quattro.

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Punto di vista di Harry.

Orion—il tizio dai capelli rossi che mi ha imprigionato prima—e Candy—quella che mi ha colpito alla testa con Dio sa cosa—si trovarono sulla soglia della porta, disarmati.

Il primo pensiero che mi sovvenne fu che grazie ad Avery, avevo addosso diverse armi, nascoste dalla mia felpa con il cappuccio. Estrassi uno dei miei coltelli e presi la mira. Sentii Avery inalare in modo improvviso quando centrai Orio alla testa. Il sangue zampillò ovunque.

"Ugh" grugnì Avery. "È colpa tua per essere così sconsiderato".

Sconsiderato.

Ma certo.

Orion esclamò, e Candy estrasse ciò che sembrò un coltello. Avrebbe fatto centro solamente se si fosse avvicinata di più. Quel coltello non era il tipo da lancio.

"Il tuo amico sta morendo" dissi in tono serio. Avery mi guardò, scioccata dal fatto che non stessi scherzando. "Non è bello avere un coltello conficcato in testa".

Candy fece una smorfia prima di tornare a comportarsi con fare difensivo. Non ero spaventato. Non m'intimidiva nemmeno un po'.

"Vuoi essere la prossima?" la voce di Avery mi sorprese. Mi diede l'impressione che si sarebbe occupata lei di Candy, e che il fatto che Orion morisse dovesse essere un mio compito.

Mi avvicinai di poco ad Orion, il quale era però molto lontano da Candy. Fu una mossa rischiosa, ma mi fidavo del fatto che Avery mi coprisse le spalle. Non mi avrebbe permesso di morire. Me lo sentivo.

Estrassi una piccola pistola, e prima di ripensarci, gli sparai alla testa. Lui sussultò per un momento, prima di collassare a terra.

"È morto" annunciai, poi portai lo sguardo su Candy. Era pietrificata.

Mi sentii orribile. Orion e Candy erano proprio come me—stavano cercando di fare il possibile per sopravvivere. Era solo l'approccio ad essere diverso.

"Ti prego non uccidermi" disse in un sussurro, ed iniziai a pensare che fosse il modo in cui parlava sempre.

"Mi hai colpito alla testa" mi accigliai toccandomi la testa e percependo un liquido caldo ed appiccicoso. "Sto sanguinando".

Sembrava così impaurita, temeva che l'uccidessi. Forse sarebbe stata una buona alleata, ma alla fine uno dei due sarebbe comunque dovuto morire. Sarebbe stato inutile.

Le puntai la pistola alla tempia. Volevo ottenere delle informazioni, ma non sarebbe stata una buona tattica.

"Con chi stai?" domandai con fare deciso. Il mio sguardo si posò su Avery, la quale stava esaminando la stanza in cerca di potenziali minacce. Il cadavere di Orion aveva lasciato una pozzanghera di sangue, e dovetti spostare i piedi per non sporcarmi.

Questa villa mi stava già stancando, non mi piaceva. Non volevo diventare spregevole come gli altri, uccidere senza pietà e con la motivazione dei soldi che mi premeva addosso. Non avevo però altro modo per sopravvivere.

"Eravamo io, Orion e Jonah" sbottò poi, e le credetti. Mi sovvennero dei ricordi della prima notte, quando Orion mi aveva rivolto un'espressione di pietà prima di entrare in stanza. Il fatto che avessero preso questa stanza mi rendeva frustrato, e mi resi conto che fosse quella più elegante. La camera da letto principale.

"Jonah è il tuo leader, vero?" domandai, caricando il proiettile. Le avrei sparato comunque, quindi se avesse pensato anche solo per un secondo che l'avrei lasciata andare, si sbagliava di grosso. Nessuno mi colpisce e la fa franca, e quando dico nessuno intendo nessun essere vivente.

murder house |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora