Ieri sera-Parte 5

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<<Tu?>>

Lei mi osserva, facendo scorrere i suoi occhi azzurri lungo tutto il mio tubino, e quando la radiografia è completa decide di sedersi al mio fianco. Appoggia le mani sul tavolo, contrae la faccia in una espressione di dolore e finalmente riesce a raggiungere lo schienale della sedia. Dall'ultima volta in cui l'ho incontrata, la sua pancia è cresciuta a dismisura.

Il maresciallo, intanto, ha raggiunto la sua postazione con difficoltà simili a quelle della donna al mio fianco e, quando il fiatone si è placato, si inumidisce un dito e sfoglia alcune pagine di un fascicolo.

<<Bene, bene>> dice, intervallando alle parole dei lunghi respiri affannosi, <<chi delle due è Elisa Fanelli?>>

Alzo la mano, come se mi trovassi in un'aula scolastica.

<<Dunque lei è Laura Covani.>>

La donna incinta che si trova a pochi centimetri da me fa un cenno con la testa. Dopo tutti questi mesi, è stato necessario venire in commissariato per scoprire il suo nome.

<<Da quello che è stato riportato, la signora Covani avrebbe sorpreso la signorina Fanelli ieri notte nel giardino della sua casa. E' corretto?>>

La vecchia receptionist afferra la coda di cavallo per due lembi e li tira, finché l'elastico si avvicina alla nuca.

<<Signorina.>>

Il maresciallo solleva lo sguardo dal fascicolo e la osserva con aria interrogativa.

<<Come, prego?>>

<<Signorina Laura Covani. Sono incinta, ma non per questo deve dedurre che io sia sposata.>>

Lancio un'occhiata a questa donna e subito ripenso al nostro ultimo incontro al Supermercato alimentari Dok. Già allora avevo capito che, nonostante l'aspetto da primadonna, questa ragazza è dotata di un'ironia tagliente che solo un carattere forte e indipendente può possedere. Adesso, però, mi accorgo che va ben oltre questo: Laura Covani è una femminista. E può avermi anche denunciata, ma da questo momento si è guadagnata la mia stima.

Il maresciallo prende un lungo respiro e le chiede scusa, dopodiché riprende a destreggiarsi con i suoi affanni.

<<Maresciallo, vi è un'altra imprecisione. La casa non è di mia proprietà.>>

<<Anche se è in affitto, lei ha comunque il diritto di sporgere denuncia.>>

Laura raddrizza la schiena, fino a quel momento adagiata sullo schienale della sedia, e prova a darsi un certo contegno.

<<No, maresciallo, la casa non è in affitto. Io, be', ero un' ospite del proprietario.>>

Un ampio, meraviglioso sorriso si fa spazio tra la mia dentatura, seguito da un battito di mani piuttosto sonoro.

<<Allora non sono stata denunciata!>>

Laura e il maresciallo si voltano a guardarmi.

<<Quando lui arriverà, non credo che continuerai a sorridere in quel modo.>>

Guardo Laura con un sopracciglio sollevato e mi sporgo dalla sedia quanto basta per raggiungere il suo orecchio e farmi ascoltare soltanto da lei.

<<Chi è questo lui?>> chiedo in silenzio, quasi come se il soggetto del nostro discorso sia nientemeno che Voldemort.

Laura spiaccica nuovamente l'elastico della sua coda sulla nuca con quel gesto infantile e le sue guance si tingono un poco di rosso.

<<Oh, be', si tratta di... lui è...>>

Scusa se sono grassaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora