuramente palese—io al suo posto gli avrei rinfacciato il fatto di aver torto. Ma no, questa volta ero io ad avere torto. Ed aveva pietà per me.
"Uhm, grazie". Dissi con fare imbarazzato. Non avevo idea della nostra posizione dopo questa cosa. Stavamo litigando o andavamo d'accordo? Non volevo chiederglielo, ma volevo scusarmi.
"Scusami per aver tratto conclusioni affrettate" aggiunsi, la mia espressione era solenne. Mi sentivo veramente in colpa.
"Ehi, tranquilla" Harry stava cercando il mio sguardo e stava interpretando nuovamente la mia espressione. Sapeva ciò che provavo, ed era bello sapere che lui sapesse che mi spiaceva veramente. "Non c'è problema. Abbiamo bisogno di un piano per attaccare i tecnici".
"Ce l'ho" dissi subito.
"Davvero?"
"Sì" l'emozione crebbe con ogni secondo. Sapevo ciò che dovevamo fare, e per una volta sarebbe stato qualcosa di divertente. "Tutto ciò che ci serve è la cena, e del miele molto appiccicoso".
Punto di vista di Harry
La reazione di Harry fu dolorosa. Non sapevo se avesse intenzione di essere più di un'amica per me, o se stesse nascondendo il fatto che mi odiasse.
Non che m'importasse.
Capii dalla sua espressione dispiaciuta che si sentiva veramente in colpa. Ci si sentirebbe in colpa per qualcuno che si odia, o si salverebbe la loro vita se ciò implicherebbe mettere a repentaglio la nostra? Io di sicuro non lo farei.
O Avery era solo una brava persona, o voleva veramente essere mia amica. Non ero certo che potessimo definirci amici a questo punto. Conoscenti sì. Amici, non ne ero certo.
"Pronto?" mi chiese, il che mi distrasse dai miei pensieri. Scoppiai a ridere quando notai che aveva applicato dal mascara sotto agli occhi, come quei disegni da guerra.
"Sì" ridacchiai. C'era qualcosa nel modo in cui la sfumatura faceva risaltare i suoi occhi che mi faceva desiderare di fare lo stesso. "Posso averne un po' anche io?"
"Certo".
Si stava comportando in modo gentile, ed era a me sconosciuto che cosa le avesse risollevato il morale. Ad ogni modo mi misi a sedere, e lei si allungò verso di me aprendo il mascara ed affondando due volte lo scovolino.
"Le ragazze fanno queste cose tutte le mattine?" domandai dalla curiosità. Aveva appena iniziato ad applicare il prodotto sulla mia guancia sinistra. Era una sensazione così strana, e mi fece venir voglia di dimenarmi sulla sedia.
"Sì, quasi tutti i giorni" disse Avery, la sua voce tradiva la sua concentrazione. La fissai nei suoi occhi verdi mentre si concentrava sulla mia pelle pallida. "A volte è pesante farlo, ma vale la pena essere carina".
Indossava mascara in quel momento?
Harry, smettila. Perché dovrebbe importarti?
"Okay, fatto".
Avery si allontanò. Il suo respiro era così caldo da avermi surriscaldato la fronte, ed avevo sentito il sudore formarsi sulla mia pelle.
No, non era il suo respiro.
La temperatura era salita drasticamente.
"Pensi che abbiano spento l'aria condizionata?" domandai guardandomi intorno in cerca di una ventola. Ce n'era una sul soffitto, ma non sarei mai riuscito ad arrivarci. Nessun tavolo, nessuna libreria mi avrebbe assistito.
Guardai Avery asciugarsi la fronte. Allora non ero l'unico a sudare.
"Sì, fa molto caldo. Speriamo che il nostro inchiostro da guerra non coli" scherzò, ma per me era una questione molto seria. Non volevo assomigliare ad un artista emo. Nessuno mi avrebbe preso sul serio, e sarebbe stato imbarazzante essere visto in tal modo sulla televisione nazionale.
Mi tolsi la bandana e la riposi nella tasca posteriore dei pantaloni. L'avrei usata per asciugarmi il mascara se avesse iniziato a colare. Non avevo fatto poi così male a portare con me le bandane, erano utili.
"Abbiamo ancora intenzione di farla pagare ai tecnici?" domandi. Il suo piano era così ingegnoso, ma soprattutto era divertente. Non vedevo veramente l'ora di metterlo in pratica. Non solo avremmo dato fastidio a coloro che ci avevano dato fastidio, ma allo stesso tempo sarebbe anche stato qualcosa che avrebbe scaricato lo stress.
"Sì".
Il suo tono era serissimo, il che mi portò alla mente Liam. Mi domandai come andasse con Sophia. Erano ancora insieme?
E Zayn e Perrie? Louis e Eleanor? Niall e Ellie?
Ma soprattutto, perché ero così preoccupato delle loro relazioni?
"Stai bene?" mi domandò Avery quando mi distrasse dal mio secondo momento di trance della giornata. Ridacchiai nervosamente ed annuii, nonostante non fossi sicuro di stare effettivamente bene.
"Allora andiamo".
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murder house |ITA|
Fanfiction| storia originale di @cigarettestyles | cover: @translatorITA | 📚 Un gioco in cui devi combattere fino alla morte per vincere. Avery Murphy, una ragazza che desidera solamente dei soldi per la sua famiglia, si scontra con Harry Styles, ex pop star...