trentacinque.

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Punto di vista di Avery

Il giorno successivo era quello del funerale, e non mi andava veramente di andare. Sapevo che mi avrebbe solamente riportato alla mente ricordi che mi avrebbero fatta piangere. Vienna è stata però persistente, molto persistente.

"Questo vestito ti sta così bene!" strillò lei dall'entusiasmo, ma io non riuscivo nemmeno a sorridere. Feci una piroetta solo per renderla felice. Viena ridacchiò al modo in cui molleggiarono le balze.

"Apprezzo il tuo tentativo di aiutarmi, Vienna" le sorrisi. Era stata un'amica fantastica per me, anche quanto non la volevo accanto. Le persone che restano al tuo fianco quando tu le allontani sono quelle che vale la pena tenere.

"Non è niente di che" ridacchiò lei, toccandomi il braccio con un dito. Le rivolsi il sorriso più amplio che riuscii a fare quando lei mi sistemò un ricciolo prima di consolidare l'acconciatura con la lacca.

"Saresti piaciuta molto a Harry" le dissi, e le parole mi fecero venire un nodo in gola. Riuscivo chiaramente a vedere Harry e Vienna che si divertono da amici. Non sarebbe mai successo, e mi sentivo come se fosse stata tutta colpa mia.

"No, a Harry piaci molto".

Quando raggiungemmo il luogo del funerale vidi molti visi a me familiari. Il fatto che non m'importasse di chi fossero era quasi deprimente, nonostante la maggior parte di loro fossero celebrità. Kendall Jenner, Ed Sheeran, e la lista andava avanti. Vienna era entusiasta, ma si contenne.

Ci accomodammo nella cappella, dove si sarebbe svolta la cerimonia. Mi risultava difficile restare ferma. Mi ritrovai a giocherellare con le mie mani per l'ansia, mentre cercai di non piangere. Poi venne suonata una melodia all'organo, e quasi scoppiai a piangere.

Avevano sistemato la bara di Harry nella parte anteriore alla navata, dove si sarebbe trovava una coppia in procinto di sposarsi. Il pensiero mi rattristì.

Presto la musica terminò, ed un prete si trovò accanto alla bara di legno. Una donna che immaginai si chiamasse Anne stava tirando su con il naso, e reggeva un fazzoletto. Sapendo come mi sentivo, ero consapevole che lei versasse in condizioni ancora peggiori.

"Harry Styles aveva ventun'anni" esordì l'uomo, e sentii qualcuno nella cappella avere una vera e propria crisi, urlando e piangendo, eppure il prete continuò.

"Era una gioia per chiunque lo incontrò. Nessuno provava antipatia per lui, e se così era, era invano. Chi lo conosceva veramente lo amava".

Mi agitai, cercando di smettere di piangere. Era difficile. Quella veglia era diversa dalle altre a cui avevo partecipato, non molte.

Quando l'uomo terminò il proprio discorso su Harry, tutti si alzarono in piedi e si radunarono attorno alla bara. Mi ricordai di ciò che aveva detto Harry, ovvero che la bara sarebbe stata aperta verso la fine della cerimonia, la quale sarebbe terminata alle due. Era l'una e mezza.

"Quanto restiamo?" domandò Vienna. La sua domanda mi infastidì. Speravo che non fosse già impaziente.

"Fino a tipo le due" le disse, e lei annuì. Poi si allontanò nella direzione completamente opposta.

Quando fu il mio turno fu incredibilmente impossibile non ricominciare a piangere. Non lo feci. Le mie dita tremanti accarezzarono la trama del legno, e poi era tutto finito. Mi allontanai dalla bara e poi mi sedetti accanto ad Anne.

"Mi dispiace per la Sua perdita" cercai di consolarla, ma stava piangendo con troppa foga. In realtà era la nostra perdita—ma lei ne era stata toccata indubbiamente di più.

Restammo in silenzio. Vidi Vienna dalla parte opposta della stanza, non stava guardando il suo telefono, si stava guardando attorno come se stesse osservando la cappella. Ero grata per il rispetto che stava dimostrando nei confronti di qualcuno che significava così tanto per me, e quando feci per alzarmi una voce mi fermò.

"Adesso apriamo la bara".

Guardai il prete sollevarne la parte superiore, e mi si fermò il cuore.

Il volto del prete si fece pallido, e svenne. Si udirono delle voci stupite, e molti si affrettarono verso la bara. Ero spaventata e preoccupata, troppo spaventata per muovermi. I miei sospetti vennero confermati quando qualcuno esclamò:

"Non c'è nessuno qui dentro!"

Mi portai le mani sulla bocca, trasalendo. Non c'era! Ciò significava solo una cosa...

"Vienna, andiamo!" dissi ad alta voce, e mi raggiunse alle porte della cappella. Corremmo fuori dalla chiesa, i nostri abiti svolazzarono nel vento. Lei non sapeva perché stavamo correndo, ma io sì.

"Allora, non c'è?" disse Vienna senza fiato. Io non mi arresi. "Significa che dobbiamo correre per metterci in salvo?"

"Ti fidi di me?" le chiesi, l'adrenalina mi faceva sentire viva. Sorrisi per un millisecondo prima che la mia espressione si fece neutrale.

"No, a questo punto no" rise Vienna. Pensava che stessi scherzando, ma ero seria.

Mi fermai alle porte, e Vienna si fermò improvvisamente. Era chiaro che non volesse entrare, ed era incerta sul da farsi.

"Che ci facciamo al Bar di Ed?" mi chiese, inarcando un sopracciglio, la sua voce era di due ottave più alta. "Il bar di Ed Sheeran, fra tutti i locali di L.A.?"

"Perché, Vienna" le sorrisi ed aprii la porta, cedendole il passo. Avevamo l'età legale per bere, quindi non mi preoccupai.

"Perché qui è dove Harry ha deciso di iscriversi a Murder House. Ed è qui che mi sta aspettando".

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