diciannove.

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Punto di vista di Harry.

"Stai mentendo" dissi, quasi senza parole. L'espressione di lei era fredda, ed aveva gli occhi pieni di paura. In quel momento seppi che Avery non stava mentendo. Non era mai stata una brava attrice, e se sembrava impaurita, era impaurita.

"Harry, dobbiamo trovare un punto più in alto" disse lei con impellenza nel tono di voce. Mi feci sempre più ansioso con ogni secondo che passava, il peso della situazione mi affondò. Se presto non avessimo raggiunto un punto più alto saremmo affogati in questa villa e sarebbe finito tutto.

Il primo luogo che mi venne in mente fu l'imponente scalinata. Si trovava nella stanza principale, e Dio solo sa dove avrebbe condotto. Valeva però la pena provare, sarebbe sempre stato meglio raggiungere un punto alto ma un vicolo cieco piuttosto che restare dov'eravamo e morire stupidamente.

"Vediamo dove porta la scalinata principale" dissi con decisione, prendendo l'iniziativa. Avery annuì con un piccolo sorriso in viso, gli angoli della sua bocca s'inclinarono appena in alto come se stesse tentando di sorridere ampliamente. Le parole non sono in grado di esprimere quanto desiderassi avvicinarmi a lei e baciarla, per farla sorridere come si deve, ma mi fermai. Eravamo in pericolo.

Prendemmo quindi a correre lungo i corridoi, e mi sentii il cuore battere forte nella cassa toracica. Mi bruciavano i polmoni, bramosi di aria. Le gambe m'imploravano di fermarmi, ma la mia mente mi diceva di continuare ad avanzare o avrei trovato la morte.

"Sii forte, Harry" disse la voce dolce di Avery. Mi calmò un po', ma rimasi un alquanto teso. Le pozzanghere non erano nemmeno più pozzanghere, si era formato un sottile strato di acqua che sguazzava con ogni nostro passo.

"Ho paura" dissi, ed era la prima volta che mi aprivo completamente con lei. Mai in una situazione del genere avrei detto a Louis o Niall che mi pisciavo addosso dalla paura. Eppure lo dissi ad Aves.

"Va tutto bene, Haz" disse lei calma, nonostante stessimo correndo il più velocemente possibile. Ero completamente convinto della sua affermazione, ed in quel momento raggiungemmo la stanza principale.

Aves sprintò verso la scala, ed io la seguii. Una ragazza dai capelli lunghi e neri stava salendo a sua volta, ma poi inciampò e cadde a terra. Aves si fermò di fronte a me.

"Sparale" disse lei. Il suo tono non era maligno o avido, ma era ovvio che sapesse che era meglio per noi. "Harry, spara!"

Mi venne il magone al pensiero. Dopo tutto ciò che avevamo affrontato, odiavo il pensiero di uccidere qualcuno. Ma lei voleva che io lo facessi, quindi lo feci. Estrassi la pistola e le sparai. Emise un grido strozzato e cadde a terra.

"Quella era Sophia, credo" disse Avery. Lei annuì e mi rivolse un veloce bacio sulla guancia.

"Sei stato coraggioso a farlo" commentò lei, ma nel frattempo le mie guance si fecero abbastanza calde. Sapevo di essere arrossita al gesto inaspettato di lei.

"Grazie, Aves" sospirai, emozionato nonostante non fosse famosa in nessun modo—ad eccezione di questo maledetto gioco.

Corremmo su per l'intera scala, evitando il cadavere di Sophia. Anche solo passarle oltre mi fece venire i brividi, mi fece sentire strano e a disagio. Evidentemente Aves se ne accorse, poiché mi rivolse un sorriso gentile e rallentò per tenere il mio ritmo.

Quando salimmo scoprimmo che era presente uno stretto corridoio come al piano di sotto. Ad eccezione per il fatto che i pavimenti ed i muri erano di moquette di velluto. Chi sapeva che anche i muri potevano venir rivestiti? Io di sicuro no.

"Possiamo nasconderci qui e controllare il livello dell'acqua da quassù" mi disse, il che mi andava bene. Mi sporsi alla balconata, ed appresi che il livello dell'acqua, che prima raggiungeva la caviglia, stava salendo sempre più.

"È spaventoso" mormorò lei.

"Sono d'accordo".

"Chissà quanto sono disposti a far alzare l'acqua".

Il pensiero mi spaventò. E se lo stavano facendo solamente per eliminarci? Dopo tutto eravamo coloro che erano andati contro al sistema. La mia ansia stava peggiorando, e mi sentii come se mi fosse stata succhiata tutta l'aria dai polmoni.

"Stai bene, Haz?"

"Sì" mentii, ma stavo ancora ansimando, in cerca di aria. I miei tentativi furono vani.

"Hai paura che moriremo così" disse calma, come se fosse sicura di sé stessa. Non gliene feci una colpa, poiché la sua osservazione era corretta. Non ero pronto a morire.

"Esatto, Aves" sospirai. "Non voglio morire così".

Vidi il suo volto arrossarsi, e le lacrime formarsi negli occhi. Quando abbassammo lo sguardo la notammo che l'acqua raggiunse il terzo scalino. La scala si componeva di circa venti scalini.

Il pensiero di noi due che boccheggiamo in cerca di aria sopra il filo d'acqua mi pervase la mente. Mi sentii in punto di piangere, ma non potevo farlo. Come aveva detto Aves, dovevo essere forte per lei. Dovevo dimostrarle che potevo trattenere le emozioni.

Restammo appoggiati alla balconata in silenzio, e presto l'acqua raggiunse il decimo scalino. Si stava avvicinando troppo, e la velocità con cui lo faceva sembrava aumentare e non diminuire. Temevo veramente che avremmo incontrato la nostra fine.

"Aves" sussurrai, il mio respiro incerto. Avrei preferito morire per asfissia piuttosto che annegare. Sarebbe stato molto più facile da sopportare.

"Harry, non preoccuparti" disse in un sussurro, e sentii le sue labbra sul mio orecchio. Mi vennero i brividi al suo dolce tocco, quindi emisi un piccolo cenno d'assenso. Il suo tentativo di tranquillizzarmi stava sicuramente funzionando, sottomettendomi nuovamente. Sicuramente non ne ero abituato, ma Dio mi piaceva così tanto.

Quando abbassai lo sguardo l'acqua si stava radunando ai nostri piedi. Il cuore mi batteva a mille nel peto, e sentivo le pulsazioni vibrarmi nel corpo. Ciò non ci avrebbe assolutamente dato speranze. Significava che qualcuno era al sicuro. Qualcuno si trovava più in alto di noi. Ma come?

"Dobbiamo muoverci, tesoro" dissi a bassa voce, ed Avery no dovette compiere nessun gesto o dire qualcosa per sapere che avessimo in mente lo stesso piano. Avanzammo quindi velocemente lungo il corridoio, che fortunatamente era illuminato. L'unico aspetto negativo era che presto l'acqua avrebbe raggiunto anche i muri. Dovevamo veramente arrivare più in altro oppure saremmo stati folgorati.

Trovammo poi una porta sulla sinistra del corridoio. Avery l'aprì senza prendere precauzioni, dato che ora l'acqua raggiungeva le nostre caviglie. Si trattava di un armadio, le cui luci erano spente. Fui io il primo ad entrare, e la sentii appena dietro di me.

"Benvenuti".

Sgranai gli occhi dalla paura, e la porta si chiuse senza che noi la toccassimo. Ci ritrovammo al buio più totale, e per peggiorare la situazione ci ritrovammo in una stanza con uno sconosciuto. Non poteva essere Grant, poteva essere Jonah. La seconda possibilità mi immobilizzò dalla paura.

"Harry" Avery mi sussurrò all'orecchio, e la sua voce mi calmò appena. Respiravo pesantemente, e dalle mie labbra uscivano respiri sconnessi.

In quell'istante sentii qualcosa di freddo sfiorarmi le parti basse. Non poteva essere. Pregai Dio che non lo fosse. Era acqua.

"Oh, Harry" canticchiò una voce di un ragazzo. Volli strillare, ma fui paralizzato dal silenzio. Non riuscivo a respirare.

"Ti va di giocare?"

murder house |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora