ventinove.

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Punto di vista di Avery

Il giorno prima mi ero prefissata che sarei uscita. Avevo trascorso la settimana precedente a letto, senza nemmeno tentare di mangiare. Ero terribilmente depressa, ma quel giorno provavo una discreta quantità di motivazione. Mi resi conto che non potevo lasciare che la morte di Harry e Spencer provocasse la mia emotiva.

Sarei andata al municipio.

"Ciao mamma" salutai tristemente. La mia borsetta giallo pastello era sistemata sulla mia spalla, coordinata alla mia gonna dello stesso colore. Indossavo una maglietta nera a righe ed un cardigan leggero. Doveva fare caldo.

"Ciao tesoro. Sono ancora fiera di te" disse lei, senza mostrare il minimo di emozioni. Il suo tono diceva una cosa diversa, ma non commentai perché sapevo esattamente come si sentiva.

Quando uscii dalla porta trovai la mia bicicletta color menta. Vi salii e procedetti verso dove ricordavo si trovasse il municipio. Era una bellissima struttura, che stonava completamente con ciò che la circondava.

Salii cautamente le scale che portavano alla porta d'ingresso. Dopo aver attraversato una serie di corridoi raggiunsi la stanza dove mi era stato detto di andare. Il locale era adornato da pavimenti di marmo, ricoperti di infiniti possedimenti. Zaini, computer, telefoni, scarpe. Appartenevano tutti ai deceduti. Presi un respiro quando lo vidi.

Mi ci vollero meno di dieci secondi per raggiungere la parte opposta dell'enorme stanza. Eccolo, sopra qualche borsa.

Un quaderno ricoperto di pelle marrone.

"Oh mio Dio" sussurrai fra me e me, accarezzando con le dita la copertina dello stesso. Soffiai via il leggero strato di polvere che vi si era formato sopra, per poter leggere ciò che vi era scritto sulla parte anteriore.

Proprietà di Harry Style. Si prega di non leggere.

Risi tristemente, solo perché me lo immaginai pronunciare quella frase.

"Per favore non leggere il mio quaderno. Non sarebbe molto bello da parte tua".

Le sue parole echeggiarono nella mia mente come se fosse stato ancora vivo. Riuscivo a vedere chiaramente i suoi occhi verdi scintillanti. Mi mancava l'espressione in essi, ed il suo ghigno amichevole.

Notai qualche parola più in piccolo, e dovetti stringere appena lo sguardo per leggerle, ma quando lo feci sentii i brividi corrermi giù dalla schiena.

...a meno che non sei Aves.

"Oh mio Dio" ripetei, la speranza mi assalì al cuore quando pensai a ciò che avrebbe potuto significare. Strinsi il quaderno al petto, e poi mi addentrai nelle sue proprietà. Quasi collassai quando vidi lo zaino azzurro che avevo portato con me, e la bandana che aveva indossato fino alla sua morte.

I numeri che lessi sulla parte anteriore del tessuto mi colsero alla sprovvista. Sembravano coordinate.

7.5.15

34.0500° N, 118.2500° E

Mi si mozzò il respiro in gola, perché sapevo esattamente che cosa significasse. Era un messaggio segreto. Mi si allargò un sorriso in volto per la prima volta dopo un po' di tempo, quindi raccogli gli oggetti ed uscii in fretta e furia dal municipio. Ficcai tutto nel cestino della mia bicicletta, e pedalai il più velocemente possibile per tornare a casa.

Quando raggiunsi la mia stanza gettai tutto sul letto e cercai di trovare un senso nelle prove raccolte. Ogni piccola cosa di Harry su cui avevo messo le mani durante lo show sarebbe stata una prova.

C'era una possibilità che Harry fosse ancora vivo. 

murder house |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora