Punto di vista di Avery
Harry mi teneva le mani sugli occhi mentre percorrevamo il corridoio. Non assomigliava nemmeno più al corridoio poiché odorava di muschio. Il mero ricordo dell'allagamento mi fece venire in mente immagini terribili che mi fecero venire la pelle d'oca.
"Tieni duro" disse lui lentamente. "Ci siamo quasi".
Finalmente lui si fermò, ed io feci lo stesso. Mi tolse le mani dagli occhi, e per poco non collassai a terra dallo shock.
Eravamo nella training room.
Le mensole erano bruciate, formando pile di legno marrone a terra. I muri si stavano scrostando, e sembrava che fossero stati plasmati. Si trattava del risultato del fuoco e dell'inondazione. Mi chiesi che cos'altro sarebbe capitato a quella stanza.
"È diversa, vero?" domandò Harry, e quando lo guardai notai che mi stava osservando con una tale adorazione che non riuscii ad esprimere a parole.
"Già" commentai. Fu tutto ciò che riuscii a fare, poiché lo spettacolo spettrale di ciò che aveva sopportato quella stanza mi rendeva debole. Era terribile pensare che io e Harry per un certo periodo l'abbiamo chiamata casa. Ora era un involucro distrutto ed inutile.
"Si sono salvate solamente un paio di lame e le pistole" disse in un sussurro. Osservai ogni sua mossa, quando raggiunse il tavolo delle armi e raccolse un coltello, quello a serramanico che mi ricordai di aver tenuto con me durante il mio primo giorno qui. Era rovinato, ma la lama era intonsa.
"Trovo bellissimo che questi oggetti siano sopravvissuti a tutto" proseguì, e non volli nemmeno interromperlo. Non avevo nessuna intenzione di parlare, e se ciò avesse implicato ascoltare la dolce voce di Harry allora era anche meglio.
"È fantastico che abbiamo subito così tanti danni, eppure siano sopravvissute".
Stava dicendo delle bellissime parole. Tutto ciò che feci fu rivolgergli un sorriso incoraggiante, spingendolo a continuare a parlare. Sentii anche qualche lacrima formarsi nei miei occhi.
"Voglio che tu faccia così, Avery. Quando tutto questo sarà finito".
"I—In che senso?" esitai. Forse erano i ricordi che mi travolgevano, o forse era il fatto che fossi così presa dalle parole di Harry, ma non riuscivo a comprendere che cosa intendesse. Mi stava paragonando ad un coltello.
"Quando uscirai da qui, so che sarai danneggiata" sospirò, avanzando di un passo verso di me. Il mio respiro si fece irregolare quando la distanza fra noi due diminuì, e capii che anche per lui era lo stesso. "Ma voglio che tu sappia che ti ammiro, Avery. Per me sei un modello. E mi mancherai".
"Harry, tu non morirai" sbottai. Il mio tono severo sembrò coglierlo di sorpresa, perché indietreggiò di un paio di passi. Sembrava scioccato, e sapevo che lo era veramente. Nemmeno io mi aspettavo che avrei parlato in quel modo. Ciò che avevo detto era però vero, quindi non me ne pentii.
"Ricordati solo ciò che ho detto".
Sembrava esausto. Forse voleva tornare in camera e riposarsi un po', ed apprezzavo il fatto che mi avesse riportato alla training room. Sapeva che ne avevo bisogno. Dovevo vedere che aspetto avesse.
"Okay, Harry" mi arresi. Lui annuì con fare deciso e mi prese la mano, al che non protestai. Il suo calore era qualcosa di cui avevo bisogno. Non volevo che restasse solo un ricordo. Se solo ci fosse stato il modo...
Stavamo facendo ritorno alla camera da letto quando mi venne l'idea più brillante di tutte. Sapevo per certo che ci avrebbe fatto sopravvivere entrambi.
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murder house |ITA|
Hayran Kurgu| storia originale di @cigarettestyles | cover: @translatorITA | 📚 Un gioco in cui devi combattere fino alla morte per vincere. Avery Murphy, una ragazza che desidera solamente dei soldi per la sua famiglia, si scontra con Harry Styles, ex pop star...