Cambiamenti-Ultima Parte

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Angela mi porta nel salone e si allontana per prepararmi un caffè, così io ho tutto il tempo di ammirarne il mobilio. La mia amica ha un gusto piuttosto antiquato e lo si nota dalla libreria in mogano che copre un'intera parete del salone con centinaia di libri dai dorsi colorati. Se mi piacesse leggere, farei scorrere gli occhi su ogni volume in suo possesso con aria sognante, così come ho visto fare molte volte ad Angela. A volte penso che non sia ancora riuscita a trovare un uomo che la soddisfi non per il suo naso, bensì per il suo amore per la lettura: dopo aver letto e riletto di fighi supersonici, cattivi a bestia ma innamorati della ragazzina impacciata di turno, come si può desiderare la normalità?

E' per questo motivo che la domenica sera preferisco guardare un bel film drammatico in tv. Non perché commovente, nemmeno perché profondo. Guardo film drammatici perché so che il finale è quasi sempre uno schifo, proprio come nella vita reale. A consolarmi, di solito, c'è un grosso pacco di popcorn zuccherati.

Mentre sono immersa in questi pensieri, Angela ha già posizionato al centro del tavolo in mogano un vassoio con due tazzine di caffè e un recipiente di zucchero.

Mi accorgo dei suoi occhi su di me, quando sto per poggiare le labbra sul bordo bollente della tazzina.

<<Che c'è?>> le chiedo, con la tazzina a mezz'aria e il mignolo sollevato.

<<Sei diversa. Non so, hai una luce strana negli occhi.>>

Le lancio un'occhiata perplessa, poi mi affretto a dirigere lo sguardo verso l'interno della tazzina per osservare il mio riflesso. Ciò che vedo è la punta tonda del mio naso e le due narici attorniate da una manciata di peli.

<<Non saprei...>> mentre lo dico, però, ripenso allo scorso pomeriggio, <<forse si tratta del vestito che ho comprato ieri.>>

Il volto di Angela si illumina di curiosità e comprendo che si aspetta che le racconti ogni particolare. Come sempre, la mia amica poggia la testa sulla sua mano e si immerge nelle mie parole, mentre le parlo del cinese con le tette, del reparto Taglie forti e del lungo abito rosso con lo scollo a cuore.

<<Non so nemmeno per quale motivo lo abbia preso, è troppo piccolo per me.>>

Al di sotto del naso di gesso di Angela, compare un sorriso trionfante.

<<Ho capito l'origine di quella strana luce che hai negli occhi! Tu vorresti entrare in quel vestito e per farlo devi...>>

<<Alt!>> alzo la mano per non farle completare la frase, <<non ho alcuna intenzione di perdere peso, non ci provare.>>

Angela ride soddisfatta, una risatina che le ho visto fare quella volta che aveva finto di svenire sul pavimento di un negozio di intimo, solo per afferrare un perizoma leopardato e infilarselo in tasca. Quando le avevo chiesto per quale motivo non avesse voluto pagarlo in cassa, lei mi aveva risposto, con lo stesso sorriso di adesso, che si rifiutava di dare soldi in cambio di un filo di stoffa destinato a vivere tra le sue chiappe.

<<Ma ci hai pensato! Ammettilo, per un momento hai desiderato perdere peso per riuscire ad indossare il tuo vestito.>>

Non rispondo, ma sollevo la tazzina e trangugio il caffè bollente. Sento le mie papille gustative andare a fuoco, pulsare per il dolore e infine perdere la sensibilità.

<<Ma dove lo hai preparato questo caffè, all'inferno?>> dico, mentre sventolo una mano sulla punta della lingua.

Passiamo l'intera serata così, tra discorsi e sorrisi. Qualche volta Angela è costretta a prendere fiato a causa delle narici tappate, qualche altra volta sono io ad essere costretta a fermarmi per respirare dopo una risata estenuante.

Scusa se sono grassaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora