Mi volto verso Camillo per dargli l'ultimo saluto prima dell'addio. Lui mi sta guardando, con la punta delle mani giunte a toccargli il mento e le labbra impegnate a bisbigliare qualche preghiera d'aiuto al suo Dio.
Andrea cammina davanti a me in totale silenzio, con le spalle ampie che implorano alla loro camicia di venir fuori e con i miei occhi che ne seguono ogni contrazione.
<<Se mi hai chiamata per ieri notte, posso spiegarti tutto>> mi affretto a dirgli, mentre cerco di stare al suo passo.
Andrea si ferma di scatto, poco distante dal suo studio personale, e mi guarda accigliato.
<<Ieri notte? A cosa ti riferisci?>>
Allora lo stronzetto ne sa quanto me di quello che è accaduto ieri.
<<Nulla, nulla>> dico, muovendo la mano forse in modo troppo plateale, <<quindi di cosa vuoi parlarmi?>>
Andrea, con la sua solita aria austera, mi invita ad entrare nel suo studio e ad accomodarmi sulla comoda sedia imbottita in piume d'oca, di fronte alla sua scrivania.
Quando prende posto anche lui, lo vedo massaggiarsi le tempie con un'espressione stanca e afflitta sul volto. Mentre lo osservo, mi domando cosa possa turbarlo in questo modo.
Circa dieci giorni fa ha lasciato in fretta l'azienda per un non specificato viaggio di lavoro, per poi tornare qualche minuto fa senza alcun preavviso. Non è da lui, non è il comportamento tipico del Grande Capo. Andrea è sempre puntuale, annuncia i suoi impegni almeno con una settimana di anticipo, da quando lavoro per lui questa è stata la sua prima assenza alla Ferrero Fashion Group.
E' successo qualcosa, e il modo con cui in questo momento sta fissando il vuoto me ne da' la conferma.
Quando alza lo sguardo su di me, sembra ricordarsi della mia presenza e raddrizza la postura quasi a volersi dare un contegno.
<<Allora, mi hanno detto che il tuo lavoro da assistente stilista sta proseguendo per il meglio.>>
Questa sua prima frase mi stupisce. Io e Andrea non siamo mai stati in così buoni rapporti da poter giustificare una familiarità di questo tipo. Nel mese trascorso come sua dipendente, ci siamo rivolti la parola soltanto per lo stretto necessario, lanciandoci talvolta occhiate serie da un angolo all'altro dell'azienda. A quanto pare, Andrea Ferrero è più simpatico quando è triste.
<<Camillo è un bravo insegnante.>>
<<Mi fa piacere sentirtelo dire, perché da domani lo affiancherai come stilista.>>
Afferro i manici della sedia e mi sporgo verso la scrivania.
<<Stilista dopo solo un mese? Non sono pronta, Camillo è bravo ma io ho ancora tanto da imparare!>>
Andrea inspira a fondo e sembra sul punto di crollare.
<<La Milano Fashion Week è fra soli due mesi e non possiamo lavorare con un solo stilista. Dovrai affiancarlo come hai fatto finora, in più avrai una matita nella mano destra.>>
<<Sono mancina.>>
Andrea mi lancia un'occhiata impaziente.
<<D'accordo, cercherò di dare il massimo>> dico, mentre comincio a domandarmi cosa diavolo mi abbia spinto a cedere con tanta facilità.
Mi alzo e sono pronta a dirigermi verso la porta, quando la voce di Andrea richiama la mia attenzione.
<<Mio fratello mi ha detto che la dieta prosegue bene, non è così?>>
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Scusa se sono grassa
General FictionTorino, aprile 2019. Elisa Fanelli, ventidue anni, pugliese in cerca di lavoro, ha un particolare che la differenzia dalle tipiche protagoniste di una storia: pesa 104 kg. Un'obesità di terzo grado che non frena lei, ma la maggior parte di coloro ch...