Fingo di aprire lo sportello e, quando mi rendo conto che le guardie non ci stanno più osservando, corro verso la facciata laterale della villa, oltrepasso in silenzio la scalinata e schiaccio la schiena sul muro laterale, in attesa di agire. Andrea, intanto, ha già forato la ruota con un taglierino che si porta sempre dietro e adesso sta fingendo di meravigliarsi nel vederla completamente a terra.
Lo sento avvicinarsi alla guardia con cui abbiamo parlato e dirle che ha bisogno di una mano per cambiarla.
<<Sicuramente ha incontrato qualche pezzo di vetro per strada>> sento dire alla guardia.
Mi aspetto che questa inviti anche la seconda ad andare con lui e Andrea, ma con mia grande delusione la seconda guardia rimane a tenere d'occhio la porta.
Andrea e l'altro uomo sono già vicini alla ruota, pronti a smontarla. Ma io non so come agire.
Poi sento un rumore di passi e un fruscio sul prato circostante la villa. Mi sporgo un poco e vedo la seconda guardia impegnata a urinare al di là delle scalinate.
Ecco la mia opportunità. Corro, raggiungo il portone d'ingresso e spingo. Quando sto per chiudermelo alle spalle, vedo quell'uomo sollevarsi la cerniera e guardare verso di me.
Comincia a correre verso il portone, ma io sono già all'interno dell'abitazione.
Un enorme salone completamente spoglio separa due lunghe scale a chiocciola, una a destra e l'altra a sinistra. Sento i passi della seconda guardia farsi sempre più vicini, così mi decido per la scala a destra e comincio a percorrerla con rapidità, sperando di non inciampare di nuovo.
Mentre corro, con il fiatone e delle gocce di sudore che cominciano a colarmi sulle tempie, vedo la guardia percorrere la scala di sinistra e io tiro un sospiro di sollievo. Sono salva, per adesso.
L'ala di destra del secondo piano presenta in tutto tre stanze, con le porte chiuse. Parto dalla prima e, quando la spalanco, noto che si tratta di una lunga camera vuota, con il pavimento in parquet e una finestra chiusa.
Così mi affretto verso la seconda, ma questa non si smuove. Avvicino l'orecchio alla porta e sento dei sussurri e qualche cigolio, che mi danno la certezza che questa stanza sia abitata e potrebbe essere la sala in cui si sta svolgendo il congresso. Forzo ancora la maniglia, ma la porta continua a non spalancarsi. Se bussassi potrebbero non aprirmi oppure, dopo avermi notata e non riconosciuta, potrebbero richiudermi la porta alle spalle. Allora prendo la mia decisione.
Mi allontano un poco dalla porta, sollevo il ginocchio fino alla mia pancia e sferro un calcio sonoro al di sotto della maniglia. Il tacco della mia scarpa rotola giù per le scale, ma la porta si è spalancata. Ad aspettarmi ci sono le chiappe nude di un uomo e il viso sudato di una donna bionda che mi guarda dalle spalle del suo amante.
Non immaginavo che a Villa Sassi fossero presenti anche camere per il pernottamento e, l'idea che questi due stiano copulando nella stanza adiacente a quella della riunione, mi mette in uno stato di assurda frenesia. A pochi centimetri da un gruppo di uomini austeri in giacca e cravatta, questi due sono impegnati ad aumentare il tasso di natalità.
<<Sbagliato stanza!>> dico loro, con un sorrisino imbarazzato sulle labbra.
Socchiudo la porta, con la serratura ormai rotta, e mi dirigo verso l'ultima stanza.
Dal rumore dei passi in lontananza, sento che la guardia è tornata nel salone centrale e sta per salire le scale a destra.
Afferro la maniglia e titubo.
Se in questa stanza non si sta svolgendo alcun congresso, sarà la fine per il mio progetto.
Inspiro a fondo, abbasso la maniglia e spalanco la porta.
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Scusa se sono grassa
General FictionTorino, aprile 2019. Elisa Fanelli, ventidue anni, pugliese in cerca di lavoro, ha un particolare che la differenzia dalle tipiche protagoniste di una storia: pesa 104 kg. Un'obesità di terzo grado che non frena lei, ma la maggior parte di coloro ch...