Punto di vista di Avery
Era il quattro di luglio. Avevamo trascorso la prima metà della giornata a pulire casa in modo straziante, e la seconda raccolti attorno ad un falò nel giardino, insieme a membri lontani della famiglia.
Nel corso degli anni precedenti mi era piaciuto rispettare le tradizioni famigliari, questa volta invece era come se non fossi stata presente. Ero agitata per il volo che avrei affrontato il giorno successivo. Lo sapevano già tutti, e non ci volle molto per dare il loro consenso alla mia partenza.
"Avery, non suoni la chitarra?" domandò Vienna, la mia migliore amica. Aveva trascorso quasi tutte le feste famigliari con noi, ed era strano dire che mi ero quasi completamente dimenticata di lei.
Scossi il capo con un sorriso timido in viso, i ricordi di quando suonavo quel vecchio strumento mi riempirono la mente. "No, stasera non me la sento".
"Eddai!" mi diede una gomitata. "Stasera non ti senti di fare niente".
"Sono solo agitata per il volo, tutto qui" liquidai le sue preoccupazioni come se non fosse nulla, mentre in realtà era molto per me.
"Te la caverai, Avery. Vengo con te, quindi dovrebbe andare tutto bene".
Annuii nonostante non le credessi affatto. Avevo sempre avuto tanta paura di volare, ma l'avrei affrontata. Era solo uno degli esempi a dimostrazione di quanto rivolessi Harry nella mia vita.
"Okay, non suonare. Non c'è problema" mi diede una pacca sulla schiena e poi mi accolse in un abbraccio confortante, i suoi capelli neri mi fecero il solletico al collo per qualche secondo.
Papà prese la mia chitarra e compose qualche nota, ma non era nemmeno lontanamente simile ad una canzone. Eravamo tutti consapevoli che nella mia famiglia ero io quella con un briciolo di talento. Non per essere maleducata, ma era la verità.
Terminammo tutti i marshmallow e gli hot dogs, e finì anche lo spettacolo dei fuochi d'artificio. Senza Spencer che mi provocava era tutto troppo monotono, non potevo urlargli contro. Solitamente ci davamo molto addosso. Mi mancava.
"Com'è silenzioso stasera" commentò Vienna, e quando il suono della sua voce si dissipò nell'aria l'unico rumore che si udì fu lo scoppiettio del fuoco. Controllai il telefono, era l'una di notte. Avevo il volo alle cinque, mentre il check—in era alle tre e mezza.
"Penso che andrò a fare un pisolino" dissi.
Vienna mi rivolse un'espressione contrariata.
"Che c'è, non è nemmeno più il quattro di luglio!" spiegai, già frustrata dal fatto che disapprovasse il mio voler fare un riposino prima del doppio volo. Mi faceva arrabbiare, come se si aspettassero che mi facessi vedere in pubblico con le borse sotto agli occhi ed i capelli in disordine. Assolutamente no.
"Notte" borbottai prima di prendere il telefono ed allontanarmi dal giardino sul retro. Aprii la porta e mi affrettai all'interno, diretta verso la mia stanza.
Gli sbalzi di umore avevano avuto la meglio su di me; provavo un mix di emozioni. Ero emozionata di avere la possibilità di rivedere Harry. Provavo rabbia nei confronti di Vienna per essersi comportata in modo sconsiderato. Ero troppo stanca per analizzare il resto delle mie emozioni.
Mi gettai sul letto, e la prima cosa con cui entrai in contatto fu il cuscino. Sotto avevo sistemato il diario di Harry, quindi gli diedi un veloce bacio prima di chiudere gli occhi e cercare di dormire un pochino.
—
Quando mi svegliai controllai l'orario, e notai che erano solamente le due. Quanto aveva potuto giovarmi un'ora di sonno?
Mi alzai e portai il diario con me in bagno. Strano, lo so. Ma mi ero appena svegliata, e non ero in grado di comprendere bene ciò che stavo facendo.
Dopo di che mi versai un bicchiere di acqua e mi avventurai in salotto. Vienna si era accomodata sul divano, e stava russando con il telefono che per poco non le sfuggiva dalla mano.
La raggiunsi e le sistemai il telefono sul pouf accanto, quindi spensi le luci. Almeno una di noi si stava riposando prima del volo. Almeno avrei dormito per tutto il volo.
Mi diressi verso la mia stanza, già annoiata dal fatto di dove restare sveglia per un'altra ora a fare nulla. Mi cambiai, indossando un paio di leggings, una canottiera nera, un cardigan dorato ed un paio di stivali da combattimento. Volevo sembrare presentabile per quando Harry mi avrebbe vista—se così fosse stato.
Mi acconciai i capelli e mi truccai, quindi mi sedetti alla scrivania con il diario. Avevo letto tutte le pagine, dato che avevo trascorso diversi giorni e diverse notti a leggerlo. C'erano più pagine vuote che scritte.
Il che mi fece venire un'idea.
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murder house |ITA|
Fanfiction| storia originale di @cigarettestyles | cover: @translatorITA | 📚 Un gioco in cui devi combattere fino alla morte per vincere. Avery Murphy, una ragazza che desidera solamente dei soldi per la sua famiglia, si scontra con Harry Styles, ex pop star...