Punto di vista di Avery.
A quel punto ero adirata. Voglio dire, una persona normale sarebbe stata arrabbiata se avesse perso l'ultima occasione per confessare i propri sentimenti a qualcuno. Per peggiorare le cose era anche suonato l'orologio, segnalando la mezzanotte. Qualcuno bussò con forza alla porta, ogni bussata più violenta della precedente.
Poi accadde. Un colpo fece saltare una cerniera della porta, e guardai Harry tremare dalla paura. Cercai di fingere un sorriso, ma svanì velocemente quando mi resi conto di ciò che sarebbe successo.
Attendemmo con ansia ciò che sarebbe accaduto, troppo agitati per estrarre un'arma. Sarebbe potuto essere Jonah, e avremmo potuto essere disarmati. Pregavo che così non fosse, ma non riuscivo comunque a trovare la voglia di muovermi.
L'ultima cerniera si sganciò, e la porta cadde a terra. Il cuore mi batteva all'impazzata nel petto, ma non riuscivo ancora a fare nulla.
Mi sentii assolutamente ridicola quando vidi ciò che si trovava alla porta.
Una fottuta giraffa.
Harry, che si era accovacciato accanto a me, emise un respiro che forse non si era reso conto di aver trattenuto. Tutto ciò che potei fare fu sghignazzare dallo stupore.
"Hanno fatto scappare degli animali dallo zoo?" derise lui, ma il pensiero aveva così tanto senso da essere qualcosa di assolutamente assurdo. Ma certo che avevano fatto entrare degli animali selvatici. Aveva senso.
E dove c'erano le giraffe c'erano...
"Leone!" strillò Harry, ed i miei sensi si ripresero. Spiai nel corridoio, ed emisi un respiro teso quando notai un leone che stava camminando tranquillamente fuori dalla stanza.
"Prendi un'arma, Harry" sussurrai, temevo che ci avrebbe notati e ci sarebbe sbalzato addosso in qualsiasi momento. Era già abbastanza strano che ci fosse un cucciolo di giraffa in stanza, ma un leone era qualcosa di più urgente.
"Av—"
"Adesso!" lo sollecitai. Se prima avevo avuto paura, adesso ero terrorizzata, perché ovviamente il leone ci aveva notato, cambiando direzione e venendo verso di noi. L'unico fattore positivo era che stava ancora andando piano, non stava caricando.
Osservai Harry da vicino, e lo guardai estrarre un coltello dalla cintura tattica. Sicuramente li stava finendo. E non era una bella cosa, per nessuno di noi due.
Lo puntò perfettamente al petto del leone, e quando lo scagliò lo colpì con precisione. Harry biascicò qualcosa come per festeggiare, o così immaginai, e si alzò in piedi quando il leone cadde a terra sul fianco.
"Se non mi avessi ascoltata saremmo morti" dissi, ero arrabbiata e spaventata. Harry li limitò a scoppiare a ridere e mi aiutò a mettermi in piedi. Provavo così tanto cose nei suo confronti in quel momento—rabbia, gratitudine, amore. Mi stava distruggendo.
"Allora meno male che ti ho ascoltata" disse, prendendo la pistola dal comodino. Era una calibro 44, ero in grado di stabilirlo anche solo guardandola. Io presi invece l'arma che si trovava accanto, un fucile.
"Pronta?" mi chiese Harry, i suoi occhi nei miei. Sembrava spaventato ma sicuro di sé allo stesso momento, e mi chiesi come facesse a mostrare un mix di tanti sentimenti su quei bellissimi tratti.
"Come non mai" mentii. Non avrei mai potuto essere pronta per ciò che stava accadendo.
Harry annuì e lo seguii attraverso la stanza, fino a quando non si fermò, fissando l'animale selvatico che stava bloccando il nostro cammino.
"C'è solo un altro modo per uscire da qui" ridacchiò Harry, e sentii il calore raggiungermi alle guance. Ma certo che avremmo dovuto uscire in quel modo.
"Non dobbiamo andarcene" esitai. Lo dissi per diverse ragioni: il fatto che non volevo strisciare sotto una giraffa, ed anche per il fatto che mi pietrificava il mero pensiero di Jonah.
"In realtà sì" Harry fece spallucce. "Se vogliamo finire questa cosa, e se vogliamo uccidere Jonah intanto che siamo in vantaggio".
"In che senso siamo in vantaggio?" domandai. Harry si limitò a ridere e scuotere il capo.
"Strisci sotto la giraffa e basta".
"Signorsì, capitano" scherzai, cercando di aggiungere un po' di humor alla situazione. Non funzionava bene così come i tentativi di Harry. Lui era un talento comico naturale. Qualcosa che mi piaceva molto di lui.
Harry si fece strada fra le zampe della giraffa, e lo guardai raggiungere il corridoio. Mi salutò da lì con la mano, ma lo osservai guardarsi attorno in carca di amici. Mossa intelligente.
"Vieni" disse lui piano, quindi annuii e trattenni il respiro. La giraffa non aveva un buon odore, quindi mi chiusi il naso e strisciai sotto la giraffa, raggiungendo Harry dall'altra parte.
Era orgoglioso di me, per dire un eufemismo.
"Non credevi che ce l'avresti fatta" disse sorridendo. Il suo ottimismo stava iniziando a darmi fastidio, e mi sembrava avesse in mente qualcosa. Non glielo dissi.
"Troviamo Jonah e basta" dissi in un sussurro, ma la mia voce fece eco nel corridoio, rendendola più squillante di quanto fosse.
Harry aprì la bocca per parlare, ma si fermò. E sapevo il perché.
Ogni cellula del mio corpo era stressata, preoccupata e spaventata. Persi un battito, e dovetti boccheggiare per trovare la minima quantità necessaria di ossigeno. Mi sentivo come se mi stesse venendo un attacco di panico.
Non poteva succedere veramente.
"Perché cercare qualcosa che avete già trovato?"
E poi...uno sparo.
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murder house |ITA|
Fanfiction| storia originale di @cigarettestyles | cover: @translatorITA | 📚 Un gioco in cui devi combattere fino alla morte per vincere. Avery Murphy, una ragazza che desidera solamente dei soldi per la sua famiglia, si scontra con Harry Styles, ex pop star...