quattordici.

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Punto di vista di Avery

Sorrisi ampiamente quando vidi Harry apparire sotto forma di una macchia scura—principalmente causa gli abiti scuri che indossava—e lo guardai atterrare sul letto. Poi fece dondolare i piedi quando si sedette sul letto, ovviamente gli piaceva il letto.

"Abbiamo una nuova stanza" mi sorrise. Sembrava un bambino in un negozio di caramelle, ed era onestamente qualcosa di dolce.

Mi sembrava però di dover lasciare un pezzo di questo luogo che in realtà mi piaceva. La training room era forse la più rilevante per me, e mentre sedevamo tranquillamente sui cuscini di velluto, tale stanza stava andando a fuoco.

Il che mi ricordò un'altra cosa—Jonah.

"Pensi sia morto?" domandai. Harry si limitò a sorridere nel guardare le lenzuola. Era chiaramente felice al pensiero che Jonah venisse arso come un pezzo di legno. Non sarebbe stato il nostro problema. Dentro di me provavo comunque un certo senso di pietà, che immaginai fosse solamente la mia natura. La odiavo.

"Credo che dovremmo dormire un po'" disse Harry, nonostante non sembrasse affatto stanco. Forse io avevo l'aspetto opposto, poiché si offrì di vigilare mentre avrei riposato.

Non mi piaceva comunque l'idea. Non era saggio dormire mentre nella stanza poco lontana si stava allargando un incendio. Non sapevamo se si trattasse di un incendio doloso o colposo, ma Max aveva detto che i giocatori potevano fare ciò che volevano per vincere. Le sue regole erano troppo generiche, ed avevano quasi fatto sì che io e Harry perdessimo la vita.

"Sto bene così, grazie" dissi, decidendomi.

Harry annuì con un'espressione decisa in volto. Lo guardai intensamente quando si alzò in piedi e si tolse le scarpe. "Questa stanza è accogliente" disse prima di mettersi sotto le coperte ed estrarre qualcosa che sembrava un telefono. Rise quando guardò lo schermo, quindi mi chiesi che cos'avesse visto di divertente. Il modo in cui si corrugava la pelle attorno ai suoi occhi e le fossette facevano capolino sulle sue guance lo rendevano l'uomo più bello al mondo. E non ero mai stata una sua fan.

"Come credi che si sentano i fan?"

Lui sollevò immediatamente lo sguardo dallo schermo ed inclinò il capo di lato come un cane. Risi al suo gesto, quindi avanzai sul letto, restando comunque a debita distanza da lui. Non eravamo ancora così in confidenza.

"Credo tifino per noi" mi sorrise.

"Noi?"

"Già" disse con espressione amichevole ancora in viso. I suoi tratti erano dettagliati quanto quelli di una statua di marmo. "Tu piaci. Molti commentano sul mio twitter, dicono che vorrebbero che vincessimo entrambi. Dicono che sei dolce".

Mi sentii arrossire. Era bello sapere di piacere ad alcuni spettatori, ed i fan di Harry rappresentavano una grande porzione di essi. Mi sentivo sinceramente apprezzata, e non si trattava di una sensazione che provavo a casa.

"Che altro dicono?" domandai, desiderosa di saperne di più.

Harry abbassò lo sguardo sullo schermo del telefonino ed i suoi occhi si mossero velocemente da sinistra a destra. Inizialmente sembrava scioccato, ma poi la sua espressione assomigliava alla mia, era arrossito e sembrava imbarazzato.

"Di cosa si tratta?" insistetti, cercando di spiare sul suo telefono. Non volevo avvicinarmi invadendo il suo spazio, quindi indietreggiai appena.

"Oh...niente" alzò lo sguardo su di me, sembrava completamente in imbarazzo. Ero confusa, cosa l'aveva intimidito così velocemente?

Forse si trattava di me.

"Vado a dormire" abbassò lo sguardo sul telefono un'altra volta prima di posarlo sul comodino accanto al letto. Il mio sguardo indugiò sul dispositivo per un paio di secondi, poi riportai l'attenzione su Harry. Mi stava guardando e stava sorridendo.

murder house |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora